Blog / Scritti segnalati dal blog | 23 Marzo 2017

Padre Nicolas – Può esserci più amore cristiano in una coppia irregolare che in una sposata in chiesa

Può esserci più amore cristiano in un’unione canonicamente irregolare che in una coppia sposata in chiesa”. Padre Adolfo Nicolas, Superiore Generale dei Gesuiti all’epoca dell’intervista (7  ottobre 2014), attraversa a piedi l’ingresso vaticano del Petriano con la borsa nera in mano: sul bavero del clergyman la traduzione araba del motto assegnato da Sant’Ignazio di Loyola alla Compagnia di Gesù: “Per la maggior gloria di Dio”. Il “papa nero” che guida 18mila religiosi sparsi in 112 nazioni riscontra che “Il Sinodo sta completando il Concilio”.

Sarà aggiornata la morale familiare?
“La discussione, libera e franca, si sta indirizzando verso il cambiamento, l’adeguamento pastorale alla mutata realtà dei tempi odierni. E’ un segno epocale perché invece in questi anni ci sono state forze che hanno tentato di riportare indietro la Chiesa rispetto alla grande stagione conciliare”.

E per la comunione ai divorziati risposati?
“Non si può impedire al Sinodo di discuterne come vorrebbe qualcuno. I vescovi non sono stati convocati per ribadire idee astratte a colpi di dottrina, bensì per cercare soluzioni a questioni concrete. Significativamente il Papa e molti padri sinodali hanno fatto riferimento nei loro interventi ai testi del Concilio. Ad esprimersi è quella la Chiesa in ascolto dello spirito che anche il cardinale Martini ha auspicato fino alla fine della sua vita”.

I conservatori parlano di dottrina in pericolo…
“E’ sbagliato assolutizzare. Prendiamo il caso delle unioni di fatto. Non è che se c’è un difetto tutto è male. Anzi c’è da qualcosa di buono laddove non si fa male al prossimo. Francesco lo ha ribadito: “Siamo tutti peccatori”. Va alimentata la vita in ogni campo. Il nostro compito è avvicinare la gente alla grazia, non respingerla con i precetti. Per noi gesuiti è prassi quotidiana. Lo sa bene l’Inquisizione”.

In che modo?
“Il nostro fondatore Sant’Ignazio è stato sottoposto per ben otto volte all’esame dell’Inquisizione dopo aver parlato di ascolto dello Spirito. Allora come oggi per noi conta più lo Spirito perché viene da Dio rispetto alle regole e alle norme che invece sono opera degli uomini. Alla morale familiare e sessuale servono dolcezza e fraternità. Non si tratta di dividere ma di armonizzare. Non si può evangelizzare le persone a colpi di Vangelo. Solo la scelta di concentrarsi su Cristo mette al riparo dalle sterili dispute, dalle controversie ideologiche astratte. Le lacune e le imperfezioni non inficiano l’interezza dell’evoluzione della famiglia nella società degli ultimi decenni. Se c’è qualcosa di negativo, non significa che tutto è negativo”.

intervista di Giacomo Galeazzi tratta da La Stampa