Articoli / Blog | 01 Marzo 2016

L’ Huffington Post – Tobia Antonio e l’uso politico della preghiera come un’arma

Il giorno dopo la nascita di Tobia Antonio, il figlio surrogato di Nichi Vendola ed Eddy Testa, sono stato sommerso di richieste di preghiere che non credo abbiano fatto piacere a Dio, certamente non al Dio cristiano. Direi che mi sono trovato dinnanzi all’uso politico della preghiera.

Preghiamo per il dolore inflitto a quel bimbo che è stato strappato dal rapporto naturalmente costitutivo con la mamma”; “preghiamo per Tobia Antonio cui è stato lacerato il cuore ferendolo in modo profondo, lancinante, oscuro”; “preghiamo per un bimbo cui è stata tolta la mamma per un capriccio”; “preghiamo per la vita grama che aspetta un bambino innocente volutamente procuratagli dall’egoismo di due ricchi truffatori, che non farebbero un tale torto a un cucciolo di cane o di gatto, in Europa più tutelati di un bambino”. Potrei andare avanti: il campionario bizantino-liturgico delle atrocità ha molte varianti.

Le fonti sono le stesse mailing list, gli stessi gruppi di whatsapp, di facebook, di twitter che convocavano le persone per appuntamenti vari contro il ddl Cirinnà e che anche allora facevano pregare “contro”: le votazioni in commissione, in aula, in parlamento, in senato. Perché non passi, perché non avvenga, perché cada. Contro, contro, infaticabilmente contro.

Il 22 maggio 2013 Papa Francesco diceva, per la prima volta da Papa, che nessuno deve uccidere in nome di Dio, che anche soltanto dirlo è bestemmia. La vita non andrebbe usata mai, mai, neanche per nobili scopi andrebbe usata. Non va usata mai mai, contro qualcuno.

Invece, a poche ore dalla sua nascita, già la culla di Tobia Antonio è diventata un’arena in cui scontrarsi. Siamo riusciti a fare della vita, della nostra vita, un tema politico, partitico, dimenticandoci che, prima di tutto, non è un tema: siamo noi, è un bambino. In secondo luogo, molto in secondo luogo è un tema politico.

Allo stesso modo, siamo riusciti a fare di quello che è l’intimissimo dialogo tra noi e Dio, la preghiera, uno strumento di propaganda. Perché chiedere preghiere che sono “per” Antonio Tobia in realtà è chiedere preghiere che sono “contro” Eddy e Nichi. Farlo pubblicamente, poi, significa solo voler far sapere da che parte si sta, voler far la conta di quanti siamo. Noi contro loro. È voler far sapere che la sua nascita ci suscita indignazione, che i suoi genitori sono degli egoisti compratori di bambini e sfruttatori di donne. Ci sono molti modi per dire i propri dubbi sulla maternità surrogata, sulle relazioni complesse che crea – magari dire che vanno oltre il limite della mia comprensione – ma non è mai lecito l’uso politico della preghiera come arma. Mai. Non si combatte contro due uomini, usando Tobia Antonio e usando la preghiera per mandar loro a dire cosa penso del loro operato.

Ci sono persone che dicono di volersi riconciliare ma in realtà dicono parole che suonano come nuove accuse: “Sì, sono disposto a riconciliarmi: dipende soltanto da te accettare la mia disponibilità a riconciliarmi”. Non si fa così: quando voglio davvero perdonare, l’altro deve sentire che soffro per il dissidio, che mi dispiace che sia successo quel che è successo e che non attribuisco a lui tutta la colpa. Se anche pensassi che Vendola e il compagno andassero perdonati perché hanno peccato, dovrei comportarmi in modo radicalmente opposto. Tutto al contrario rispetto a quanto arriva con queste finte richieste di preghiera che dicono solo parole contro: contro Vendola e Testa.

Perché appunto, quand’anche pensassimo che Nichi e compagno sono peccatori e propagatori di peccato, noi propagatori del vangelo dovremmo essere i primi a sapere che è proprio a loro che dovrebbero essere lavati i piedi. E invece infanghiamo con scurrilità il loro nome e usiamo un neonato per lanciare anatemi travestiti da preghiera.

Quale logica ci fa scorrere tra un’immagine della Madonna, un invito ad un convegno sulla famiglia cristiana e un appello ad unirsi in preghiera per Tobia Antonio contro Eddy e Nichi? Nessuna logica perché non sono preghiere davvero. Non sono rivolte a Dio. Sono dita puntate contro Nichi Vendola per far sapere che è in grave peccato a quelli che la pensano come noi e che fanno per bene gruppo, famiglia, con noi.

Così la famiglia, da cosa bella dei figli di Dio, diventa cosa nostra, mafia che uccide anche solo con le parole. Fermiamoci per favore, e chiediamoci se crediamo che Dio sia Padre anche di Tobia Antonio.

 

Tratto da HuffingtonPost

A1 Am

Tracce.it

Zazoom

Libero.it

67 risposte a “L’ Huffington Post – Tobia Antonio e l’uso politico della preghiera come un’arma”

  1. Giuseppina ha detto:

    Mamma di Tobia Antonio come fai a lasciare il tuo bambino in questa tempesta?l’hai avuto per 9 mesi nel tuo grembo,un segno l’avrà lasciato,uno scalciare,un sussulto,e quando vedevi e sentivi il suo cuoricino nell’ecografia,non hai provato una sensazione di grandiosità,ebbene,sappi,qualsiasi somma riceverai per quanto sostanziosa sarà,non ti potrà restituire quello che hai provato quando lo trattenevi dentro di te.
    Spero che tu,mamma “incontri”qualcuno che ti faccia ripensare ciò che stai facendo.Ecco,io prego per te,tu ed il tuo bambino potete essere il cambiamento autentico di questa società.La lettera avrebbe lo stesso valore e le stesse parole anche se i richiedenti fossero Lucia e Bruno.

  2. renato pierri ha detto:

    Bravo, Mauro. Articolo giustissimo.

  3. Giuseppina F. ha detto:

    Bellissimo sono senza parole!che coraggio don.Mauro!!hai detto la verita.Ma certo che ce l hanno con i due omosessuali e chiedono preghiere a Dio usando il bambino.Ma Dio come puo ascoltare preghiere cosi celate da tanta cattiveria?Dio non é un giudice ascolta le preghiere sincere perche legge nel cuore.San Gregorio infatti considerava la preghiera uscita dal cuore del cristiano come la fraganza dell incenso che si diffonde da un turibolo.Invece in queste preghiere assurde c è puzza di zolfo;e di bruciato;ispirate dal Maligno che s impossessa dei cuori pieni di odio verso gli omosessuali

  4. Tito Potito ha detto:

    Insomma, il problema è sempre un altro…

  5. Paola ha detto:

    “quando voglio davvero perdonare, l’altro deve sentire che soffro per il dissidio, che mi dispiace che sia successo quel che è successo e che non attribuisco a lui tutta la colpa.”

