Mario Adinolfi – In prima pagina su Avvenire, da mesi
Sabato 9 dicembre Libero, a firma Gianluca Veneziani, ha scritto un articolo molto critico verso Paci e la rubrica In Tre Mesi. Contemporaneamente e con lo stesso tono sono usciti articoli analoghi di Riccardo Cascioli (direttore di La Nuova Bussola Quotidiana) e Mario Adinolfi. Sempre lo stesso giorno c’è stato un identico attacco da parte de La Verità, che però se la prendeva con la mia intervista a Luxuria. Li riporto nella categoria Rassegna Stampa per mero dovere di completezza. Non penso per il momento di replicare alle affermazioni degli articoli riportati perché credo davvero che gli insulti qualifichino chi li fa non chi li riceve.
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Riportiamo il post pubblicato sulla pagina Facebook di Mario Adinolfi
In prima pagina su Avvenire, da mesi, ci dobbiamo sorbire un incomprensibile feuilleton a puntate in cui don Mauro Leonardi (sì, è un sacerdote molto televisivo amato da chi conta in Rai per il suo essere alla moda, si sente d’essere “come Gesù” e così ha sobriamente chiamato il suo blog) inneggia ad un adulterio desiderato ma non consumato, almeno per ora, da una donna delle pulizie trascurata dal marito. Nel giorno dell’Immacolata in prima pagina sul quotidiano dei cattolici italiani, lautamente ed ufficialmente pagato a suon di milioni all’anno dalla Conferenza episcopale italiana, siamo arrivati alla puntata porno soft. Parla l’aspirante adultera: “Posso non abitare con te, posso sentirti solo qualche volta, posso vederti solo ogni tanto, ma non posso stare fuori dai tuoi pensieri. Ora sto pregando. Se Gesù è Amore (come hanno detto ora a Messa) (e lo è) ha il tuo volto. Se Gesù è un uomo (come lo è quella statua qui a destra) (e lo è) ha il tuo corpo. Se Gesù è l’ostia che ho mangiato prima (e lo è) ha il tuo sapore. Se Gesù c’è sempre ed è sempre con me (e lo è) tu sei qui. Ora. Con me. Se tutto questo, tutta questa Messa, tutta questa Chiesa, tutte queste parole, tutto questo credere, è Amore (e lo è) tu sei Amore. E io ti amo. E tu sei qui. Dentro me. Con il tuo odore, il tuo sapore, la tua carne. Dentro me”. Ora io non so quali turbe sessuali afferrino don Mauro Leonardi, posso solo immaginarlo. Direi però alla Conferenza episcopale italiana che lo paga, che adesso anche basta. Perché va bene tutto, ma la soglia del ridicolo possiamo forse evitare di oltrepassarla e se servono scrittori da pornazzo d’appendice in salsa blasfema, almeno se ne scelgano di capaci. Manco quello, caro don Mauro, manco quello. Altro che “come Gesù”.