Blog / Renato Pierri | 01 Gennaio 2017

Le Lettere di Renato Pierri – Preghiere inutili per un bambino malato

(dialogo immaginario tra due monache su una storia vera)
Veronica: “Ma tu hai letto, Teresa mia, che cosa scrive don Mauro Leonardi sul suo blog? Aspetta: «Sono felicissimo di far conoscere nelle ore della vigilia di Natale la bellissima storia di Mirco, bimbo di tre anni malato di un gravissimo tumore che avrebbe dovuto morire nel giro di 10 giorni e che invece, inspiegabilmente, migliora di giorno in giorno. L’intenzione mia e della zia di Mirco è che, nel far conoscere questa storia, tante persone si associno alla preghiera per la guarigione di Mirco»”
Teresa: “So già come la pensi, amore mio, pensi che pregare per la guarigione del piccolo Mirco è perfettamente inutile. Se guarirà, e sia io sia tu speriamo che guarisca, non dipenderà certo dalle preghiere. Tuttavia, io una preghierina la farei lo stesso. Non si sa mai”
Veronica: “Ma sì, ma sì, preghiamo pure. Mi sorprende l’ingenuità del prete, che tra l’altro, lo sai, mi è tanto simpatico. A sentir lui, sembra che più sono le persone che si associano alle preghiere, maggiore sono le possibilità che il bimbo guarisca”
Teresa: “Sì, con quel “inspiegabilmente” il sacerdote sembra addirittura alludere alla possibilità di un miracolo dal cielo”
Veronica: “E questo perché non si pensa a tutti i bambini, uguali a Mirco. Miracolo per uno sì e mille no? E perché?”
Teresa: “Hai ragione, cara, perché uno sì e mille no? Le preghiere di una solo madre disperata valgono forse meno delle preghiere di tante persone che si associano?”
Veronica: “Ma certo, arriva in paradiso una valanga di preghiere tutte per il piccolo Mirco. San Pietro le prende tutte e le scarica davanti alla Madonna, che le porta al Figlio. E come fa il Figlio a tirarsi indietro? Non può dire di no alla sua mamma, e compie il miracolo invocato. Per un altro bimbo, magari nella stanza a fianco a quella di Mirco, nello stesso ospedale, sono arrivate in cielo le preghiere accorate di pochissime persone, e di conseguenza niente miracolo, niente guarigione inspiegabile, il bimbo muore.
Veronica: “Oltre don Mauro, mia cara, ci sono altri ingenui in questa storia. Senti che cosa scrive la zia del piccolo: «Buongiorno don Mauro… Sono venuta a conoscenza del fatto che Marija Pavlovic Lunetti vive a Monza e sul suo Blog ho letto che lei l’ha incontrata. Questa grave malattia ci sta portando a conoscere persone meravigliose e tanto impegnate. Mi rendo conto di aver vissuto in una profonda ignoranza. Vorrei tanto poter arrivare anche a Marija e chiederle di pregare per Mirco. Non conosco un modo meno sfrontato per chiederle se lei può aiutarmi a contattarla. So che c’è tanta gente che soffre e che chiede grazie, ma non potevo non fare anche solo questo piccolo tentativo»”
Teresa: “Che grande pena, poverina. Ci si aggrappa a tutto. Io la capisco”
Veronica: “Tu pensa, poverina, magari sarà rimasta anche delusa, amareggiata, giacché don Mauro le risponde che non ha rapporti con la veggente di Medjugorje. E come indurre il buon Dio a salvare il piccolo senza le preghiere della veggente? Ma queste cose lei le scriveva nel mese di agosto. Adesso, senti che cosa scrive, mi verrebbe da dire grazie a Dio, anche se so che Dio nella vicenda non c’entra per niente, scrive: «… da metà novembre a questa parte migliora di giorno in giorno. Dagli esami strumentali, purtroppo, il quadro rimane per lo più invariato seppur leggermente e inaspettatamente migliorato (i medici suppongono per un effetto molto ritardato della radioterapia), ma noi continuiamo a sperare che Mirco possa continuare a migliorare, “inspiegabilmente”, proprio come ha fatto finora. Confidiamo in Dio e continuiamo a pregare perché Mirco possa guarire. Grazie per le sue preghiere e per tutte le persone che ha voluto coinvolgere. Se Mirco è qui è anche grazie a voi». Vedi? E’ persuasa che il bambino sta meglio anche grazie alle preghiere di don Mauro e associati. Ma è possibile?”
Teresa: “Fa tenerezza, tanta tenerezza”
Veronica: “Sì, viene sempre il dubbio, però: è giusto lasciare nell’illusione queste persone, oppure è giusto aprire loro gli occhi, dire loro la verità?”
Teresa: “Non lo so, non lo so. Speriamo con tutto il cuore che il bambino guarisca, ma se ciò non avvenisse, che cosa dovranno pensare tutti coloro che hanno tanto pregato? Che non è servito a nulla? Che il buon Dio non si è mosso a compassione?”
Veronica: “Alcuni in questi casi perdono la fede, altri dicono che non possiamo comprendere i disegni di Dio… Senti ancora che cosa le chiede don Mauro: «Mi dai la possibilità di pubblicare sul mio blog le tue mail?». E lei risponde: «Certo, anzi, grazie: in questo modo tanta altra gente pregherà per lui»“.
Teresa: “Persuasissima, poverina, che più gente prega, più possibilità ci sono di un intervento divino”.
Veronica Tussi