    Questo forse vale pure per chi giudica la vicenda male? Cioè i cattolici che per eccesso di zelo si stanno dando da fare non sono loro stessi bisognosi del nostro perdono?

  6. Alatar ha detto:

    Caro don Mauro, OK per le richieste di preghiera.
    Le domande che faccio però sono: perché, nell’ambito di una vicenda come questa, neanche una parola sulla pratica della maternità surrogata (non ci credo che si possa liquidare con un mero accenno alla “complessità” e al Suo presunto -non credibile- limitato comprendonio)? E neanche una parola sulla mamma? Capisco i ponti, ma, davvero, ogni tanto si ha l’impressione che Lei voglia sempre trovare il lato “contrario” ad un certo sensus fidelium, che veramente i ponti li trovi solo con chi -apertamente- ce l’ha con la Chiesa.
    Per fare dialogo ci vuole onestà intellettuale, e forse Lei ne vede di più di quella che vedo io in giro nei nostri interlocutori.
    Anche sulle unioni civili (il Suo articolo sui veri “silenziati”): c’è bisogno delle unioni civili per dare diritti sacrosanti ai conviventi? Forse il vero obiettivo era un altro, tanto che siamo bombardati da Tobia Vendola forse anche in preparazione a qualche emendamento o altro…no?
    Lei è favorevole alle unioni civili: bene (anche se considerazioni di slippery slope, principio di precauzione, si potrebbe consigliare il contrario). Ma alla stepchild adoption? Al principio per cui la famiglia è solamente quella costituita da un uomo e una donna? Che cosa pensa sull’utero in affitto? Ogni tanto abbiamo bisogno di sentirla anche dalla nostra.
    Firmato: uno che adora le Sue meditazioni e vive con i Suoi libri (Come Gesù e Mezz’ora, mea culpa sul Signore dei Sogni che non ho ancora preso) e che ha avuto la fortuna di parlarLe a quattr’occhi, ancorché in un breve passaggio in motorino, ma che francamente fa fatica a capire tanti articoli del blog.

  7. ann ha detto:

    @Paola sì anche per me è quasi incomprensibile ma non penso che in tutti i casi si possa parlare di sfruttamento…ma non so, andrebbero intervistate tutte.
    A proposito di questo ultimo articolo mi è tornato in mente il Vangelo di oggi. Gesù parla di “perdono all’infinito” altrimenti ci perdiamo il perdono di Dio. “Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello”. Sì, vale per tutti. Perdonare di cuore..è una cosa grossa

  8. mauroleonardi ha detto:

    Alatar ho appena finito di chiedere all’amicp Carlo Climati, che scrive su Zenit e con cui sono stato oggi all’università Europea per parlare del blog, di fare una serie di articoli su Utero in affitto ecc. ecc.
    Tu sei un serio professionista – ho capito bene chi sei – e sai meglio di me che è importante che ciascuno si muova nel proprio campo. Sono certo che con l’aiuto di altre persone (anche il tuo se vorrai) riusciremo a far sì che il blog dia un’offerta informativa più completa.
    Per il resto, potrei fare molte puntualizzazioni sulle affermazioni che mi attirbuisci nel resto del post ma ti invito solo a leggere tutti gli articoli che scrivo, non solo quelli su L’Huffington Post.

  9. Tres ha detto:

    Don Gianpaolo mi sei piaciuto molto.

    @Giuseppina spero che a Tobia vengano risparmiate anche tutte le tremende vignette con foto dei suoi genitori e relative battute oscene.

  10. Giuseppina F. ha detto:

    Lo spostare alla mamma poi il concetto è ancora piu grave perche si vuole sempre condannare questi omosessuali.Sono donne che sono state pagate molto per prestare l utero;quindi non c é scusa che tenga!Nessuno ha mai parlato per gli etero che lo fanno quindi é ingiustificato celare l avversione verso l omosessualita mettendo in mezzo mamma e figlio e tantomeno farlo cercando preghiere a Dio.è come quando uno manda maledizioni uguale!ma Dio ascokta chi maledice??noooooooo

  11. acida ha detto:

    Gpc : Bello! Bello! Bello!!!

  12. Giuseppina F. ha detto:

    Bellissima la lettera di don Gianpaolo descrive bene i cattolici di apparenza che non conoscono la parola misericordia e stanno sempre a puntare il dito contro gli altri.Si vergognino di dirsi tali dopo le ignobili schifezze che hanno pubblicato su facebook!farisei ed ipocriti!facce dure che innalzano preghiere a Dio contro gli altri mettendo in mezzo bambine e donne e mettono Gesu pure in mezzo come facevano i crociati al grido di in nome di Gesu Cristo!!

  13. Giuseppina F. ha detto:

    Non.vedo nessuno che parla di accoglienza di comprensioverso queste persone mi sento come sola in mezzo ad una folla che grida crocifiggilo!!Signor Guido qui si infliggono solo condanne e se qualcuno ha parlato di esssere misericordiosi ha messo prima i puntini sulle i.Questo è il cattolicesimo??ma Gesu siete sicuri che questo ha insegnato??a giudicare;condannare;burlare il diverso?a me non sembravproprio che nella sua vita abbia fatto questo.Lo ricordo accogliente e misericordioso.Fare del male cosi a persone omosessuali mi fanno vergognare di dire sono cattolica!!che ignominia.Ora li abbiamo messi sulla croce che facciamo ci dividiamo le vesti come Gesu??

  14. Betulla ha detto:

    Mauroleonardi@ Il mio discorso è logico filosofico, non di merito.
    Ciò che è evidente, per definizione non può essere dimostrato perché la dimostrazione non è altro che un procedimento per il quale, in base a deduzioni e ragionamenti sui principi, se rende evidente ciò che in partenza non lo era. Quindi la conoscenza per dimostrazione è più debole di quella per evidenza: se qualcuno non accetta una conoscenza evidente mai e poi mai ci arriverà per dimostrazione. Il mare è salato, è evidente. Se qualcuno, dopo aver provato a bere acqua di mare negasse che è salata non si potrebbe provare a dimostrargli che si sbaglia. Il problema sta da un’altra parte, non se se è chiaro. Quelle che sto dicendo sembrano cose complicate ma sono cose semplicissime che gli uomini sanno dai tempi di Aristotele.
    Ciò semplicemente aiuta a capire perché siano completamente inutili i corsi di antropologia sul fatto che l’uomo è maschio e femmina: cioè, possono avere diverse forme di utilità tipo creare appartenenza o rafforzare le convinzioni dei già convinti ma mai serviranno a convincere un non convinto.
    Betulla@ Molto semplicemente quindi,se per un numero sempre più elevato di esseri umani che non percepiscono più le evidenze prime della realtà, perchè la loro mente è oscurata dall’emotivismo o da un procedimento di razionalità alterata, non c’è alcuna speranza d’intervenire sollecitandone l’intelligenza , capacità fondante della persona umana. Ho capito bene o sto sbagliando?

