Blog | 19 Marzo 2012

L’AMICIZIA, L’AMICIZIA [data originale 10.01.2012]

Ok: dividiamo la prima Discussione sul celibato in due parti. Quella sul celibato prosegue
lì dov’era, e qui comincia quella sull’amicizia. D’altra parte, se il senso del celibato “umano” centra molto con l’amicizia era nella logica delle cose che il tema del celibato e quello dell’amicizia crescessero assieme. 

Metto qui sotto i tre commenti che hanno chiesto la nuova Discussione e chiedo scusa a Sciagurata e a Fefral se sostituisco con un eufemismo il loro linguaggio più “tecnico” (spero che a nessuno venga in mente di imitarli se no poi i benpensanti chi li sente?). Ma alla Sciagurata la descrizione sul genere di persone che non frequenteranno mai questo blog gliela lascio tutta perché è troppo carina. Anche se noi speriamo che alla fine ci vengano, vero?

Giusto per senso del dovere faccio una piccolissima citazione di “Come Gesù”
“Il monaco cistercense Aelredo di Rievaulx, nel suo trattato ‘L’amicizia spirituale’, certamente uno dei vertici assoluti di sempre sull’amicizia, afferma che «chiamiamo amici solo quelli cui non temiamo di affidare il nostro cuore
con tutto quello che ha dentro, e così fanno anche loro, stringendosi a noi in un legame che ha la sua legge e la sua sicurezza nella fiducia reciproca»” (Come Gesù p. 183).
_________________
La sciagurata rispose ha detto…
(…)
Ciao Carmen, donna del fare, averne come te :-) con tutte ste mammine col suv che chiacchierano al bar dopo aver portato il bimbo fighetto a scuola. Purtroppo quelle non passeranno mai da un blog così… Ma forse meglio.
Tu dici: ‘c’è qualcosa nell’amicizia fatta da giovani che non finisce anche se ci si ritrova dopo 20 anni’
È vero, e credo che questa cosa si chiama FIDUCIA.
È difficile fidarsi con la spontaneità della giovinezza quando si conoscono le persone da adulti. E questa sfiducia che deriva dalle ferite accumulate, dalla pelle grinzosa o da mille motivi è un baco autolesionista che ammazza l’amicizia prima ancora che sia nata. Ho provato a impormi di dare fiducia e sono nate amicizie belle anche d’adulto. Prova a rifletterci che mi interessa capire se la mia è una strada buona. 

Poi voglio introdurre un tema: l’amicizia è uguale se tra due uomini o tra due donne? Perché a vederle da fuori quelle maschili spesso sembrano superficiali ma quelle femminili facilmente sono ipocrite: si comportano da amiche poi si sputtanano alla prima occasione raccontando in giro i fatti privati dell’altra. 
E poi si può dare un’amicizia con una persona dell’altro sesso? Ma non intendo un’ amica con cui avere rapporti sessuali, intendo proprio un’amicizia vera. A me è successo (l’amica vera) a voi? Ciao
10 gennaio 2012 00:11
fefral ha detto…
“E poi si può dare un’amicizia con una persona dell’altro sesso? Ma non intendo un’ amica con cui avere rapporti sessuali, intendo proprio amicizia vera. A me è successo (l’amica vera) e a voi?”
Sciagurata buongiorno! Io che ci posso fare, sei un po’ stronzo ma continui a mettere nel piatto temi che mi piacciono.
Quello della fiducia è davvero bello, ma ora devo mandare i bambini a scuola e poi vado al bar. 
Intanto però rispondo alla tua domanda. A me è successo, sì, non l’amico per il sesso ma l’amico vero. E se è uguale l’amicizia tra uomini o tra donne, io credo di no. A me l’amicizia tra donne risulta molto difficile. Trovo decisamente più semplice l’amicizia con uomini. Ma ora devo andare al bar, baci!
ps per don Mauro: forse possiamo spezzare la discussione? Tipo parlare di amicizia in un altro capitolo?
Carmen ha detto…
@ sciagurata, ho sempre attribuito il fatto delle amicizie da giovani come più semplici e durature al fatto che se hai parlato con qualcuno del tuo primo amore, per esempio, poi è naturale parlargli di tuo marito/ moglie prima che a uno sconosciuto, cioè nell’adolescenza scopri insieme e fondi cose essenziali. In effetti questo genera fiducia, come dici tu, che è una delle componenti essenziali dell’amicizia. Pensando ad altre caratteristiche possibili e per rispondere ad acida, che si chiede che cosa vuol dire “dare la vita per i propri amici” (anche se io non sono celibe, ma come ho già detto non considero l’essere celibe un elemento distintivo riguardo all’amicizia), io guarderei proprio a com’era amico Gesù, che andava a pranzo dagli amici e poi li risuscitava….con tutto quello che il Vangelo ci dice che c’era d’altro in mezzo tra questi due estremi, cioè la quotidianità e un’amicizia….da Dio!
Carmen ha detto…
Don Mauro, sono d’accordo con Fefral, l’amicizia merita un capitolo a parte!

