23 dicembre – Staccata
Mi sono staccata da te perché non potevo staccarmi da me. Mi sono allontanata da te perché non potevo allontanarmi da me. E se non mi allontanavo da te non c’era più me, non c’ero più io: e quando tu dicevi Paci, non era Paci a risponderti “eccomi”. Lo so che non si capisce molto, lo so. (Gesù, se volevi una che si capisce quello che dice la creavi. Hai creato me). Non eri mio marito eppure nessuno mi era più intimo. Non eri il mio amante e io non desideravo fuggire con te perché non dovevo fuggire da nessuna parte per trovare la mia vita con te. Ma allora chi eri? Perché accettavo da te cose che non capivo, che mi facevano tremare? Perché con te la gioia era sempre un po’ velata, mai piena? Perché? Chi eri? Ecco perché quando mi hai tradito ho scoperto che non ti perdonavo. Perché c’erano delle cose che mi facevano soffrire e a volte mi stancavo tanto. Mi stancavo tanto di non capire. Mi dicevi: siamo più uniti che se dormissimo insieme. Mi dicevi cose a cui non dovevo credere. Mi dicevi cose che non c’erano le parole per dirle. E io dovevo credere che solo il silenzio era vero.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.