Articoli / Blog | 01 Febbraio 2018

MIO Anno III n. 5/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Francesco e il matrimonio

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù

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Caro don Mauro,
sono rimasta sconcertata del matrimonio fatto in aereo dal Papa durante il suo viaggio in Cile. Mi è sembrata solo una mossa pubblicitaria. Che preparazione avevano? Hanno avuto otto anni di tempo per sposarsi in Chiesa dopo il matrimonio civile e non l’hanno fatto, qualche motivo ci sarà stato. È stato solo un gesto clamoroso per mettersi al centro dell’attenzione (Eugenia, Civitavecchia).

Gentile signora,
le saranno forse sfuggite le spiegazioni che, prima i neo sposi e poi il Papa stesso, hanno dato. Nella tratta aerea precedente, il Sommo Pontefice aveva avuto un’approfondita conversazione con gli interessati e li aveva trovati pronti per ricevere il Sacramento. D’altra parte, poiché otto anni prima stavano per sposarsi, è ovvio che avevano fatto il corso prematrimoniale e avevano tutte le altre “carte in regola”; poi, prima di celebrare il sacramento, come ha raccontato il vaticanista del Corriere della Sera Gianguido Vecchi, li ha confessati. Credo che lei abbia torto nel parlare di un Papa vanitoso che si vuole mettere in mostra. La mia lettura è completamente diversa: essendocene le condizioni, ha solo voluto mettere in mostra quali siano gli elementi essenziali del matrimonio. Non la festa, l’abito e i confetti, ma il consenso degli sposi ricevuti da un testimone qualificato. Che, in quel caso, era il Papa. Quanto ha fatto Francesco è stato unico e irripetibile: ma nessun prete ha frainteso. Spero però che tutti i cristiani abbiano capito che il sacramento del matrimonio è importante e che, appena è possibile, va celebrato guardando all’essenziale.