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/lettere/indice_1483103477.htm

http://www.ilpasquino.net/preghiere-inutili-per-un-bambino-malato/

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=90552

3 risposte a “Le Lettere di Renato Pierri – Preghiere inutili per un bambino malato”

  1. Onda ha detto:

    Non trovo motivi per contraddirti Renato hai ragione.Dobbiamo dire a Dio, sia fatta la tua volonta

  2. Zia di Mirco ha detto:

    In effetti mi chiedo spesso perché di tanti bambini che soffrono, di tante persone che patiscono sofferenze nel corpo e nello spirito, proprio questa famiglia di gente ordinaria, comune, di peccatori, dovrebbe essere risparmiata e godere di una grazia tanto grande.
    Si prega spesso “per tutti i bambini malati”, tra queste intenzioni è compreso anche il nostro piccolo Mirco, ma sapere che il suo nome venga proprio pronunciato mi dona forza e speranza. Tanto più se chi prega per Mirco è un consacrato (dovrebbero essere quelli con più fede, le monache del dialogo sono davvero poco rassicuranti). Ancora di più se Mirco viene presentato a Gesù eucaristia. Chissà perché.
    Il punto è che la immagino un po’ così: cercare di far conoscere Mirco è un piccolo”sforzo”, che potrebbe essere gradito a Dio. Spesso mettiamo le mani avanti rifugiandoci dietro a quel “sia fatta la Tua volontà”. Certo, non conosciamo i disegni di Dio, ma dobbiamo provarci a rivolgergli una preghiera con profonda fiducia, certi che ci esaudirà se è per la Sua Gloria e per il bene delle nostre anime. Dal Vangelo apprendiamo bene che ciò che permette le guarigioni miracolose di Gesù è la fede (la preghiera di una madre disperata fatta con fede dovrebbe bastare, sì), e noi, come famiglia, ce la stiamo mettendo tutta, ci proviamo. Anche chiedere preghiere è un piccolo atto di fede. Anche cercare la veggente assumeva questo significato, un piccolo “sforzo”, un piccolo atto di fede. È questo il significato anche di un pellegrinaggio, no? Un sacrificio offerto a Dio, un piccolo sforzo anche se in realtà fatto con tutta la gioia dello spirito. Nessuno conosce la volontà del Padre, sappiamo solo che gradisce essere messo al primo posto. Sappiamo che donandoci Suo figlio Gesù e la Vergine Maria, insieme a tutti i Santi, ci apre le porte a un infinito mondo di grazie e misericordia. Gesù ha detto “Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio gliela concederà”, o ancora “Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a coloro che gliele chiedono”. Perché non dovrei credere che il Vangelo sia attuale? Gesù è sempre lo stesso. Certo noi siamo molto cambiati, siamo sempre più peccatori, ma voglio confidare nella misericordia di Gesù… sperare che voglia ascoltare le nostre suppliche anche se siamo miserabili peccatori. E più persone conoscono la storia di Mirco, più grande sarà la Sua gloria.
    Lo so, manca qualcosa di fondamentale a ciò che ho detto. Gli uomini di profonda fede sanno bene che la sofferenza ci rende più simili a Gesù, più vicini a lui e che dobbiamo accettarla come un grande dono, una grande grazia. Noi, davvero, l’abbiamo accettata. Non avrei mai creduto di poter tirare tanto bene, da una sofferenza così grande, è proprio vero che “la sofferenza é lo scalpello nelle mani di Dio, con cui scolpisce e rende buone e belle le nostre anime”. Tuttavia, dopo il recupero “inspiegabile” di Mirco, voglio credere che questa storia abbia un altro finale, che la sofferenza di Mirco ha già salvato tante anime e che adesso sarà la sua vita a salvarne altrettante e forse più.
    Spero davvero di diventare testimone di una storia meravigliosa.
    Grazie per le vostre preghiere, grazie don Mauro. Continuiamo a pregare per questo piccolo ma grande guerriero della luce.
    Gesù confido in te.

  3. Zia di Mirco ha detto:

    “Ma certo, arriva in paradiso una valanga di preghiere tutte per il piccolo Mirco. San Pietro le prende tutte e le scarica davanti alla Madonna, che le porta al Figlio. E come fa il Figlio a tirarsi indietro?”
    Io non ho idea di “come funzioni”, ma sono sicura che ogni preghiera di intercessione fatta su questa terra ha avuto un peso fondamentale e grande valore.
    Ancora grazie.