Articoli / Blog | 04 Aprile 2015

Blog – L’infanzia rubata ad una bimba di 4 anni

Hudea è la bambina con le manine alzate la cui foto ha fatto il giro del mondo. La sua storia conosciuta da tutti è il mio modo per fare gli auguri di Pasqua. Un giorno – dicembre 2014 per la precisione – il fotografo turco Osman Sagirli si avvicina a lei con un teleobiettivo ingombrante e la piccola, pensando fosse un’arma, alza le mani in segno di resa.
Dicembre è tempo di alberi di Natale e invece per certi bambini che hanno viaggiato 150 km con la mamma e due fratelli, senza padre, sotto le bombe o la minaccia delle bombe, dicembre è un mese come un altro, un mese in cui abituarsi all’orribile. Se l’orrore è già orribile, abituarsi all’orrore è mille volte orribile. Se un bambino davanti ad una fotocamera e al suo obiettivo non gioca a nascondino, se una bambina davanti ad una fotocamera non fa la vezzosa o la vergognosa, qualcosa non va.
Se una bambina davanti ad una fotocamera e al suo obiettivo, alza le mani perché pensa sia un’arma e lei sia nel mirino, c’è qualcosa di molto grosso che non va.
Se un bambino vede armi dietro a teleobiettivi, se un bambino vede assassini dietro a fotografi, se un bambino non scappa davanti al pericolo, se un bambino neanche piange ma impara ad avere paura e ad alzare le mani senza far rumore, allora dobbiamo raddrizzare il mondo.
Allora dobbiamo reimparare a piegare le ginocchia.
Non solo per pregare.
Ma per metterci in ginocchio davanti ad un bambino, metterrci alla sua altezza e fare quello che normalmente fanno gli uomini con i bambini: ci giocano, li accarezzano, gli dicono non aver paura, sono qui.
Il resto è politica.