123 risposte a “L’AMICIZIA, L’AMICIZIA [data originale 10.01.2012]”

  1. fefral ha detto:

    @Don mauro “i benpensanti chi li sente?” io no, perchè lei gli dà ascolto?

  2. Mauro Leonardi ha detto:

    Non li ascolto. Ma li sento.
    Adesso facciamo partire al Discussione dài.

  3. fefral ha detto:

    Ok, discutiamo. 
    Essere amici vuol dire accogliere anche il dono di sé che l’altro vuole fare a noi, giusto?
    Quindi se una persona vuole entrare nel blog e dire “sono una clarissa” oppure “faccio parte dell’Opus Dei” o “frequento i neocatecumenali” perché deve sentirsi in obbligo di nasconderlo? Allo stesso modo con cui si rispetta l’anonimato di molti, non le sembra bello rispettarne la voglia di condividere? (secondo me poi non saranno neppure tanti)

  4. labeo ha detto:

    L’amicizia vera? Molto difficile. Forse un paio di volte l’ho incrociata. Ma è più instabile di una relazione d’amore e va alimentata al pari -o forse più- della prima.Anche se ci sono le premesse è facile che sfiorisca.

  5. Paola Baratta ha detto:

    Amicizia viene dal latino “Amicio” (verbo) che vuol dire vestire. Inoltre ha la stessa radice di “Amare”. (la radice è quella parte immutabile della parola che ne porta il significato). La mia non è una citazione dotta, ma rimango convinta del vecchio adagio “nomina sunt signa rerum” ( i nomi sono segni delle cose)…Voglio dire che la citazione dell’etimologia mi serve per dire qualcosa di molto personale sull’amicizia. Io ho solo tre grandi amiche. La prima: la mamma. Donna, amica straordinaria che mi insegna ogni giorno senza dirmi niente a fare la mamma e la moglie. La seconda si chiama Anna, .Sì lei mi ha proprio “vestito” con la sua amicizia: ero al mio primo incarico da insegnante e con una classe difficilissima. E Lei prima mi ha preso per mano e mi ha insegnato ” i segreti del mestiere”…Poi mi ha aperto il suo cuore…E che dono ragazzi!

    Mi ha “vestito” facendomi conoscere la sua mamma malata: e ho capito di quanto amore si può dare nella sofferenza e quanto possono parlare occhi che i medici dicono non capiscono più…

    Mi ha “vestito” facendomi conoscere gli anziani di un ospizio.

    Mi ha “vestito” dicendomi che non voleva più essere il mio “coach” (come simpaticamente la chiamavo), ma solo la mia amica mpretendendo un’amicizia alla pari pur avendo 12 anni più di me.

    Mi ha “vestito” facendo la madrina di mio figlio anche se aveva rifiutato il ruolo “ufficiale”

    Ero nuda…E lei mi ha vestito. E poichè l’olio nella mia Lanterna era poco…Anna è una di quelle persone che mi ha aiutato ad innalzarne il livello… L’amicizia è questo per me.