  15. Ambrogio ha detto:

    Alla madre le vignette verranno sicuramente risparmiate, visto che sparisce dalla scena, al padre tutto sommato pure, visto che non è così famoso. Resta Vendola, che però non è né il padre, né tanto meno la madre.

  16. Ambrogio ha detto:

    Ma smettila…

  17. Lucio Corrado Brancaforte ha detto:

    Caro don Mauro ,
    continuo la chiacchierata già iniziata con la mia precedente lettera e la sua risposta.
    In primo luogo mi scuso per non avere capito che, a suo parere, la posizione laica non era stata iper- rappresentata a danno del “pensiero tradizionale”; cercherò di essere più attento la prossima volta.
    Vorrei chiarire inoltre che:
    • non mi sento rappresentato dal Familiday. Cerco di ragionare con la mia testa dopo essermi informato per quanto possibile sugli argomenti. Per quella che è la mia esperienza e la conoscenza di amici che hanno partecipato al Familiday devo dire che c’erano posizioni variegate e più o meno combattive;
    • penso che la famiglia in Italia non sia aiutata perché non se ne è capita la essenzialità ai fini del bene complessivo della società;
    • i politici nostrani sono esattamente la nostra espressione. Di fatto ci rappresentano bene ed è stupido prenderne le distanze. Un mio amico “Onorevole” mi diceva che, per quello che aveva potuto notare, il problema dei suoi colleghi era quello di capire come fare ad essere rieletto. A tale scopo era lecito cambiare casacca più e più volte; poi veniva, eventualmente, il bene comune. Tale comportamento ha l’equivalente in tanti comportamenti aziendali ed in tante “carriere” manageriali che ho avuto modo di ammirare in Aziende di vario tipo;
    • il fatto stesso che il suo blog sia “frequentato”, testimonia per lo meno che c’è un uditorio che la apprezza e che condivide le sue opinioni. Altri dissentono, ma non si può piacere a tutti. L’importante è che rimanga nell’ambito del dibattito tra persone civili;
    • scomunica o non scomunica, convivenza o non convivenza, comunisti o non comunisti, non ho mai avuto difficoltà (né mai mi è stato detto di dare loro l’ostracismo) a trattare, frequentare e volere bene a conoscenti e amici che erano o sono in quelle condizioni. Agli amici volevo, voglio e vorrò bene per quello che sono, non per quello che vorrei che fossero o sarebbe opportuno che fossero. E voglio essere voluto bene allo stesso modo, altrimenti vuole dire che non mi vogliono bene. Non ho avuto bisogno di un cambio di pastorale.
    Vengo però alla parte che, almeno per me, è quella più interessante della sua risposta. Lei sembra cercare risposte a una serie di dubbi/domande: come mai l’elenco dei principi non fa cambiare gli altri? Come fare ad essere “prossimo” agli altri essendo rispettosi del loro modo di essere ? come formare la coscienza?
    Ovviamente i dubbi e/o le domande devono comunque avere delle risposte, altrimenti si arriva alla paralisi, In questo penso che il blog possa essere di grande utilità se ognuno abbozza le sue risposte che, parziali per quello che si vuole, rappresentano comunque un modo di affrontare la realtà.
    Cercherò, sinteticamente di abbozzare le mie e mi piacerebbe leggere quelle altrui.
    Non credo che si tratti di sbandierare principi e valori, quanto piuttosto di viverli e fare in modo che essi siano attrattivi per gli altri, ad incominciare da che ci è più vicino (moglie, figli, parenti, amici, colleghi di lavoro, et). C’è bisogno di tanto lavoro umile, perseverante e nascosto. Non è un caso che si dica che “il migliore predicatore è frate Esempio”. Ne consegue che si deve iniziare da sé stessi per essere poi credibili per gli altri. Poi, a tu per tu, singolarmente, si potrà affrontare il sistema dei valori cercando di mostrare la bellezza e l’armonia. Occorre essere davvero amici (nel senso di cui alle righe precedenti) delle persone. Gli uomini seguono e si entusiasmano per gli esempi, difficilmente per le teorie. Insomma ci saranno anche i momenti in cui si dovranno difendere e fare pubblicamente conoscere i valori, ma è l’esempio che trascina.
    Credo che se il sentire comune è tanto lontano da una serie di valori è perché ci sono stati troppi pochi esempi luminosi di coerenza silenziosa e discreta con i valori detti. Oltre a questo, anche tanta dottrina (conoscenza della verità che è quella che ci farà liberi) perché “per fare il bene, bisogna anche saperlo fare”.

    Come fare ad essere prossimo per gli altri? In fondo penso di avere già dato la risposta: facendosi amici degli altri. Certo è evidente che il primo passo è il rispetto reciproco delle opinioni, ma non basta discutere civilmente, occorre che le persone sentano che loro non ci sono indifferenti, che ognuno di loro vale il nostro tempo, che ognuno di loro può venire a chiedere aiuto, consiglio, a sfogare le proprie amarezze, che ci facciamo carico dei loro problemi, che non li giudichiamo per le loro idee, il loro modo di essere. Ogni uomo è molto più ricco dell’ideologia che professa e della scelta di vita che ha fatto.
    Caro don Mauro, visto e considerato che le piace Papa Francesco, ne prendo a prestito un’espressione: siamo noi “l’ospedale da campo” presso il quale chi ci è vicino si può recare per essere curato, lavato, disinfettato, et. Ma per fare questo c’è bisogno che “meditiamo nel nostro cuore” su ciascuno dei nostri amici: solo l’amore si accorge dei dettagli, sana le ferite e non mortifica o prevarica. Occorre tanta preghiera su e per i nostri amici. oltre a questo, anche tanta dottrina perché “per fare il bene, bisogna anche saperlo fare”.
    Quanto poi alla formazione della coscienza, entriamo in un campo –forse – per specialisti. Io non sono un tuttologo e, quindi, è probabilissimo che scriva delle corbellerie.
    Non ritengo che si tratta né di formattare, né di orientare, ma di aiutare la persona a riflettere, ad agire secondo logica, a motivare i propri comportamenti, ad avere a riferimento i principi di cui si parlava prima, in una parola ad “agire come Gesù”.
    Insomma occorra che la persona si renda realmente conto di ciò che fa e delle implicazioni che possono avere le sue azioni su sé stessi, sugli altri e sul mondo. Poi gioca la libertà dell’individuo che va comunque rispettata.
    Due ultimissime cose:
    • mio figlio (ipotetico) /mia figlia (reale) sa che, qualunque cosa possa fare/accadere, ha sempre una casa, un padre e una madre cui rivolgersi. L’essere padre o madre è un a specie di cambiamento ontologico e dura tutta l’eternità!
    • non ho esperienza di coppie omosessuali e della loro voglia di figli. Tuttavia relativamente alla sua domanda ritengo che questo desiderio di figli possa dire alle coppie eterosessuali che, loro che in linea teorica ne possono avere, farebbero bene a non mettere tanti ostacoli e ad essere più generosi.

  18. loretta conte ha detto:

    Lucio Corrado Brancaforte ha scritto,qui uno stralcio:” C’è bisogno di tanto lavoro umile, perseverante e nascosto. Non è un caso che si dica che “il migliore predicatore è frate Esempio”. Ne consegue che si deve iniziare da sé stessi per essere poi credibili per gli altri. Poi, a tu per tu, singolarmente, si potrà affrontare il sistema dei valori cercando di mostrare la bellezza e l’armonia. Occorre essere davvero amici (nel senso di cui alle righe precedenti) delle persone. Gli uomini seguono e si entusiasmano per gli esempi, difficilmente per le teorie. Insomma ci saranno anche i momenti in cui si dovranno difendere e fare pubblicamente conoscere i valori, ma è l’esempio che trascina.”
    Sono d’accordo con ciò che ha scritto Brancaforte
    Le sue frasi fanno riflettere e poi qui non si punta il dito contro nessuno, perché tutti siamo peccatori e bisognosi di misericordia. E’ necessario dare tempo al tempo e avere molta pazienza per le novità e i cambiamenti che avvengono nel mondo senza togliere il rispetto di chi la pensa in modo diverso.

  19. Carlo ha detto:

    Gentile don Mauro,

    colgo l’ospitalità che lei dà sul suo blog per condividere un mio commento al suo ultimo articolo.

    La sua, pur ragionevolissima, protesta sull’utilizzo della preghiera come arma
    (non si può pregare Dio,
    cioè chiedergli beni che siano conformi alla Sua amabile Volontà,
    con lo scopo di nuocere ad alcuni)
    è,
    a mio sommesso giudizio,
    costruita in modo quantomeno maldestro.

    Provo ad argomentare.

    Innanzitutto i termini.

    Nell’esordio del suo articolo lei,
    con una scioltezza che non riesco a far mia,
    nel riferirsi al bimbo che è nato,
    lo definisce
    “il figlio surrogato di Nichi Vendola ed Ed Testa”.

    “Figlio surrogato”:
    surrogato è un aggettivo che si riferisce ad un prodotto che ne surroga un altro con la peculiarità di essere di qualità inferiore.

    Le chiedo:
    la qualità di figlio è suscettibile di una gradazione?
    Si può, cioè, essere un po’ meno figlio di un altro figlio?
    Vi sono delle fattispecie che non sono suscettibili,
    ontologicamente parlando,
    di gradazione alcuna.
    Due esempi fra i molti possibili:
    una persona o è umana o non lo è, non può darsi una ‘umanità’ surrogata;
    un sacerdote o è sacerdote o non lo è, non può darsi un sacerdozio surrogato.
    Il solo accettare una forzatura semantica di tale intensità senza battere ciglio,
    dandola per scontata per il solo fatto che pochi o molti ne acconsentano all’utilizzo,
    mi è sembrata una stranezza.

    Magari, dato l’elevato numero di persone che la legge sull’Huffington, potrebbe pensare di continuare ad utilizzarla dopo aver precisato, in positivo, il vero senso del suo non-significato;

    2. “di Nichi Vendola ed Ed Testa”:

    qui la questione si fa, forse, un po’ più complessa.

    La qualità di figlio non la si possiede, singolarmente, rispetto al padre o alla madre,
    bensì rispetto alla coppia genitoriale che lo ha generato;
    questo a motivo del fatto che
    se esiste un padre,
    necessariamente
    (in senso ontologico: è l’intensità dell’ “essere” padre che lo richiede)
    deve esistere una madre.

    Il figlio, cioè,
    ha,
    per sempre,
    una relazione di filiazione verso entrambi i genitori legati tra di loro
    (legati nel senso di aver fatto l’amore almeno una volta e per questo di essere, entrambi, diventati genitori
    e non legati nel senso di essere necessariamente sposati).

    Il bimbo cui lei si riferisce nell’articolo non è,
    in alcun modo,
    della COPPIA Vendola-Testa,
    come invece potrebbe far intendere la frase presa per intero
    “Il giorno dopo la nascita di Tobia Antonio, il figlio surrogato di Nichi Vendola ED Eddy Testa”.

    Si tratta,
    come immagino lei stesso può notare,
    di questioni non di poco conto
    che di particolare hanno il fatto che
    vanno ad incidere
    nel nucleo stesso della persona umana:

    non possedere l’ancoraggio certo ad una coppia genitoriale nuoce in radice alla possibilità di percorrere con serenità il processo di costruzione della propria identità.

    Lo smarrimento esistenziale cui, potenzialmente, vanno incontro quegli esseri umani che dovessero essere privi della certezza di poter ‘spiegare’ se stessi alla luce di una coppia genitoriale che si è amata prima di metterli al mondo è doloroso e cupo.

    Come certamente lei sa la creazione è stato il traboccare dell’Amore di Dio: tutto quello che esiste, esiste perché,
    in origine,
    è stato amato.

    Una generica coppia
    diviene una coppia genitoriale,
    non importa se sposata o no,
    perché si è amata,
    e quest’ultima circostanza è un rimando diretto a Dio che crea per Amore.

    Ora,
    con tutto il rispetto,
    senza voler esprimere alcuna forma,
    neanche lontana,
    di giudizio morale sul fatto che sto commentando,
    mi chiedo,
    le chiedo:
    nella vicenda nel piccolo bimbo chi ha amato chi?

    Considerando che, a quanto leggo,
    lo sperma lo ha ‘fornito’ Eddy,
    immagino che, al massimo,
    potrà avere amato se stesso(!), masturbandosi.

    Tralasciando tutte le procedure medico\chirurgiche che,
    poi,
    sono state necessarie,
    dopo il pagamento di una congrua somma di danaro per appropriarsi del patrimonio genetico della donatrice di ovuli,
    sorvolando sulla gestazione condotta da una donna che ha,
    sempre per danaro,
    prestato il suo grembo,
    omettendo di considerare la barbarie nei confronti dei bimbo,
    di separarlo dalla donna che lo ha partorito,
    mi concentrerei sul fatto che la procedura appena esaminata
    è un procedura che richiede un grado di preparazione,
    mi verrebbe da dire premeditazione,
    straordinariamente accurato.

    Detto in altri termini:
    è stata necessaria una ostinazione,
    una costanza nel desiderio,
    una perseveranza degna di miglior causa per ottenere la nascita di questo povero bimbo
    e, a tal proposito,
    si può dire di tutto tranne che si sia trattato di un incidente,
    di un atto impulsivo,
    difficilmente liquidabile con una ‘semplice’ riflessione
    “sulle relazioni complesse che crea la maternità surrogata”

    Ebbene,
    il piccolo rilievo che mi permetto di rivolgerle è quello di aver voluto,
    nel suo articolo,
    paragonare
    il gesto impulsivo di,
    poche o tante,
    anime ‘semplici’,
    magari troppo semplici,
    superstiziose piuttosto che religiose,
    verso le quali lei non avverte in alcun modo l’esigenza di scusarle per la loro eccessiva ‘semplicità’,
    verso le quali lei sembra non mostrare di avere misericordia per le loro parole scomposte e sconnesse,

    con la pianificazione
    accurata,
    costosa,
    diligente,
    di persone particolarmente istruite e colte.

