TuttoJuve – Don Leonardi: “Tifo Milan, ma la Juve vince meritatamente. In Italia anziché apprezzare i migliori li vandalizziamo e insultiamo”
Il presbitero e noto scrittore Don Mauro Leonardi ha inviato una lettera ripresa da Il Faro di Roma riguardo la finale di Supercoppa Italiana. Parlando della sua passione per il calcio:
Mi addolora molto che l’hasthag #JuveOut sia, oggi, il primo in “tendenza Twitter”. Significa che in Italia, invece che imparare dai migliori, preferiamo vandalizzarli: in fin dei conti pensiamo sia più semplice “abbassare” qualcuno piuttosto che rimboccarci le maniche e darsi da fare “per salire”.
Io sono milanista e so bene che la vera forza della Juventus non sta in un errore arbitrale ma nel progetto che la società ha tenacemente perseguito negli anni. Noi milanisti dovremmo riflettere non su una bandierina alzata o meno ma sullo scambio Higuain/Bonucci, su Andrea Pirlo alla Juve perché il Milan non ci credeva più, su Alessandro Matri che nella Juve gioca 83 partite e fa 29 gol e che, passato in rossonero, fa un solo gol su 18 presenze, oppure su Edgar Davids che, svenduto dal Milan, si dimostrò un pilastro fondamentale nella Juve: l’unico scambio davvero “alla pari” fu quello di Inzaghi, proviamo a non dimenticarcelo, un po’ poco se si vuole essere vincenti come società prima che sul campo.
I detrattori della Juve, che sono l’altra metà del cielo calcistico, dovrebbero chiedersi perché quest’anno Cristiano Ronaldo ha detto di sì ai bianconeri mentre solo nel 2010 Di Natale si rifiutava di indossare la casacca della zebra perché, prima dei sette scudetti consecutivi, la Juve era stata la squadra dei due settimi posti consecutivi e chi credeva di essere un grande giocatore la rifiutava. Il primo scudetto della serie è del 2011/12, ma da quando ha lo stadio di proprietà, cioè dal 2011/2012 la Juventus ha sempre vinto. Ha sempre vinto, non so se è chiaro: ha vinto sempre, a riprova di quanto siano importanti le scelte strategiche. E, ogni anno, secondo una logica precisa, ha rafforzato sia la squadra, che la società, che l’ambiente. Perché, invece di un hashtag, non ci chiediamo perché, dopo sette anni, né Milan, né Inter, né Roma, né Napoli hanno ancora un loro stadio e neppure è chiaro se davvero lo vogliono costruire?
Come mai un milanista come me sa tante cose della Juve? Perché se si vuole superare i concorrenti che sono migliori di te bisogna imparare da loro, studiarli, non denigrarli. È storia conosciuta da tutti che Silvio Berlusconi nominò Sacchi allenatore del Milan dopo che il Parma di Arrigo batté i rossoneri a Milano incantando tutti ed eliminando il Milan dalla Coppa Italia. Per smettere di perdere ed iniziare a vincere bisogna fare così.
Nel n. 116 di Gaudete et Exsultate il Papa, proprio esortandoci a “non lasciarci trascinare dalla violenza che invade la vita sociale” – e il caso dell’hastag #JuveOut mi sembra proprio un caso di “violenza social” – parla del vizio dell’invida che spinge “a non sprecare le energie lamentandosi degli errori altrui”. Ennesima dimostrazione che la vita cristiana è innanzitutto una sana vita umana e, se la vivessimo, riusciremmo a vivere meglio e a far risalire in classifica il nostro Paese, non solo la nostra squadra del cuore.
Tratto da TuttoJuve
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