    La terza è Valentina che…Bhè, ne ho parlato già in questo blog e penso che quell’esempio possa dire tanto sulla nostra amicizia.

    Paola

  6. Carmen ha detto:

    Ma perché secondo alcuni di voi l’amicizia tra donne è più difficile? io non so se è vero e sono piuttosto nemica delle generalizzazioni, è come per l’amicizia di celibi o di sposati: preferisco guardare alle persone che alle categorie, gruppi, sessi o quello che sia. Piuttosto nella mia ricerca delle caratteristiche dell’amicizia, dico che una di queste è la solidarietà, e in questo molte donne sono maestre, nel consolare, accogliere, sostenere, aiutare.

  7. La sciagurata rispose ha detto:

    Ciao Carmen! È ovvio che le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano quando vengono calate nel concreto, eppure contengono una verità. Tu stessa fai delle generalizzazioni che a chi ragiona come te possono sembrare gratuite e dettate da qualche complesso di inferiorità: ‘in questo molte donne sono Maestre nel consolare, accogliere, sostenere aiutare.’
    Perché fai questa distinzione di sessi?!
    Secondo me fai bene a farla: è vero che quelle che descrivi sono caratteristiche che molto frequentemente trovano nella femminilità la loro migliore espressione.

    Secondo me il tema solidarietà si presta molto ad equivoci quando vissuto nell amicizia. È vero che un amico in alcune occasioni consola o aiuta, ma non credo siano questi aspetti propri della amicizia.
    La classica amicizia della crocerossina è una farsa Dell amicizia! Non è un rapporto equilibrato, non è alla pari! Uno ha bisogno, l’altro soccorre. Se diventa una costante non è amicizia per me.
    Considero veramente amico chi sa dire di no, chi sa spiegarti che hai sbagliato piuttosto di quello che ti consola micio micio hai vai quando devi essere preso a pedate nel culo.
    Mi piace molto la definizione di amicizia che è starà riportata nel cappello di questa sezione. ‘chiamiamo amici quelli a cui non temiamo di affidare il nostro cuore e anche loro fanno cosi’
    Ciao

  8. La sciagurata rispose ha detto:

    Cari paola e barabba,
    È molto bella la descrizione dell’affetto di Anna nei tuoi confronti.
    Eri nuda.. E ti ha vestito. Trovarle le persone così!!
    Peró tutta la tua descrizione parla di carità, non di amicizia.
    Io immagino che l’amicizia sia il capitolo successivo, quello del vostro rapporto attuale.. Ma quella che hai descritto come amicizia è carità, che è simile ma differente. Nella carità c’è amore puro ma non è detto che ci sia corrispondenza, che ci sia parità tra le parti. Io posso amare nei fatti un mio alunno, ma non posso essere suo amico in senso proprio finche son suo maestro e gli scrivo la pagella! Non c’è parità! E lo stesso succede spesso nella subordinazione dei rapporti di lavoro.
    Perché non ci parli del tuo rapporto attuale con Anna?

  9. fefral ha detto:

    io parlo guardando alle mie amicizie, so che non vale per tutti. Così come non vale per tutti che l’amicizia con una persona di sesso diverso sia possibile. Per me è così. I miei migliori amici sono uomini. E sono amici veri, di quelli con cui andresti a gettare l’anello del potere nel monte Fato, o semplicemente a bere una birra dopo aver messo a letto i bambini e dato un bacio al marito che preferisce guardare un film dove la scena più romantica vede due che si dichiarano amore eterno mentre sezionano un cadavere.
    @Carmen “nella mia ricerca delle caratteristiche dell’amicizia, dico che una di queste è la solidarietà, e in questo molte donne sono maestre, nel consolare, accogliere, sostenere, aiutare” forse questa è la caratteristica (tipicamente femminile, ma non solo) che più mi rende difficile l’amicizia con donne, a volte me la rende soffocante.
    Mi piace molto come don Mauro parla di amicizia nel suo libro, descrivendola come una passeggiata. L’amicizia per me è fondamentalmente farsi compagnia.

