Articoli / Blog | 09 Dicembre 2018

Agi – Perché da cattolico dico che è sbagliato tirare in ballo Satana per spiegare i cambiamenti climatici

È pericoloso che un capo gabinetto privo di competenze teologiche faccia queste affermazioni. Credere nel demonio non vuol dire deresponsabilizzare l’uomo per le sue scelte, che solo sempre libere. Qualche considerazione sulle frasi di Cristiano Ceresani

Il diavolo è una cosa seria, il cambiamento climatico pure, ma se li metti assieme rischi di cadere dalla commedia alla tragedia. Ci riesce il capo gabinetto del ministero per la Famiglia e le disabilità, Cristiano Ceresani, ospite a Uno Mattina e autore del libro “Kerygma, il Vangelo degli ultimi giorni”.

In trasmissione dice:

“Nel cuore dell’uomo agisce la tentazione. Io nel libro cerco di spiegare come il fatto che Satana negli ultimi tempi che precedono la Parusia sarà scagliato sulla terra con grande furore proprio per prendere di mira il Creato e la Creazione sia un dato teologico. Dinnanzi a questo dato teologico io faccio delle domande: perché ci viene rivelata questa cosa? Perché questo tema dello sconvolgimento finale viene evocato? Lo paragono a quel che accade oggi [dal punto di vista ambientale, ndr] che è qualcosa del tutto inedito nella storia dell’umanità, qualcosa che non è mai accaduto, e gli scenari sono molto molto pericolosi per la sopravvivenza del genere umano”.

È pericoloso che un capo gabinetto privo di competenze teologiche faccia queste affermazioni. Già la questione del riscaldamento globale è complessissima proprio perché, come si vede dal dibattito in corso, non è affatto semplice dire con assoluta certezza cosa non sia “mai accaduto” metereologicamente parlando: è poi certo oltretutto che, almeno per i cristiani, a nessun uomo sarà mai dato sapere quando avverrà la fine dei tempi di cui parla Cerasini.

Lo dice Gesù stesso quando, rispondendo alla domanda dei discepoli preoccupati su quando avverrà proprio quello sconvolgimento finale cui si riferisce il nostro autore, risponde: “Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24, 36). “Nessuno lo sa” significa esattamente che, per il credente in Cristo, da nessun segno, da nessun calcolo è mai possibile dedurre quando avverrà la fine dei tempi, e cioè la situazione cui allude Cerasani.

Il diavolo tenta, ma l’uomo sceglie

Credere nell’esistenza del demonio secondo la corretta dottrina cattolica evita di cadere nella superstizione e nella deresponsabilizzazione perché è vero che il diavolo tenta, ma è l’uomo che sceglie: ciascuno di noi è fabbro del proprio destino. Dovrebbe saperlo un politico che in quanto tale ha il compito di evitare di consegnare il cittadino a “forze oscure” che avrebbero solo l’effetto di deresponsabilizzarci mettendoci in braccio alla confusione, alla schiavitù, all’impotenza.

La vera capacità morale dell’uomo è quella di scegliere tra bene e male, di costruire il proprio senso morale, di creare alleanze per mobilitare le forze positive per cambiare in meglio il mondo. Satana certamente esiste e certamente ha un influsso, ma è l’uomo a dire sì o no, a collaborare o a opporsi al male.

Perché si fanno certe affermazioni? Temo sia solo per lusingare un possibile pubblico elettorale e di acquirenti. E questo fa paura perché gli stralci che si trovano in rete del saggio di Cerasini fanno veramente inorridire.

Mi fermo a uno, quello per cui il popolo ebraico si sarebbe attirato le ire del Divino — e quindi si sarebbe meritata la Shoah — a causa del rifiuto di convertirsi al cristianesimo duemila anni prima. Leggere per credere: “[il] peccato originale del popolo di Abramo (…) è quello di non aver creduto nella nuova ed eterna alleanza con Gesù Cristo (…). Potrà apparire irriverente nei confronti del popolo ebraico che noi amiamo profondamente, tuttavia alla luce della Parola Rivelata, non può destare scandalo il fatto che le intricate vicende storiche degli ebrei che hanno condotto alla Shoah, possono essere comprese solo avendo a mente il peccato del rinnegare il Kerygma, ossia non credere che Gesù Cristo è il redentore” [p. 80].

Tanto scempio si sarebbe evitato solo che si fosse ascoltato il consiglio di Cristo di non mischiare le cose della fede a quelle della politica: “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” Mt (22,21).

Tratto da Agi