    Lei ha certo ragione nell’invocare un migliore utilizzo della preghiera,
    ma mi sembra,
    al netto delle esigenze giornalistiche di voler scrivere un articolo che possa ‘essere letto’,
    una forzatura dire che
    “Così la famiglia, da cosa bella dei figli di Dio, diventa cosa nostra, mafia che uccide anche solo con le parole”.

    Si tratta, forse, di due facce della medesima miseria umana,
    con l’aggravante, almeno per quello che mi riguarda,
    che la seconda (quella relativa ai mendicanti di preghiere sbagliate) non trova nelle sue parole la stessa misericordia della prima.

    La ringrazio, ancora una volta, per l’ospitalità che riconosce a tutte le opinioni su questo spazio.

  20. Giuseppina F. ha detto:

    Sono contenta che il signor Brancoforte parli di incontro vicinananza amicizia e non di condanne come tanti sul blog hanno fatto e su facebook schernendo le persone.Fatti non ce ne sono per nulla dove sono??finora solo piazze contro si sono viste e per giunta montate da cattolici.L esempio lo si da nella vita;se dobbiamo seguire questi esempi!!campa cavallo che l erba cresce!se ci comportiamo cosi nella vita giudicando e condannando non saremo un.bell esempio mi creda!!soprattutto un.bell esempio di cristiani credibili.Nell ospedale da campo non ci va nessuno;a toccare la realta!!chi la tocca veramente ogni giorno é don.Mauro che sta a contatto con.la gente e la incontra;lei non so!fare discorsi da dietro una cattedra non è come mettere il dito nella piaga.Tutti siamo bravi a parlare a chiacchiere!!fatti non.parole!!siamo stanchi di chiacchiere come dice il papa.Nell ospedale da campo li mandiamo noi a queste persone quando li feriamo con il nostro giudizio ed il nostro falso moralismo che poi non é altro che discriminare l omosessualita.Facile da capire no??

  21. fefral ha detto:

    hai capito GPC!? Bravo!

  22. Giuseppina F. ha detto:

    Dovbbiamo imparare tutti ad amare il diverso da noi;l omosessuale;il profugo ecc..cosi veramente saremo veri cristiani come Gesu che stava con.i peccatori;accoglieva tutti con.misericordia.L anno della misericordia ci deve cambiare basta sentenze!basta condanne;amare rispettando le scelte degli altri sia il nostro vivere.Essere amici con.tutti anche con.chi ci appare diverso ed in quella diversita troveremo un umanita che ci appariva impensabile

  23. Betulla ha detto:

    Don Giampaolo, di vero cuore il suo post.

  24. Betulla ha detto:

    Assolutamente si.Il perdono ruota a 360 gradi.

  25. Betulla ha detto:

    Don Mauro , vedo che ha molto da fare….ma io le avevo posto due domande, questa è la prima , alla quale non ha risposto .
    Betulla@Al di là dell’ovvio affetto nei confronti di una creatura umana che nasce, non ho ben chiaro quale sia l’atto d’amore dal quale è nato .Me lo può spiegare.
    Della seconda aspetto, (che ho letto e a cui ho risposto ) che mi dica qualcosa .

  26. Faticatore Operaio ha detto:

    Betulla, tu stai iniziando ad aprire gli occhi.
    Quell’uomo non vuole il dialogo.
    USA il dialogo.

  27. Betulla ha detto:

    Tutti abbiamo bisogno di perdono.
    Voglio capire razionalmente, il fondo del discorso che non mi è per niente chiaro.

  28. Betulla ha detto:

    Grazie Carlo .

  29. carlo ha detto:

    grazie del ‘grazie’ !

  30. mauroleonardi ha detto:

    @Alatar
    Grazie per le tue parole. Sai quanto ti stimo e per questo mi sono preso del tempo per darti una risposta esauriente.
    Io quando scrivo su L’Huffington cerco di costruire ponti con il loro pubblico, così come quando scrivo su il sussidiario faccio lo stesso. E questo faccio senza contraddirmi: non sono così stupido e così relativisti, semplicemente non parlo bene di Marx a Berlusconi.
    Se mi facessero scrivere su Tempi, o su La Nuova Bussola Quotidiana o su La Croce farei lo stesso. Perché i primi lo fanno e i secondi no? questa è forse la vera domanda da farsi. Forse perché i primi vogliono costruire ponti e i secondi no, cosa ne dici?
    Per tornare a me, se io vegano invito a cena onnivori per una sera preparerrò loro la carne, anche se certo non la mangerò io. Costruire ponti significa trovare ciò che di vero e buono c’è in ogni posizione della vita. Un avvocato cerca di prendere il buono che c’è nella posizione del cliente e di valorizzarlo. Faccio questo esempio perché mi consente di raccontare un altro aspetto del mio lavoro.
    Ci sono professioni che richiedono empatia con l’interlocutore: un avvocato non può difendere sia il carnefice che la vittima, uno psichiatra non può fare terapia ad un marito che soffre per la moglie e, contemporaneamente, alla moglie che soffre per il marito. Non può, non per motivi “giuridici” o “tecnici” ma perché, in quel tipo di relazione è necessario empatizzare. Per rimanere nell’esempio, quando il marito mi parla della sua sofferenza, io devo provare la medesima sofferenza o qualcosa di simile: il che mi preclude la possibilità di provare il medesimo sentimento allorché io parlo con la moglie.
    Nel mio lavoro di scrittore e di i comunicatore avviene qualcosa del genere. In primo luogo devo dire che in certi luoghi sono invitato e in altri no: anzi, per essere esatto da La Nuova Bussola Quotidina sono stato cacciato mentre facevo commenti al vangelo perché scrissi su un altro quotidiano, un articolo non in linea con loro. Poi posso aggiungere che , come cristiano, istintivamente non provo simpatia per i cristiani che fanno gruppo, che costruiscono appartenenze, che fanno “chiese”, che intevengono corporativamente nella società civile e nell’opinabile. Bada bene che non sto dicendo che sia sbagliato, sto dicendo che è un modo di operare che non mi appartiene. Questo, unito a Papa Francesco che ci invita a rivolgerci alle pecorelle che stanno fuori dal recinto, fa sì che in una trasmisione come Fuori Onda, io mi senta istintivamente più vicino a Dario De Gregorio – uno dei due omosessuali con figli – che a Costanza Miriano. Conosco per interposta persona Dario e so che dice di essere cattolico con tutte le difficoltà che comporta. Dario è una persona che prega e che, tanto per dirtene una, fa una quaresima più tosta della mia. È stanco di essere uno che bussa e vuole stare nella chiesa come ci stiamo tu e io: cioè, uno che bussa come me ma che, anche come me, ci sta dentro come a casa sua.
    Oltre a ciò ci sono le semplici regole di comunicazione, per cui un articolo deve avere un’idea, e una sola. Se io parlo del fatto che alcuni cristiani usano la preghiera come strumento di militanza, parlo di quello: non posso stare a riaffermare anche che, a proposito di unioni civili, adozioni omogenitoriali, maternità surrogata, io sono con la Chiesa. In questo, chiedo perdono, faccio come fa il Papa che dice di avere lo stesso credo della chiesa. Sinceramente mi sembra assolutamente superfluo, alla fine di una campagna militante e sanguinosa, a due giorni dal voto di un parlamento, quando ci sarebbe bisogno di far tranquillizare le acque, ribadire alla nascita di Tobia Antonio l’errore dell’utero in affitto. Mi sembra importante farsi le domande che mi sono rivolto su ilsussidiario.
    Mi rendo conto però, grazie a lettere come la tua, che c’è bisogno nel blog di dare anche più consistenza. E allora ribadisco a laici e sacerdoti che siamo contenti di far scrivere persone desiderose di ribadire la dotrrina della chiesa in questo come in altri campi. Ci sono miriadi di siti e blog che lo fanno ma, uno in più non guasterà.
    Intanto, da oggi, anche grazie a te Alatar, Carlo Climati da Zenit ci aiuterà con i suoi interventi. Lo trovi qui. Un abbraccio e grazie ancora https://mauroleonardi.it/2016/03/02/carlo-climati/