  10. fefral ha detto:

    sciagurata buonasera!
    Perchè continui ad anticipare le cose che penso? Forse non capisco gli uomini e ti faccio perdere tempo ma tu mi freghi gli argomenti di discussione!

    Labeo, è vero, l’amicizia è l’affetto più instabile che esiste.

  11. MM. ha detto:

    concordo con sciagurata sulla reciprocità che deve esserci nell’amicizia..e concordo sul non generalizzare. Ma l’amicizia tra donne è possibile e può essere molto bella..basta solo rendersi conto che gelosie e invidie (proprie delle donne, ma anche degli uomini! e fonte di discordia)nascono quando desidero della mia amica ciò che non ho. Basta rendersene conto e magari dirglielo anche! e farsi una risata..se ci tieni a mantenere l’amicizia.
    A me è piaciuta molto un’idea che si trova nel libro di don Mauro (o me lo sono inventato?): l’amicizia a tre..cioè quel’amicizia fra due che si arricchisce e gioisce dell’arrivo di un terzo e magari anche di un quarto! Certo, non si potrà avere lo stesso grado di amicizia con tutti però è bella questa apertura! buonanotte!

  12. Paola Baratta ha detto:

    Ciao “sciagurata”..Innanzi tutto complimenti per la scelta manzoniana. Gertrude è uno dei miei personaggi preferiti! Devo dire che a parte gli eccessi di turpiloquio fai commenti molto acuti e che fanno pensare. Quindi grazie. Ti rispondo subito: il mio rapporto con Anna ora è simile alla passeggiata descritta da Don Mauro nel suo libro. C’è fiducia e affidamento totale pur nelle nostre diversità (hai presente la volpe e il bambino ne “Il piccolo principe”?). Ci si dice chiaro e tondo “Stai sbagliando!” o “Mi hai ferita”, se capita…perché ormai, ma mi sembrava di averlo detto, io non sono più una matricola e lei non più il mio “maestro”…Per quanto riguarda le tue distinzioni tra carità e amicizia…Non sarei così sicura. O meglio. Io penso che la carità sia come un diamante e l’amicizia una delle sue facce. Convince?
    Un’ultima cosa…Non storpiare più il mio nome in “Barabba”…Già ci pensavano al catechismo i miei compagni: ma avevamo dieci anni..Dai…Però mi hai fatto ridere…Mi hai fatto ripensare ai tempi “fantozziani” (per me) del catechismo!!!

  13. fefral ha detto:

    “A me è piaciuta molto un’idea che si trova nel libro di don Mauro (o me lo sono inventato?): l’amicizia a tre..cioè quel’amicizia fra due che si arricchisce e gioisce dell’arrivo di un terzo e magari anche di un quarto”
    MM non te lo sei inventato, ma don Mauro ha fregato l’idea a CS Lewis (i quattro amori), anche se poi è andato ben oltre lewis che è un po’ schematico e limitato in alcune cose.
    Però è vero: una delle caratteristiche dell’amicizia è la non esclusività. Due amici non solo sono felici di accoglierne un terzo, ma la loro stessa amicizia (a due) si arricchisce se condivisa con un terzo. Ed è bello scoprire quante possibili combinazioni di 3 ci possono essere nelle nostre amicizie

  14. La sciagurata rispose ha detto:

    Labello, stellina mia!! Non fare così dai!!
    Sembra che tu abbia un’idea grande di amicizia per come ne parli ma forse troppa voglia di essere amata per riuscire a viverla davvero.
    L’amicizia è gratuitá, è sincerità.
    Ed è una pianta enorme e solida. Spesso non c’è amicizia tra marito e moglie e forse non è indispensabile nel rapporto coniugale. Peró io credo sia indispensabile per il cuore dell’uomo.
    Mi fanno una gran pena quelle donne che confinano la vita affettiva alla dimensione matrimoniale e quando si fidanzano spariscono (dico donne perché succede molto più spesso alle donne che agli uomini) mi sembrano persone che si castrano di una dimensione vitale fondamentale. E poi spesso per possessività poi limitano le relazioni del marito. Bella vita di merda! Ma qualcuno qui non diceva che l’uomo è relazione?!
    Forza labello reagisci, scappa!! Ci sono sei miliardi di universi sulla terra.. Fatti il tuo sistema solare di gravitazioni e orbite!!

