Articoli / Blog | 27 Giugno 2018

METRO – La solitudine? Si può spezzare così

Non è raro, d’estate, sentire di anziani abbandonati e di servizi di sostegno che scarseggiano. Pare assurdo che nelle nostre città affollate si possa morire di solitudine ma purtroppo è la realtà. La solitudine colpisce tutti, non solo gli anziani. Magari un giovane genitore deve mantenere due o più bambini e, sempre da solo, sempre di corsa, un giorno non ce la fa più e arriva la tragica notizia della dimenticanza del più piccolo in macchina. Sempre più spesso, poi, gli esperti ci raccontano che alla radice delle dipendenze giovanili ci sia un profondo sentimento di solitudine. Come reagire? È fondamentale ricostruire le reti sociali che si sono spezzate. A questo fine, è certamente bello che ci siano associazioni di volontariato laiche e religiose ma ancor prima dell’associazionismo è importante che ciascuno, nel proprio privato, faccia la sua parte. Che ogni condominio desideri essere una piccola famiglia, e prima ancora che la famiglia sia quella della scala o del pianerottolo. Che ciascuno senta la responsabilità di aiutare i genitori della classe del proprio figlio, che i vicini di casa si sentano custodi un po’ anche dei bambini dei vicini. È necessario poi fare i conti con la verità per cui una componente di solitudine è parte di ogni vita. Ci sono esperienze incomunicate perché sono incomunicabili. Con esse dobbiamo imparare a convivere senza autodistruggerci.

Tratto da metro