Articoli / Blog | 06 Marzo 2019

Metro – L’odio? Mi ricorda il mio lago di Como

La marcia antirazzista di sabato scorso a Milano è stata bellissima, però c’è stato anche chi ha detto che è stata un’esagerazione perché il razzismo, in Italia, non esiste. Probabilmente la verità sta nel mezzo: è vero che una punta di razzismo c’è in molti di noi ma è anche vero che quando indulgiamo nella discriminazione razziale spesso lo facciamo non perché siamo nazisti ma perché ci adeguiamo, colpevolmente, all’andazzo del momento.

Ricordo come negli anni ’60 il lago di Como, la mia città, assumesse colori diversi a seconda delle ore. Nulla di poetico. Era viola, giallo o blu a seconda dei liquami che venivano scaricati senza nessun filtro. Noi non ci badavamo, non ci facevamo problemi a nuotare a pochi chilometri da quelle acque e qualche volta addirittura le bevevamo. La verità è che eravamo una società civile “incivile”. Valeva per l’inquinamento, valeva per l’omosessualità, valeva per la disabilità. Se oggi gli italiani vogliono non assuefarsi ad episodi di razzismo che magari nascono da stupidità e non da ideologia, non posso che esserne felice. Crescere in civiltà, significa prendere coscienza di ciò che facciamo di sbagliato e modificarlo. Abbiamo trattato in un certo modo le donne per secoli, stiamo capendo con grande fatica che è sbagliato e stiamo cercando di cambiare. Vale per la pedofilia, vale per le persone omosessuali: finalmente vale anche per il razzismo.

Tratto da Metro