Blog / Rassegna stampa | 13 Agosto 2016

FaroDiRoma – Schwazer. Dopo don Ciotti interviene don Leonardi. La tesi del complotto non aiuta il recupero umano

Chiede e merita rispetto Alex Schwazer. Ma siamo scuri che il modo migliore di rispettarlo è straparlare di una cospirazione ai suoi danni? Dopo le parole di don Ciotti che ha difeso a spada tratta il marciatore squalificato per doping per la seconda volta (stavolta si proclama innocente ma l’altra volta fu reo confesso e travolse nella sua disgrazia anche l’allora fidanzata Carolina Kostner, nella foto), interviene sul web un altro sacerdote, don Mauro Leonardi (nostro editorialista) che sull’Huffington Post si chiede se questa difesa sia del tutto sensata.

“La cospirazione anti campione italiano fa parte del mondo: ‘c’è una cospirazione contro di me e io non nemmeno capisco perché’. Se bocciano mio figlio, il mio primo pensiero – scrive il sacerdote – è che gli insegnanti ce l’hanno con lui o vado a controllare che i libri siano almeno usciti dal cellophane in cui erano incartati quando ce li hanno venduti (perché, se ricordo bene, i libri lui da solo nemmeno li andava a comprare e l’ho dovuto accompagnare io)? Non so se sia solo un malcostume italiano, ma è di certo un malcostume: un minestrone con ingredienti malati che troppo spesso contraddistinguono la nostra vita, tutto un mondo fatto di carnefici coalizzati inspiegabilmente contro delle povere vittime ignare ed innocenti”.

“Non voglio – chiarisce don Leonardi – fare dello spirito. Qui c’è un ragazzo con una vita interrotta, non solo un sogno o una carriera sportiva. I complotti esistono davvero ma leggere complotti ovunque significa precludersi la possibilità di prendere in mano la propria vita. Perché il complotto, per definizione, non è verificabile. O lo sai per davvero, ma allora sei uno di quelli che i complotti li tesse e li sventa e quindi, proprio per questo, non puoi dire la verità; o non lo sai e allora sei uno come me. Uno che non sa. E allora dire sistematicamente che i giudici sono tutti delinquenti, che i politici sono corrotti, che i gay non esistono ma sono le lobbies a crearli, e via andando, significa minare l’esistenza della società civile”.
“Io – aggiunge don Leonardi – non sono Jason Bourne e se il codice della strada mi dice di non mettermi alla guida dopo aver bevuto non è perché Bruxelles ha deciso di affondare l’industria vinicola italiana ma perché vuole salvare la mia vita e di chi si mette in strada con me. Comportarsi altrimenti, soprattutto in momenti delicati come quelli che stiamo vivendo, si chiama sciacallaggio. Esiste quello di guerra, di quando si è colpiti da calamità naturali, da disgrazie e da epidemie. Dalle Olimpiadi di Rio, esiste anche quello sportivo”.