  31. mauroleonardi ha detto:

    Questa è una risposta pubblicata su ilsussidiario a proposito dell’artciolo di domenica scorsa: “Aspetta Margherita, quando parlo di desiderio, lì, nel punto che citi tu, io parlo di quel momento che è prima del peccato. Che è prima di ogni azione, perchè ancor prima di essere buona o cattiva, un’azione è desiderata, e proprio il Gius ce lo insegna. Non siamo macchine di santità. Siamo frutto d’amore che frutta amore. Siamo desideri che camminano. Il desiderio di un figlio è il desiderio più umano che ci sia. Siamo nati per amare e per essere amati, e l’amore è generativo per definizione. L’amore genera sempre, nella carne e nello spirito. Genera figli e genera risate. L’amore genera tutto: il grande, il figlio, e il piccolo, una risata. Io mi chiedo perché questo desiderio, grande, umano, divino, di amare e quindi di unirsi e di generare, si stia spegnendo nelle persone che possono realizzarlo senza forzare la natura o , nel caso del matrimonio cristiano, unendosi in un sacramento.
    Questa domanda non puoi fartela? Quanti amici conosci che potrebbero benissimo sposarsi e non lo fanno? Avere figli e non li fanno? Ti è bastato parlar loro di peccato? Quale luce dà alla nostra vita e al nostro matrimonio, questa ricerca oltre confine di tecniche forzate per avere un figlio, questo convivere? Ci lasciamo interrogare dai desideri di vita e di amore degli altri? Tobia Antonio ha diritto a degli auguri di benvenuto in questo modno perché siamo felici della sua vita, o solo degli auguri per lo schifo in cui gli è toccato nascere?”

  32. mauroleonardi ha detto:

    @Lucio Corrado Brancaforte
    Carissimo, forse sarà per la mia propensione a costruire ponti, ma mi sembra che, alla fine, in buona sostanza, siamo d’accordo su tutto.
    Un abbraccio.

  33. dottorwho ha detto:

    “Nel tuo amore fa’ grazia a Sion, rialza le MURA di Gerusalemme”

  34. renato pierri ha detto:

    Ogni leggo qua e là. Ho letto questo:
    ”Ora,
    con tutto il rispetto,
    senza voler esprimere alcuna forma,
    neanche lontana,
    di giudizio morale sul fatto che sto commentando,
    mi chiedo,
    le chiedo:
    nella vicenda nel piccolo bimbo chi ha amato chi?

    Considerando che, a quanto leggo,
    lo sperma lo ha ‘fornito’ Eddy,
    immagino che, al massimo,
    potrà avere amato se stesso(!), masturbandosi”.

    E ho ripescato questa vecchia lettera.

    Affaritaliani.it 6 ottobre 2010; Il Messaggero.it; Il Sole 24 Ore; Liberazione 7 ottobre; La Repubblica; Il Manifesto.it 8 ottobre

    Un atto d’amore verso la creatura non ancora concepita

    Fecondazione in provetta, un atto d’amore

    Il frutto dell’amore

    Un atto d’amore

    Figlio in provetta. Un atto d’amore

    Gli atti d’amore e gli atti medici

    Riguardo al premio Nobel per la medicina, assegnato a Robert Edwards, per aver messo a punto la tecnica della fecondazione in provetta, padre Gonzalo Miranda, docente di bioetica all’Università Pontificia “Regina Apstolorum” a Roma, ha detto, fra l’altro: “I figli devono essere il risultato di un atto d’amore e non di un atto medico”. Frase di effetto. Ma è evidente che il professore ha in mente l’amore che unisce gli sposi, e non l’amore verso la creatura desiderata. Quando si afferma che la creazione dell’uomo da parte di Dio è un atto d’amore, non si allude ovviamente (e come potrebbe essere?) all’amore di cui parla padre Miranda, bensì all’amore traboccante di Dio. Ora, desiderare di mettere al mondo un bambino, la decisione di procreare, è un atto d’amore, un atto d’amore verso la creatura non ancora concepita, e poiché siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, si può sicuramente affermare che si tratta di un amore somigliante all’atto della Creazione. Il bambino concepito grazie alla tecnica della fecondazione in vitro, non è dunque il risultato (che brutto termine!) di un atto medico (semplice strumento), bensì, e in modo particolare, il frutto (che bel termine!) dell’amore verso la creatura intensamente desiderata. In modo particolare, dicevo, poiché a differenza degli altri bambini è sempre voluto.

    Francesca Ribeiro

  35. renato pierri ha detto:

    Evitare, possibilmente, commenti idioti.

  36. sandokan ha detto:

    Considerando che, a quanto leggo,
    lo sperma lo ha ‘fornito’ Eddy,
    immagino che, al massimo,
    potrà avere amato se stesso(!), masturbandosi”.
    ============================================
    Io non so se Eddy ha amato se stesso, masturbandosi. Si è masturbato per far nascere un bambino. Con questo non voglio avallare i comportamenti di nessuno, però vorrei far notare che la trombata canonica uomo donna (magari nel matrimonio) non è di per sé un atto di amore (e questo anche nel caso in cui sia aperta alla vita). Voglio dire che c’è chi si masturba trombando col coniuge, perché uno può amare se stesso anche se tromba con un altro a norma di legge. E, in questo caso, trovo la sana e vecchia pippa più onesta, anche se meno piacevole.

  37. sandokan ha detto:

    La paragonerei piuttosto, la masturbazione di Eddy, all’atteggiamento di chi tromba per figliare e non per unirsi al suo coniuge il quale, dopo la trombata, si gira dall’altro lato e si mette a dormire.

  38. sandokan ha detto:

    Non tutte le trombate uniscono, anche se magari producono figli a dozzine.

  39. Faticatore Operaio ha detto:

    Che pazienza la moglie Sandokan! Che pazienza!
    Praticamente una santa!

  40. Paola ha detto:

    La trombate tra coniugi uniscono sempre.

  41. Carlo ha detto:

    @renato pierri

    ottima segnalazione!!!

    desidero integrarne il contenuto:

    l’atto di amore creazionale divino
    non è un generico atto di amore che,
    così come l’articolista Francesca Ribeiro vuol far credere,
    tra le altre produce anche l’effetto di ‘creare’;

    Se fosse era questa ipotesi,
    sarebbe vero anche che
    a generare, a creare,
    è l’amore,
    ogni singolo atto di amore,
    anche quando questo atto di amore provenga da una singola persona.

    Se così fosse,
    sarebbe,
    inoltre,
    corretta la progressione logica
    in forza della quale il bimbo in provetta,
    essendo amato di per sé,
    possa essere ‘voluto’ di per sé.

    L’atto creazionale,
    invece,
    pur essendo sempre un atto di amore,
    a sua volta è preceduto da
    un atto di amore inter-personale
    INTERNO a Dio
    dal momento che,
    essendo Dio,
    nello stesso tempo,
    uno e trino,
    quindi pluri-personale,
    può amare se stesso.

    Quello che trabocca e che crea
    non è un atto di amore generico,
    ancorché diretto verso ciascuna singola creatura,
    da parte di un essere generico;

    quello che trabocca e che crea è
    lo Spirito Santo,
    essere personale,
    frutto vivissimo dell’amore tra le prime de persone della Santissima Trinità.

    L’amore generativo
    cioè,
    è pensabile solo in un contesto interpersonale che ne precede l’esistenza
    ( cosa che, nel caso di Dio, è data dalle Persone della SS Trinità).

    Per la persona umana questo contesto interpersonale si realizza attraverso la relazione sessuata con un altra persona di sesso complementare.

  42. Betulla ha detto:

    Indipendentemente dalla passione , che a volte una o l’altra parte possa perdere…..in ogni caso, è indubbio ,che c’è in ambedue il desiderio dell’altro e potenzialmente la possibilità di mettere al mondo una creatura…anche se inibiti con contraccettivi…è intrinseco alla natura stessa dell’incontro tra un uomo e una donna .

  43. Ambrogio ha detto:

    Dipende solo da te, Renato.

  44. Giuseppina F. ha detto:

    Per quanto riguarda l atto di amore sono daccordo con Renato e Sandokan.perche ci sono migliaia di bambini non nati da atti di amore ;nati da violenze;da un rapporto dico occasionale insomma questi allora non sono bambini da amare??che colpa ne hanno di come sono venuti al mondo??io non sono daccordo con l utero in affitto perche lo considero una violenza su una donna anche se pagata;ma non posso dire che quel bambino non sia frutto di amore perche non c é il rapporto sessuale!!Giustamente Renato dice che il Creatore ci ha pensati e voluti;desiderati e creati da un atto di amore!!Quindi anche Tobia é nato da un desiderio di amore;non c entra in che modo;ad ognuno la sua coscienza!Quindi tutti i bambini non nati da un atto di amore non dovrebbero essere amati da Dio?invece Dio da la vita e l anima actutti;anche Tobia é figlio di Dio.Insultando i suoi genitori si è insultata non solo una coppia omosessuale;cercando di colpire l omosessualita.Ma si é considerato questo bambino un sottoprodotto;un povero orfano;una petsona destinata all infelicita;uno sventurato;un figlio di depravati ecc…si é offeso un innocente colpendo i suoi genitori e lo trovo meschino e senza nessuna giustificazione

  45. acida ha detto:

    Concordo con Sandokan.
    Trombare può tranquillamente assomigliare ad una masturbazione assistita…si può. Tranquillamente cercare se stessi e il proprio piacere..
    Io quando trombo non ho sempre pensieti donativi ..manco unitivi
    Molto spesso si, ma a volte no.
    mo non é che ogni volta scamnerizzo la trombata
    E poi… Faccio un osservazione provocatoria…
    Due omosessuali si amano e fanno sesso sulla base di quella che é la loro natura.
    Ora scusatemi la schiettezza..ma quando io penso a come é stato concepito un bimbo non penso esattamente al momento che il pisello eiacula nella vagina. Non penso a come esce lo sperma o a quanto ne esce o in che posizione é stato concepito . Cosi come non sto li a pensare ad edy che si masturba o che si fa masturbare…saranno cazzi loro..in tutti i sensi… Carlo ma se alla nascita di tuo figlio qualcuno avte completamente sconosciuto ti quanto sperma hai prodotto oppure quanto era bagnata la vagina di tua moglie (sempre se sei sposato) cosa risponderesti?
    Edy si é masturbato o si è. Fatto masturbare.
    tu Carlo, sempre con le mani dietro la schiena?

  46. Giuseppina F. ha detto:

    Lo scrivo per quelli che dicono che si nasce da un atto di amore.Che c entra che per forza si deve avere il rapporto sessuale??il desiderio del figlio nasce gia nel cuore prima dell atto;cioe prima ti ho pensato poi ti ho desiderato e poi cercato.Certo che quelli in provetta sono desiderati.Non va bene il modo;ma lo sono desiderati!!come desiderato lo é stato Tobia.Altrimenti vale il discorso di prima mio quelli non generati da amore non dovrebbero essere amati perche fatti per forza senza amore.L amore nasce prima nel cuore e nella mente é inevitabile che sia cosi non guardiamo ai mezzi

  47. Giuseppina F. ha detto:

    Non c entra nulla Dio con.l atto sessuale umano;Dio è Spirito puro crea in forza del suo amore verso la creatura;e se si accoppia come lei vuol giustamente dire;non è mai ripeto mai un atto riconducibile all atto sessuale umano;nasce sempre dall amore puro che ha per noi fosse pure amore prodotto con il figlio e generato dallo Spirito Santo e ne é la dimostrazione la nascita di Gesu concepito per opera dello §.§anto non ci fu accoppiamento

  48. Giuseppina F. ha detto:

    Chiaro che per fare figli ci si deve accoppiare poi.

  49. dottorwho ha detto:

    Ah bene! siamo ad un passo da slogan tipo: Gesù è nato da un utero in affitto e ha avuto padri. Sono il piatto forte di chi sta tentando di seminare dubbi nella testa dei cristiani medioevali.
    La fortuna di chi li pronuncia è che i cattolici non sono musulmani: altrimenti gli avrebbero già tagliato la testa per blasfemia.
    In Italia, invece, si lascia passare tutto e forse, solo tra molti anni la chiesa arriverà a dover chiedere perdono per aver avvallato tanti errori ed azioni contro la fede semplice e sempre uguale nei secoli.

