Articoli / Blog | 30 Novembre 2017

MIO Anno II n. 48/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Nel presepe tanti significati

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù

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Caro don Mauro, in prossimità delle feste natalizie, una mamma del gruppo di WhatsApp della scuola ha proposto di fare una “festa della luce” e di abolire le classiche recite di Natale, l’allestimento del presepe e dell’albero: dice che così ci mettiamo in dialogo con chi non crede o ha fedi diverse. Io sinceramente ero affezionata all’idea di vedere il presepe a scuola di mia figlia. Che ne pensa? (Giovanna, Napoli)

Cara Giovanna, nel mese di ottobre mi è capitato di fare diversi interventi contrari alla demonizzazione di Halloween e ho cercato di dimostrare che questa festa non è contraria al cristianesimo, perché Halloween vuol proprio dire “tutti i santi”, e che, purtroppo, le Messe nere, davvero esistenti e terribili, si svolgono tutto l’anno, non solo il 1° novembre. Non credo però che togliere il presepe, l’albero e le recite natalizie tradizionali sia un segno di dialogo perché ogni vero dialogo parte dalla consapevolezza della propria identità. Non fare il presepe credo sia solo un segno di paura, un timore di incontrarsi veramente al di là di ogni sterile contrapposizione ideologica. Inoltre penso che niente più del presepe sia una rappresentazione inclusiva: si parla di povertà, di immigrazione, di alberghi pieni e del fatto che ad una famiglia rimane solo di ricoverarsi in una stalla. Si parla di esclusi e di peccatori che si riconoscono in un bambino. Prima che l’appartenenza ad un credo religioso, ad una religione “ufficiale”, il presepe è il segno di appartenenza al nostro essere, prima che credenti, uomini che vivono una vita davvero umana.