Blog / Il diario di Paci | 22 Gennaio 2016

Il diario di Paci – 114. Amore mio, perché mi hai tradito?

Caro amore mio, questa pagina di diario oggi è per te.
Non ti spedirò questa lettera perché l’hai già letta.
L’hai letta nella mia voce.
Avresti potuto darmi un pugno.
Mi avresti fatto meno male.
Per la prima volta in tanti anni, volevo andarmene via da te.

Dio mio.
Come hai potuto?
Come hai potuto?
Mi hai tradito.
Mi hai tradito.
Mi hai tradito.
Continuo a rigirarmi queste parole in bocca.
Si scioglieranno come una caramella. Prima o poi si scioglieranno in bocca. Lo so.
Mi hai tradito.
Mi hai tradito.
Se lo avesse fatto René non sarebbe stata una sorpresa.
Lo fa da sempre, l’ha sempre fatto. Lo farà.
Non me lo ha mai nascosto davvero.
Ma tu no.
No.
Sono passate delle ore dal momento in cui ho capito quello che mi stavi dicendo anche se lo avevo capito subito. Anche se già lo sapevo.

Un’altra donna.
Con te.
Mentre me lo dicevi, sai cosa ho provato?
Voglia di abbracciarti.
Come sempre.
Voglia di stringerti.
Come sempre.
Perché ti amo.
Semplice.
Rabbia, dolore infinito.
Come tutte le donne tradite.
Voglia di abbracciarti, stringerti, proteggerti.
Come solo io so fare.
Come solo io ti amo.
Ti amo.

Ora scriverlo e dirlo ha tutto un altro suono.
Un altro senso.
Ora il dolore sembra sopito.
Come quando una caramella tonda in bocca, si riduce ad un dischetto.
Avrei potuto spezzarla tra i denti subito.
Avrei potuto distruggerti subito. Te e lei. Distrutti.
Ma invece ho aspettato.
Ho aspettato che l’amore avesse i suoi tempi.
Tempi di rabbia.
Di dolore.
Ho aspettato.
Come la sabbia.
Te lo ricordi questo esempio?
Lo avevamo fatto un giorno che ero andata al mare con Marta.
Mare grosso.
Furioso.
Il molo era lì. Fermo. Granitico.
A fare muro.
A fare lotta con il mare.
E poi la spiaggia. Lì. Ferma.
A farsi affogare dal mare.
A farlo stendere sopra.
A farlo colmare allungandosi su di lei.
E il mare che le sparisce dentro.
Così fai tu con me.
Così faccio io con te.
Così fa l’amore quando è amore.
Si stende sotto.
E prende la furia.
E aspetta che entri.
E che poi si calmi e che poi ritorni.

Mi hai tradito.
Il dolore è lì.
A dirmi di che pasta è fatto il mio amore. Il nostro amore.
Pasta buona.
Molto buona.
Il dolore è lì.
Dentro di me.
Ma ora è brace.
Non devasta.
Ma arde.
Scalda.
E ora io amo te.
Come sempre.
E ora io amo anche lei.
Dammi tempo. Diamogli tempo. Diamoci tempo.
Come posso amarti ancora?
Come posso amarla?
Come?
Non so.
Ma so che sono qui a stendermi su di te.
E tu su di me.
E come sempre non mi interessa il come.
Mi interessa che tutto di me, anche il dolore, porti il tuo nome

Paci è il personaggio di un romanzo. È sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie

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