  50. mauroleonardi ha detto:

    Bisogna trovare altre strade per l’intelligenza. Il Papa, con la Laudato Sì, sta provando la strada dell’ecologia visto che quella della “natura” non porta più da nessuna parte

  51. mauroleonardi ha detto:

    ©Carlo
    Si tratta di usare le parole per farsi capire. Conosco alcuni che si rifiutano di usare anche solo la parola “omosessuale” perché dicono che gli omosessuali non esistono ed è solo “un darla vinta alla lobby gay”: sarà anche osì, ma con gli omosessuali non ci parleranno mai.
    Frequentando persone omosessuali ho scoperto se “transessuale” è maschile o femminile. Se vuoi te lo dico in un altro post, se ti interessa me lo chiedi. Ma, dico io, perché devo infastidire un transessuale se posso usare l’articolo che lui/lei preferisce?
    Lo stesso discorso vale per “utero in affitto” o “maternità surrogata”.
    Ciao

  52. federico ha detto:

    @Sandokan
    È ufficiale don Mauro: mi sono innamorato di Sandokan. Io un uomo che dice che la trombata canonica nel matrimonio potrebbe anche non essere un atto d’amore, non posso non sposarlo. Adesso poi che ci sono le unioni civili sto a cavallo.
    Questa sera lo dico a mia moglie e poi passo al tet a tet con Sandokan via messaggeria privata.
    Peccato non poter adottare Fefral come figliastra…
    :)

  53. mauroleonardi ha detto:

    @Betulla
    Cara Betulla, e che ne so io qual è l’atto d’amore da cui è nato Tobia Antonio? Io ho scritto una articolo sulle domande che mi vengono dalla sua nascita: e questa domanda non c’è; ho scritto un altro articolo sull’uso “armato della preghiera”, e neanche qui c’entra l’atto d’amore da cui è nato Tobia Antonio.

    Alla seconda domanda mi sembra di aver risposto.
    P.S. tieni presente che, come è evidente, abbiamo ricominciato ad usare i commenti come se forssero un forum e questo mi fa sfuggire qualche domanda/risposta
    Grazie di tutto

  54. dottorwho ha detto:

    Don Mauro scrive:
    “Poi posso aggiungere che , come cristiano, istintivamente non provo simpatia per i cristiani che fanno gruppo, che costruiscono appartenenze, che fanno “chiese”, che intevengono corporativamente nella società civile e nell’opinabile. Bada bene che non sto dicendo che sia sbagliato, sto dicendo che è un modo di operare che non mi appartiene”.
    Chiarito questo, si può andare avanti.
    Ovviamente quei cristiani istintivamente non avranno simpatia per questo blog ( la simpatia è una roba reciproca) e non ci verranno. Ma non è sbagliato.
    Sono liberi anche loro, di frequentare le loro chiese , fare del bene in modo diverso, sentirsi ed essere bravi cristiani: in modo diverso.
    Viva la libertà dei figli di Dio.
    Libero don Mauro e liberi quei cristiani. Nessuno dei due è sbagliato.
    Questo è un bel pensiero.

  55. Ambrogio ha detto:

    Don Mauro, se usa il tasto “rispondi” il suo commento si accoda all’altro e non lo legge nessuno. È meglio se utilizza il modulo dei commenti in fondo:))

  56. mauroleonardi ha detto:

    Se è per sole poche parole e circostanziate al commento, è preferibile usare “rispondi”: in questo modo non si interrompe il flusso del dialogo.
    Grazie!

  57. Betulla ha detto:

    Certo che non hai in mente i dettagli….a meno che non sia malata patologica…ma l’uno è alla ricerca dell’altro… parlo di persone.
    E dici bene che nella ricerca del proprio piacere, di sè con se stesso, non c’è alcuna donazione ma solo autocompiacimento , egoistico , con piena esclusione dell’altro. Hai centrato bene la questione.

  58. Giuseppina F. ha detto:

    Dottowh o meglio Stefania Perna sei diventata tagliatrice di teste??anche tu perche ci vieni come quelli che fanno gruppo se non ci hai in simpatia??Renatoooooo te l avevo detto che c é un tribunale dell inquisizione e tagliano teste pure!!i cosidetti cristiani fondamentalisti.Cavolo dottorwho!!che pauraaaa!!

  59. Giuseppina F. ha detto:

    Viva la liberta dei figli di di Dio;liberi quei cristiani.Nessuno dei due é sbagliato.Questo é un bel pensiero.prima taglia teste e poi scrive cosi.Grave caso di bipolarita!!

  60. renato pierri ha detto:

    @Carlo
    Ottima replica! Ogni tanto un commento intelligente. Grazie! Non è facile trovarne su questo blog, senza offesa per nessuno.
    Preciso per correttezza che Francesca Ribeiro è solo uno delle mie collaboratrici immaginarie.

    Ottima replica, ma l’analogia, gentile Carlo, non riguarda l’amore interno a Dio e quello tra una donna e un uomo. C’è un’analogia innegabile tra la volontà di Dio di creare e la volontà degli uomini di generare. Il desiderio di maternità e il desiderio di paternità altro non sono che desiderio di amare una creatura. L’analogia è nel fine, non nel mezzo.
    Si possono generare figli, e ce ne sono esempi nelle Scritture, senza amare, ma solo unendosi carnalmente. I figli possono essere frutto dell’amore tra due persone, e possono non esserlo.
    In conclusione: non bisogna fare confusione tra l’amore tra Nichi Vendola e il suo compagno (amore che ovviamente non può generare figli), e il desiderio di paternità, vale a dire l’amore verso la creatura che si desidera avere.

  61. renato pierri ha detto:

    … uno dei nomi delle mie collaboratrici immaginarie…

  62. fefral ha detto:

    Come figliastra ci sto. Basta che non volete fittare il mio utero perché con quello che pesa una gravidanza col cazzo che la faccio per dare il figlio a qualcun altro .
    Comunque principe’ non è detto che le trombate tra coniugi uniscano sempre. Attenta a dare consigli del genere con leggerezza.
    Bye

  63. Ambrogio ha detto:

    Finalmente un commento intelligente? Puoi riuscirci anche tu, Renato, ma devi impegnarti. Finora hai scritto solo dabbenaggini.

  64. Betulla ha detto:

    Carlo, apprezzo molto la tua “integrazione del contenuto”. ;-)

  65. Faticatore Operaio ha detto:

    Don Mauro, lei che non ha letto o non ha capito l’enciclica, non può sapere che Francesco si rifà al concetto di natura, lo spiega e anzi lo rafforza ricorrendo anche al termine Creato.
    Lei attribuisce al papa solo quello che ha in testa lei.
    Lo metto qui perché è risposta circostanziata.

  66. dottorwho ha detto:

    Non so chi tu pensi che io sia, so solo che quello che chiami bipolarità, è proprio fare come fate voi: cercare del bene in ognuno.
    Ho visto un bel pensiero nello scritto di don Mauro e l’ho evidenziato: per me si tratta di bipolarità e per voi lo definite creare ponti? ahahahah