Blog / Il diario di Paci | 01 Gennaio 2016

Il diario di Paci – 111. Il brindisi a secco

Questa poesia è parte del romanzo Il diario di Paci acquistabile su Amazon

Le sette e mezza dell’ultimo dell’anno è l’ora che preferisco.
Le donne che sanno cucinare sono in cucina.
Le donne che vanno alle feste sono in bagno.
Le donne che aspettano chi le passa a prendere mettono le scarpe e scelgono gli orecchini.
Le donne che hanno figli piccoli, preparano il mini cenone e poi sperano che tutti si addormentino.
Le donne con i figli grandi sperano che tornino a casa presto e danno raccomandazioni che sono da manuale e che, come da manuale, nessun figlio ascolta.
E poi ci siamo io e Stella.

Abbiamo questo piccolo rito di fine anno.
Io e lei a quest’ora sul divano di casa sua.
Luci spente a sentire i botti di chi non ce la fa ad aspettare mezzanotte e già spara. A dirci che non mangeremo nulla perché abbiamo mangiato già tutto nei giorni passati di fretta. Io e lei a luci spente e finestre aperte a far entrare le luci di fuori e il silenzio di fuori. È tutto chiuso e nessuno gira più.
Il momento dell’anno che preferisco.

Facciamo un brindisi a secco, senza bottiglia e senza bicchiere.
Un brindisi di una domanda a testa.
Incrociamo le parole l’ultima volta nell’anno.
Tocca a Stella domandare quest’anno.
Il tema è sempre il solito.
Amore, di cosa altro vale la pena parlare?
A cosa altro vale la pena brindare?
Solo all’amore.

Che deve volere una donna da un uomo, Paci?
Da un uomo, Stella?
Nulla.
Da un uomo che dice di amarmi, invece, voglio quello che ho visto in Chiesa a Natale.
Ho visto un uomo anziano, cieco.
Un occhio addirittura bendato.
Appoggiato ad una donna che gli teneva il braccio intorno alla vita. Come a sorreggerlo.
La donna gli raccontava il presepe.
Gli descriveva le luci.
Gli indicava con le parole , le montagne di carta e la grotta fatta di legnetti.
Gli spiegava le forme del bambinello.
E gli faceva sentire lo sguardo della Madonna.
E lui gli chiedeva altri particolari perché voleva indicargli lo stile del presepe, a quale epoca si rifacesse.

Ecco, Stella, cosa chiedo ad un uomo che dice di amarmi.
Gli chiedo l’amore.
Un amore come il braccio di quella donna.
Amore a cui appoggiarmi.
Un amore come gli occhi di quella donna.
Amore che mi descrive la luce, la vita, che non riesco più a vedere da sola.
Un amore come la voce di quella donna.
Amore, che mi guida nella bellezza.
Amore che mi dice quello che non so, che mi insegna.
Insomma, io chiedo l’amore, perché essere una, essere da sola, non mi basta più.
Ma in due.
Solo in due.
Sempre in due.

E lui? E lui, Paci, cosa ti deve chiedere?
Lui? Lui deve chiedere me.
Auguri Paci. Auguri Stella.
E poi, io e lei, ce ne stiamo in silenzio.

(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È un’emigrante di origine venezuelana sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie.