Blog / Renato Pierri | 08 Dicembre 2015

Le lettere di Renato Pierri – Non è giusto chiamare fratello chi uccide innocenti

Un articolo bello, quello del prete e scrittore Mauro Leonardi, sul blog “Come Gesù”, a proposito della frase rivolta da un testimone al terrorista che a Londra ha accoltellato un uomo. Bello, ma con qualcosa che non quadra. Ne trascrivo alcune righe: «È una frase, detta da uno sconosciuto, urlata contro il terrorista: “Tu non sei musulmano, fratello”. Sono le parole che hanno conquistato twitter. È nei filmati girati con i telefonini cellulari e diffusi in rete. Si sente chiaramente la voce di un testimone che, in un buon inglese, accusa l’uomo di non comportarsi da musulmano… aver gettato quella frase addosso al terrorista è un’arma più potente di ogni pistola paralizzante… Non tutti andremo in giro armati come soldati ma tutti possiamo andare armati di una coscienza netta, coraggiosa, pronta ad urlare ciò che ci distingue da ogni atto di sangue perpetrato nel nome di Dio o di chiunque. “Tu non sei mussulmano, fratello”. Chiamare “fratello” l’aggressore, pubblicamente, durante un attentato, con la vittima a terra, è da coraggiosi, è da persone che non temono la verità: non nel mio nome, non nel nome di Dio… Siamo fratelli dei nostri assassini, se non per fede, per umanità». Il Corriere della Sera, scrive: “Il Testimone si esprime con lo slang del sud londinese, perché dice «bruv», fratello appunto, che è un termine usato nelle aree di maggiore presenza islamica”. Si comprende, quindi, perché lo chiama fratello: è un musulmano come lui, fratello nella fede, anche se la sua, quella del terrorista, è fede sbagliata. Ma la domanda è: se la persona uccisa fosse stato un familiare, un padre o un figlio, ugualmente quel signore avrebbe chiamato fratello l’uccisore? Chiamare fratello chi uccide innocenti, chi la fraternità la calpesta, non è buona pedagogia. Gesù predicava il perdono, l’amore anche verso i nemici, ma non chiamava fratelli i farisei, li chiamava serpenti, razza di vipere, e agli operatori d’iniquità prometteva pianto e stridore di denti. Insomma, io non mi sento fratello degli uccisori d’innocenti, non mi sento fratello dei terroristi, e neppure di coloro che gli innocenti li uccidono con valanghe di bombe.

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21 risposte a “Le lettere di Renato Pierri – Non è giusto chiamare fratello chi uccide innocenti”

  1. mauroleonardi ha detto:

    Ma Caino era fratello di Abele sì o no?

  2. incazzato nero ha detto:

    figlio de na mign………

  3. Sandokan ha detto:

    La fraternità non è una cosa che “si sente”, è soltanto la conseguenza di avere un padre comune. I farisei poi li chiamava fratelli e serpenti, perché le due cose possono esistere contemporaneamente.

  4. Betulla ha detto:

    Siamo fratelli, perchè figli tutti dello stesso Padre, indipendentemente dal nome e dal modo e dal rito che si attua per amarlo , per rendergli onore….
    I gesti, le parole, i fatti hanno un significato e un valore e determinano la volontà di appartenergli o di rifiutarlo, ma gli stessi fatti o gesti o parole, non tolgono la filiazione, nel senso che non è il Padre a fare un passo indietro ma il figlio. Per questo restiamo fratelli, perche figli dello stesso padre anche se alcuni lo tradiscono ferendolo nell’amore e altri lo riconoscono continuando ad amarlo.Il perdono di un uomo non è il perdono di Dio, e questo non potremmo capirlo mai, e ci viene difficilissimo accettarlo, ma non possiamo negarlo.L’uomo che compie gesti di questo livello di orrore è un uomo che ha rimosso una parte profonda di sè e non solo con la volontà, perchè non è sufficiente, non basta, non ce la fa, ma deve assumere una sostanza che rimuova del tutto la sua coscienza per compiere atti cosi truculenti.Non basta l’ideologia a spingerti a fare questi gesti .Questo è quello che mi preoccupa più di ogni altra cosa.C’è una ragione che non ha più radici nella stessa ragione.

  5. tres ha detto:

    Essere fratelli vuol dire avere la stessa faccia non lo stesso cuore. Possono esserci fratelli che si odiano, che non hanno altro in comune che la faccia, ma rimangono fratelli. Il brutto delle separazioni familiari, dei dissidi tra parenti, è che puoi far finta tutto l’anno che non fa niente, puoi anche scordarteli, ma poi arriva Natale e i posti vuoti intorno al tavolo ti fanno capire che famiglia è qualcosa in più di quello che avresti voluto essere per l’altro o fare per l’altro. Se manca un fratello, non è come se si fosse rotta un’amicizia, è qualcosa di diverso.
    Il grido che ha fatto quell’uomo è veramente molto importante per me, è importante proprio che abbia detto fratello. Indica una corresponsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri. Siamo una famiglia umana, non siamo membri di una stessa specie.

  6. renato pierri ha detto:

    No, chi dà fuoco alla moglie davanti a due bambini piccoli, non può essere chiamato da me fratello. Chiamarlo fratello è pessima pedagogia. “Andate via da me, o maledetti”, dirà il Signore. Non dirà: “Andate via da me, figli miei”.

  7. tres ha detto:

    Che dire Renato? Si vede che sei stato fortunato nella tua famiglia, tutti quelli che hanno un “Nome” per te, sono degni di quel nome. In molte famiglie non è così. Si chiamano padri, madri, fratelli, sorelle, persone che hanno fatto cose ignobili. E non è pessima pedagogia. E’ la realtà: lo sono anche se non sono persone “degne”.

  8. renato pierri ha detto:

    Trascrivo nuovamente ciò che ho scritto:
    “Si comprende, quindi, perché lo chiama fratello: è un musulmano come lui, fratello nella fede, anche se la sua, quella del terrorista, è fede sbagliata. Ma la domanda è: se la persona uccisa fosse stato un familiare, un padre o un figlio, ugualmente quel signore avrebbe chiamato fratello l’uccisore? Chiamare fratello chi uccide innocenti, chi la fraternità la calpesta, non è buona pedagogia. Gesù predicava il perdono, l’amore anche verso i nemici, ma non chiamava fratelli i farisei, li chiamava serpenti, razza di vipere, e agli operatori d’iniquità prometteva pianto e stridore di denti. Insomma, io non mi sento fratello degli uccisori d’innocenti, non mi sento fratello dei terroristi, e neppure di coloro che gli innocenti li uccidono con valanghe di bombe”.

    Come vedete non ho negato l’ovvio, sul quale insistete, vale a dire che se tutti gli uomini sono figli di Dio, significa che tutti gli uomini sono fratelli. Questa, per un credente, è un’ovvietà. Io ho fatto una domanda: è giusto, opportuno, che io chiami fratello colui che uccide un mio familiare? E poi ho detto che io non mi sento fratello di coloro che uccidono innocenti. Una cosa, infatti, è essere fratelli, altra cosa è sentirsi fratelli. Può accadere che non ci si senta fratelli neppure tra consanguinei. Ovviamente ognuno poi è padrone di chiamare fratello anche il peggiore dei delinquenti. Io non me la sento.

  9. Giuseppina F. ha detto:

    Concordo con te Renato io l ho capito subito che l ha chiamato fratello per la religione infatti poi aggiunge ma non sei musulmano;nel senso se fai cosi.Certo che chi mi ammazza una sorella;un parente non andrei a chiamarlo fratello caro;un genitore di cui la vittima è per esempio una figlia uccisa di femminicidio sarebbe un folle se andasse dal genero a dirgli fratello caro.Nella teoria ci sentiamo tutti fratelli;nei commenti tutti dolcissimi cristiani.Tutti siamo fratelli e sorelle si capisce Dio è padre e siccome sono vera e sincera come Renato chi mi ammazzasse un figlio o un parente mai lo chiamerei fratello perche mi brucerebbe tanto il cuore di dolore.Saro una pessima cristiana Renato??ma Dio sa che siamo umani ed io odio la falsita voglio vedere nei fatti chi scrive belle parole che farebbe!!

