Blog / Il diario di Paci | 15 Gennaio 2016

Il diario di Paci – 113. A volte l’unico modo per restare è andarsene

Hai preso la spazzatura?
Perché fai domande così?
Sono davanti a te.
Le mani libere.
Non ho la spazzatura in mano.
Guardami.
Tu non sei mai con me neanche quando ci sei.
Ho sempre odiato quando la maestra mi diceva hai messo la divisa Paci?
Ero davanti a lei, davanti alla classe, avevo vestiti normali addosso.
Si vedeva che non avevo la divisa.

Marta è sempre in ordine.
Sempre con il grembiule e lo zaino in ordine.
E io la guardo sempre.
E se si scorda qualcosa non glielo domando, gliela porto.
Ha bisogno di amore piccolo.
Ho bisogno di amore piccolo.
Quotidiano.
Di amore che prende la spazzatura che non ho preso io.
Di amore che sta negli occhi.
Nelle parole.
Nella bocca.

Occhi che non vedono quello che manca.
Ma quello che c’è.
Se Marta scorda l’astuccio, io glielo metto nello zaino e dico “l’astuccio, Marta”.
Io amo Marta.
Ci colmiamo le mancanze.
Ora torno a casa.
La spazzatura l’ho buttata.
Tu sei partito.
A volte l’unico modo per restare è andarsene.
A volte l’unico modo per dirsi qualcosa è tacere.
A volte l’unico modo per restare insieme è stare lontani.
Per un po’, ma bisogna farlo.
Il dolore va diluito con la distanza e il silenzio.

Oggi sono stanca.
È stata una notte lunga e faticosa.
Ho visto come ti riduci.
Tu sei nella mia vita, “nostra vita” si dice.
Non ho soluzioni.
Stella dice non puoi continuare così, trova una soluzione, è tuo marito, sei sua moglie.
Ma la soluzione non è solo fare.
Io i problemi non li risolvo solo facendo.
Io non sono una risolvi-problemi, Stella.
Il matrimonio non è un posto dove si risolvono i problemi insieme, Non solo.

Io sono spesso inutile.
Il matrimonio è dove io vivo, e spesso io sono inutile.
Stella dice tu preghi e trovi tutte le soluzioni nella preghiera.
Ma, Stella, io nella preghiera non trovo soluzioni.
La preghiera è come la camera da letto mia e di Gesù, il luogo più intimo della mia casa, della mia vita, incui io e Gesù stiamo da soli, con la porta chiusa alle spalle.
Non c’è nessuna utilità nel pregare.
Ti leggo una cosa Stella:

“Siamo servi inutili”.
Non so, ad essere peccatori ci si abitua, ma essere inutili è così difficile.
Non ci si abitua mai.
Essere peccatori è sempre un fare, fare male, ma comunque è fare.
C’è sempre un palcoscenico nel peccato.
Brutto, ma c’è.
Essere inutili è difficilissimo.
Non poter far nulla nel tuo cuore, René.
Nella tua vita, René.
Nella tua giornata, René.
Non poterti fermare, René.
Inutile.
Essere solo Paci.

(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È un’emigrante di origine venezuelana sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie.