
MIO n. 8 – Un prete per Chiacchierare / È dura sfidare Satana
Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa volta, verrà devoluto a una donna mussulmana che scappa dal marito che la picchiava e non ha i soldi per pagare l’affitto
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Gentile don Mauro,
ho notato che i parroci non si comportano in maniera univoca quando a fare da padrini o madrine per battesimi o cresime sono chiamate persone separate o divorziate. Alcuni sacerdoti dicono di sì, altri oppongono il loro più assoluto divieto. Perché? Quale regola dovete rispettare?
Maria Rosa, Codogno (Lodi)
Un po’ dipende dalle diocesi. A Roma, in linea di principio, bisogna che il padrino sia maggiorenne, abbia battesimo, comunione e cresima, conduca vita cristiana esemplare, non conviva, non sia causa di separazioni e di divorzi, e si impegni ad educare cristianamente il bambino. Aggiungo però che queste regole non sono sempre rispettate: il motivo è che nel merito c’è molta discussione: c’è addirittura chi pensa che l’istituto dei padrini andrebbe cambiato o soppresso. E, d’altra parte, i bambini che vanno a catechismo spesso sono figli di divorziati e separati e la loro situazione parrebbe meglio compresa da chi vive le stesse condizioni. Quindi, alla fine, alcuni parroci si affidano più alla conoscenza personale del candidato che alle regole. In effetti possono esserci persone non “in regola” ma che hanno una vita di fede pienissima.
Caro don Mauro,
che senso ha nel terzo millennio avere dei preti esorcisti? Non pensi che a volte un buono psichiatra sarebbe più indicato per alcune persone che dicono di essere possedute?
Eugenia, Pozzallo (Ragusa)
Per la fede cristiana il demonio esiste, non è un essere mitologico. Nei vangeli si distingue chiaramente tra malattie psichiche e possessioni diaboliche, perciò bisogna distinguere caso per caso. Gli esorcismi sono preghiere che qualsiasi sacerdote può svolgere ma, poiché è molto pericoloso rapportarsi col diavolo, è necessario che svolgano questo compito solo quei preti cui il vescovo dà l’incarico.
Carissimo don Mauro, ci conosciamo su Facebook dove ogni sera posto la mia preghiera sulla tua pagina. Ho stima di te e vedo siamo tanti visto che in poco tempo la tua pagina ha superato i 22 mila seguaci. Ci sono tanti sacerdoti come te che seguono il vangelo, la gente, e fanno del bene, ma che dire di quelli sempre più numerosi che cedono alle lusinghe del diavolo e si danno alla bella vita, ai lussi e lussurie varie con i soldi della carità destinati ai poveri? La gente perde fiducia negli uomini di Dio e nella chiesa. Dice, mi confesso da uno così? Prendo comunione da queste mani? E si allontana. E Satana se la ride. Non si dovrebbe porre più attenzione nel formare sacerdoti, e ordinarli solo se si è certi di una vera, sincera vocazione? Sappiamo che sono umani e la carne è debole, ma un conto è una caduta un conto è sfruttare i beni dei poveri per i propri comodi. Mi perdonerai, ma penso sia la domanda di tanta gente. Grazie e prega per me come sempre. Dio ti benedica e dia forza. Franca
Le tue domande sono così vere che in sé hanno già parte della risposta. Per un prete essere causa con il proprio comportamento dell’allontanamento da Dio e dalla Sua Chiesa, è un atto gravissimo. Però ogni volta che pensiamo che un sacramento sia un po’meno degno perché indegne sono le mani e la vita di chi ce lo porge, Satana se la ride: perché Satana non ha paura dei nostri peccati – noi siamo peccatori – ha paura della misericordia di Dio, teme la Sua presenza in noi. Pertanto, se ci riusciamo, prima di allontanarci da loro chiediamo a quei preti di confessarsi dai loro peccati. Quindi Franca prega per me: che io sia un prete che prima di confessare qualcuno mi confessi io stesso.