Articoli / Blog | 14 Giugno 2020

Blog – Lo stato, il governo e la Processione del Corpus Domini

Questi mesi di lockdown sono stati puntualmente costellati dalle fastidiose polemiche alimentate da alcuni cattolici – quelli che io da anni ormai chiamo Catholically Correct – sull’ingerenza dello Stato negli affari della Chiesa: la più frequente riguardava la questione delle chiese chiuse / chiese aperte. Tali punzecchiature naturalmente si sono ripresentate a proposito della questione della Processione del Corpus Domini. Come ho riassunto con due slogan per un post di Instagram, la questione era diventata “perché si può andare in piazza contro il razzismo – c’era stata la dolorosissima questione di Floyd – e invece le processioni del Corpus Domini sono proibite”? Con l’ovvio bla bla bla finale, spesso fatto da gente che alle processioni non c’è mai andata, sui primi cristiani che “si facevano ammazzare e invece guarda noi come siamo ridotti”.

In questi discorsi affiora non di rado il fumo di un’eresia, il montanismo, che andrebbe conosciuto, perché la sua ignoranza, nel passato, ha causato non poche persecuzioni inutili alla Chiesa, e nel presente costruisce muri che allontanano da Cristo persone per le quali Lui è morto e risorto. Parlo del montanismo nella sapiente lettura data a questa eresia da un agrande esperta del campo, Marta Sordi. Cos’è secondo lei – lo riassumo con mie parole – il montanismo? È la posizione di coloro che non riconoscono che lo Stato laico abbia una vera autorità sui cristiani. I montanisti volevano che i cristiani vivessero in opposizione al potere politico e quando Marco Aurelio (121-180 d.C., è l’imperatore del film colossal Il Gladiatore) perseguitò i cristiani – tutti, non solo i montanisti che ovviamente l’imperatore pagano non distingueva dagli altri – era perché pensava che l’essenza del cristianesimo fosse opporsi alla legittima autorità quando invece l’essenza del cristianesimo è il Vangelo.
San Paolo e San Pietro insegnano il principio per cui i cristiani devono obbedire alle legittime autorità. San Paolo: “Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna” (Rm 13, 1-2); San Pietro: “State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti.” 1Pt 2, 13-15) e si potrebbero citare tanti altri passi. Ovviamente, i cristiani sono obbligati in coscienza ad obbedire alla legittima autorità civile sempre che questa operi nell’ambito della legge morale e per il conseguimento del bene comune. Ciò non significa che un cristiano possa soggettivamente contestare in maniera aprioristica l’autorità dello stato con una sua valutazione soggettiva qualificando di “tiranno” (è il modo tecnico per definire il governante delegittimato di autorità) solo perché opera in modo non gradito: “Comportatevi da uomini liberi, ma usate la vostra libertà come servitori di Dio e non per coprire azioni malvagie” 1 Pt 2,16. Poiché quando si parla della questione dell’autorità dello Stato gli argomenti toccati sono sempre gli stessi e riguardano sempre l’aborto o il divorzio, farò un esempio. Un cittadino cristiano non può decidere di non pagare le tasse perché con esse lo Stato paga anche la sanità dove si fanno anche degli aborti. E allora dove sta il tanto anelato principio di coerenza che dovrebbe portare il cristiano al tanto anelato (a parole) martirio? Eccolo: se un cristiano fosse obbligato a fare direttamente aborti, dovrebbe opporsi, non farli, accettare di essere radiato dall’albo dei medici, cambiare lavoro. Ma, come è evidente, un cristiano, prima di arrivare a ciò deve percorrere mille altre strade. In Italia, per esempio è stato trovato a livello politico la possibilità dell’obiezione di coscienza. La legge civile alla quale il cristiano si deve opporre, pertanto, è quella direttamente immorale, cogente e che comunque viene sempre dichiarata tale dall’autorità religiosa del luogo.
Dopo aver toccato i massimi sistemi, torniamo alla nostra piccola e privata questione delle Processioni del Corpus Domini.
In primo luogo non è vero che lo Stato le ha proibite. L’autorità ha inviato per tempo una nota con delle precauzioni da rispettare. Esse, riassuntivamente, sono: l’uso di dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie; non è consentito il bacio da parte dei fedeli di reliquie statue o oggetti religiosi portati in processione; non è consentito partecipare alla processione in caso di sintomi influenza o respiratori; qualora la processione superi i mille partecipanti, dovrà essere organizzata in più blocchi separati; evitare ogni tipo di aggregazione o assembramento dei fedeli. In conformità con ciò le diocesi prendono le decisioni che preferiscono. Il Papa, per esempio, che decide in autonomia e non obbedisce allo Stato Italiano, in ossequio (non obbligo, “ossequio”) a quelle disposizioni ha celebrato a San Pietro, contrariamente a quanto fatto in passato, la Messa del Corpus Domini con la partecipazione di circa 50 fedeli. E la diocesi di Roma, attraverso il suo Ufficio liturgico, ha proposto un semplice schema di adorazione eucaristica che verrà offerto ai fedeli alla fine di ogni Messa o della celebrazione principale.
Quindi lo Stato, nel pieno esercizio di un’autorità che gli compete, ha stabilito delle regole igieniche per il bene comune. Queste regole, del tutto assennate, sono state fatte proprie dalla autorità religiosa. Chi parla di altre manifestazioni politiche (razzismo, sciperi, e così via) o cita altre questioni come la legislazione sull’aborto non vuole che si adori Cristo nell’Eucarestia ma vuole solo seminare zizzania per fini politici più o meno onesti.
Il cristianesimo è per tutti gli uomini, anzi per ogni creatura. E, siccome fa sì che l’uomo si “cristifichi “lo aiuta anche a crescere il proprio livello d’intelligenza, di distinguo, di cultura. Di rado la verità, come accade per i diamanti, si taglia con i colpi di martello o di ascia. Il taglio del diamante grezzo al fine di ottenerne una gemma da gioielleria è un’operazione molto delicata e difficile. Che bisogna attuare con cura.