Blog / M. Céline C. | 14 Dicembre 2017

Le Lettere di Cèline C. – Le ferite inutili

Certe volte ho proprio un dolore. Al centro del petto. Una morsa, una stretta violenta.
Siamo subito portati a pensare allo stress, al ritmo sostenuto a cui non riusciamo a dire di no……ma no, non è lo stress….è il cuore, sì, ma un cuore sempre accorto, sempre in veglia, che coglie come un radar tutto quello che capita e duole.
Mi soffermo a riflettere sulle ferite del cuore. Sulle ferite che ci infliggiamo da soli.
Ce ne sono alcune che arrivano, spietate e inspiegabili all’apparenza, altre che arrivano come saette autoinflitte.
Sì. Non so se qualcuno è così libero da esserne consapevole.
Ci sono delle ferite da cui siamo dipendenti. Delle miserie strutturali a cui siamo affezionati.
Abbiamo dei meccanismi perversi che ci trapassano ogni volta eppure guai a chi li tocca. 
Pensiamo addirittura che sia il nostro modo di santificarci.
Ci costruiamo l’alibi della passione, del calvario.
Io più vado avanti e più penso che il calvario gratuito Gesù non ce lo chieda. 
Un sacerdote in confessionale stasera mi dice:”si sieda pure, non stia in ginocchio, che qui dentro bisogna soprattutto riposare”.
Quanta saggezza! Quanto amore! Mi ha accolto dicendo:”ti stavo aspettando”.
Non l’avevo mai visto! 
Questo significa non autoinfliggersi ferite superflue. Così le chiamo. Sono quelle che potremmo superare se solo ci liberassimo dalla dipendenza. 
Ci vuole coraggio per liberarsi. Coraggio per vivere il passo della consapevolezza, coraggio di cambiare. 
L’alibi ce l’abbiamo sempre pronta. “Siamo fatti così. ….io sono così da quando ero piccolo”……e da quando eri piccolo sei piegato su te stesso a piangere. E arriva un punto in cui neanche Gesù ce la fa più a vederti piangere. 
Arriva per tutti  un tempo in cui bisogna credere che c’è Uno che veramente ha uno sguardo diverso. Uno sguardo che ti vuole bene per quelle ferite ma che ti sprona continuamente a farle cicatrizzare. Non le può leccare eternamente perché così non cresci mai, così non ricambi mai il Suo sguardo, sei sempre fisso su di te. Arriva un momento poi che quelle ferite superflue diventano veramente inutili, una zavorra ingombrante. Non puoi essere appesantito se vuoi che l’anima veda Dio.
Devi a un certo punto avere il coraggio di cambiare, di invertire i meccanismi, di creare il tilt.
Questa è libertà. Questa è crescita. Questo è amore. E il primo amore è verso se stessi. 
Dio ti dà un compito che non puoi sostenere se sei appesantito da ferite inutili che ti inchiodano al legno senza possibilità di resurrezione. 
Dio ti vuole libero. Ti vuole risorto nella tua giornata. Ti dona i mezzi e anche le persone. 
Sta a te riconoscere quando è il momento di svoltare e chiedere il coraggio…..sì, chiederlo perché quello davvero non ce lo diamo da soli!

M. Céline C.

Nata in un piccolo paese, si trasferisce in diverse città d’Italia per studio e per lavoro. Da sempre amante dell’arte e della poesia. Moglie, madre, lavora in tutt’altro ambito ma prepotentemente la passione per la scrittura ogni tanto si riappropria di uno spazio importante. M.Céline C. ha un’autentica passione per le relazioni umane. Fondamentalmente disobbediente, diretta, schietta. I suoi brani mostrano sempre quella “sicura insicurezza” che da sempre sperimenta nella vita.