Articoli / Blog | 22 Novembre 2017

METRO – Poveri, guardiamo anche alla dignità

I poveri sono in costante e tragico aumento. E non penso solo ai profughi o ai migranti, a quelli che si trovano sotto i ponti o lungo i marciapiedi. Penso anche a quelli che magari hanno casa ma non hanno da mangiare perché hanno perso il lavoro o hanno divorziato. Ricordiamoci sempre, perciò, che la prima cosa da fare quando si è davanti a un povero è chiedergli se ha mangiato: i soldi non sono tutto ma sono necessari. Dopo di che, è assolutamente vero che i soldi “da soli” non bastano: sono necessari ma non sono sufficienti. La giornata mondiale del povero di Papa Francesco fa proprio pensare a questo: il papa ha indetto la giornata mondiale “del povero”, non ha indetto la giornata mondiale “della povertà”. Il povero non è una categoria e non è un concetto astratto. Il povero non sono “i poveri”, cioè un mucchio di gente senza soldi che è definita da una mancanza: sono una persona che dobbiamo toccare, conoscere, guardare in viso. Perché, oltre che del denaro, il povero ha bisogno dello sguardo di qualcuno che gli dia dignità. Parlare di “amore” è forse troppo, è forse una utopia: però bisogna per lo meno dare dignità. Con il fine, se la persona è giovane, di far sì che la dignità se la meriti. E c’è un solo mezzo: aiutarla a trovare un lavoro, insegnarle un professione. Perché, al di là dei soldi, essere utili per qualcuno, è il fondamento di ogni vita dignitosa.

Tratto da Metro