  10. Betulla ha detto:

    Quello che mi ha colpito e mi aiuta a riflettere ancora, è come ha fatto il papà di Erika (massacro di Novi Ligure) a non smettere di amare la figlia e a starle accanto sostenendola in un percorso difficilissimo. Un padre e una figlia che si rtrovano per amore, e sembra paradossale. Si ricomincia in nome di qualcosa che supera i limiti umani. Chiamare fratello quell’uomo omicida, era richiamarlo a quell’amore che è al di sopra di tutto ,l’unico in nome della quale si resta uniti, nonostante tutto.

  11. Betulla ha detto:

    del quale…refuso

  12. Giuseppina F. ha detto:

    La tua domanda non é stata capita Renato;siamo tutti fratelli è ovvio.Ma Renato sta chiedendovi chiamereste fratello chi vi uccide per esempio un papá ;mamma:zio ecc ecc?? chi se la sente di chiamare Fratello un terrorista che poco prima gli ha sgozzato mamma?? ovviamente don Mauro puo rispondere pure.Renato questo é il senso vero??

  13. renato pierri ha detto:

    Grazie Giuseppina, grazie “incazzato nero”, io non ho pazienza di spiegare ancora.

  14. Betulla ha detto:

    Guarda signor inc..nero, io non sto dicendo che chi ammazza gli do il benvenuto, ma indipendentemente dal mio odio o rabbia o riluttanza lui resterà fratello, indegno , ma fratello , perchè figli dello stesso padre. Ne io ne tu possiamo cambiare la realtà. Poi se ammazzano meritano la punizione giusta. Tu stesso scrivi a proposito del padre di Erika, che era giusto cosi perchè un padre non può fare altro con una figlia. Come vedi anche tu sei d’accordo che per un padre anche se un figlio trucida la moglie e un figlioletto , non smette d’amare.

  15. incazzato nero ha detto:

    certo che don Mauro sei un ruffiano a cancellare tutti i.miei commenti fai pulizia cosi in questo blog della gente che non ti piace??Costruisci muri non ponti.Che si sappia in questo blog non si accettano le critiche perche don Mauro le cancella

  16. incazzato nero ha detto:

    un prete testa di cazzo

  17. fefral ha detto:

    ciao incazzato nero, mangiato pesante ieri eh?

  18. incazzato nero ha detto:

    Fefral tu sei rustica come me;non.le mandi a dire;sei una donna sincera;ci stai poco sul blog perche no te trovi bene;te leggo poco.Non scrivo piu perche questo prete fa censura de cio che scriviamo.A testa de…..se l ê meritata mi ha cancellato tutti.i commenti.Questo é un diavolo non.un prete!!vo costrui ponti;ma secondo me non.è capace de fare neanche un castello con.le carte.lo mando a quel paese.Ciao bella resta sempre genuina!!Non.scrivo piu da questo testa de minchia.addio!!

  19. Betulla ha detto:

    Fefral è sincera e genuina,tu invece caro uomo nero e incaz…to, sei una persona istintiva. Fermati incazz..nero, pensa e rifletti,non ti fare prendere dalla rabbia che è cattiva consigliera. Chi esplode in questo modo , non fa altro che seminare morte intorno a se, quella del pensiero.

  20. mauroleonardi ha detto:

    Cia Inc… nero.
    La tua presenza sul blog mi fa piacere come quella di qualsiasi altro. Qui non c’è nessun problema a dire il proprio pensiero che può essere diverso da quello di tutto, e lo si può fare anche in maniera rude e talvolta tagliente.
    Ma insultare non è possibile, mi dispiace. L’insulto è una forma di violenza che non rende possibile il dialogo.
    E poi qui, l’unica persona che può essere insultata apertamente, sono io, non togliermi questo privilegio.
    Gli insulti rivolti alla mia persona infatti rimarranno. Però non quelli rivolti ad altri.
    Ciao e buona giornata.

  21. mauroleonardi ha detto:

    La discussione prosegue nel thread Le Lettere di Renato Pierri