Blog / Renato Pierri | 11 Novembre 2017

Le Lettere di Renato Pierri – La Chiesa delude i fedeli, e i fedeli si allontanano da Dio

Sull’ultimo numero del settimanale “Mio” una lettrice scrive: “Caro don Mauro, mia mamma è morta l’anno scorso di tumore e io questo 2 novembre ho voluto farle dire una Messa nella mia parrocchia. L’ho fatto solo perché lei ci teneva tanto alla Chiesa ma io non sono tanto credente. Convivo con il mio ragazzo da quattro anni e da allora non vado più a Messa perché da allora il mio parroco non ha più voluto darmi la comunione. Cosa ne pensi? (Roberta, Castelfranco Veneto)”.
Trascrivo alcune righe della risposta di Mauro Leonardi, prete e scrittore: “Cara Roberta, offrire la Messa per tua mamma è certamente una cosa molto bella ma cerca di fare in modo che non sia un gesto esterno a te e lontano. Partecipare alla Passione, Morte e Resurrezione di Gesù – perché questa è la Messa – è il modo migliore per aiutare i nostri cari defunti… prova a riparlare con il tuo parroco e vedrai che, anche alla luce degli insegnamenti che ci sta dando il Papa, sarà in grado di ascoltarti, di capirti e di venirti incontro così che la Messa per tua mamma non sia solo per te e il tuo compagno un gesto formale ed esteriore ma l’inizio di un cammino per avvicinarti a quel Signore dove tua mamma si trova”.
Accade spesso. La Chiesa, o perlomeno molti uomini della Chiesa, deludono i fedeli, e i fedeli si allontanano da Dio. Roberta, da quando il bravo prete, comportandosi diversamente da Cristo, le ha negato la comunione, non va più a Messa e non è più “tanto credente”. Di chi la responsabilità? Il fatto è, cara Roberta, che papa Francesco, pur sapendo in cuor suo che negare l’eucaristia ad una persona buona e onesta che convive con una persona pure buona e onesta, è una grave ingiustizia, un vero peccato, non ha avuto il coraggio di dirlo chiaramente. Il 25 febbraio 2017, ebbe a dire ai parroci partecipanti al corso di formazione sul nuovo processo matrimoniale: “Fatevi prossimi, con lo stile proprio del Vangelo, nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere senza sposarsi. Essi, sul piano spirituale e morale, sono tra i poveri e i piccoli, verso i quali la Chiesa, sulle orme del suo Maestro e Signore, vuole essere madre che non abbandona ma che si avvicina e si prende cura. Anche queste persone sono amate dal cuore di Cristo. Abbiate verso di loro uno sguardo di tenerezza e di compassione. Questa cura degli ultimi, proprio perché emana dal Vangelo, è parte essenziale della vostra opera di promozione e difesa del Sacramento del matrimonio”. Non ebbe il coraggio di aggiungere: “Non mortificate queste persone buone e oneste che si accostano all’altare per ricevere l’ostia consacrata, negandogliela”. Quel prete di Castelfranco Veneto ha mortificato Roberta, inducendola ad allontanarsi dalla Chiesa e da Dio.
Gli uomini della Chiesa sono molto interessati a ciò che fanno nella loro intimità le persone che si amano, e pensano che pure il buon Dio abbia lo stesso interesse. Così va il mondo.
A don Mauro Leonardi, il prete che risponde a Roberta, vorrei invece chiedere: In che modo facendo recitare una Messa si aiutano i cari defunti? Il buon Dio dà uno sconto di pena ai “prigionieri” che hanno la fortuna d’avere parenti sulla terra che ordinano Messe? Più Messe si recitano e maggiore è lo sconto della pena?
Renato Pierri