  15. La sciagurata rispose ha detto:

    Amicizia a tre!!??? Il triangolo no! Non l’avevo considerato!
    D’accordo ci proverò, la geometria non è un reato!
    Figata!! Mi piace sta idea! La voglio provare! Ci sono volontari?

    Vabbé ho capito, vado a letto.

  16. fefral ha detto:

    boh, pianta enorme e solida non direi. Ogni singola amicizia secondo me è tanto fragile e instabile che sono d’accordo con Labeo sul fatto che abbia bisogno di cure continue. L’amicizia c’è se la vivi. E’ vero che anche un legame coniugale va continuamente alimentato, nutrito e rinnovato, ma il legame comunque c’è a prescindere se io lo curo oppure no.
    L’amicizia invece se non la vivo non c’è. Non c’è nulla che mi lega al mio amico se non la voglia di frequentarci, di condividere. Non c’è dovere, non ci sono regole, non ci sono vincoli.
    L’amicizia secondo me è l’affetto più leggero (una carezza dice don Mauro)

  17. La sciagurata rispose ha detto:

    Gentile signora paola baratta, con viva e vibrante soddisfazione le esprimo la mia gratitudine per la sua gentile risposta.
    Quanto alla sua preferenza per il complesso, quanto privo di libertà interiore, personaggio manzoniano le consiglio un medico di fiducia che la può aiutare per approfondire tali assonanze.

  18. Lidia ha detto:

    Sciagurato, anche tu guardi Crozza!!! Con viva e vibrrrante soddisfasione!
    Io grazie a Dio ho sempre avuto buoni amici e buone amiche, non ho mai avuto un’amica vera gelosa/invidiosa/rosicona/sparlatrice di me etc.(ok un paio, ma si parla dei tempi i cui avevamo 12 anni), ergo non giudico.
    Io credo che per avere amici bisogni essere amici: se sei scostante, sfiducioso (che non è la stessa cosa di sfiduciato: sfiduzioso (my copyright) è chi non dà fiducia), invidioso, sparlone (cioè sparli), chiuso, difficilmente avrai amici.
    Cmq esperienza personale: nel mio gruppo all’Università -cinque donne, due maschi che però non fanno gruppo fisso con noi – c’era una ragazza, A., un po’ difficile: sempre pronta ad arrabbiarsi, a lamentarsi, piena di complessi d’inferiorità che la facevano diventare aggressiva, un po’ sparlona… Ebbene, noi non l’abbiamo isolata: è sempre stata parte integrante del gruppo – merito soprattutto di Silvia, una delle mie migliori amiche, io una volta a questa nostra amica “insopportabile” ho fatto una scenata allucinante, con urla (mie) e spintoni (sempre miei) davanti al Colosseo, con i giapponesi atterriti che ci fotografavano…ma dopo venti minuti ce ne siamo tornate a casa a braccetto. Ebbene, A. – che ha un cuore d’oro e ci vuole un bene assurdo – non è che sia proprio cambiata (un po’ sì però!! :)), è che noi abbiamo imparato ad acettarla così com’è (anche se io continuo a farle scenate così quando mi fa arrabbiare), e anche quando ci fa arrabbiare ci ricordiamo sempre che lei, prima di tutto, è un’amica. Magari è difficile parlarci, magari sparla un po’ di te con gli altri, ma se capiti nel giorno giusto ti aiuta davvero. Certo, è faticoso…ma non direi che è carità, lei a suo modo davvero vive l’amicizia. Io da sola non ce la farei (troppe scenate le farei, quanti pianti mi sono fatta per lei) ma come gruppo non la estrometteremmo mai – e quando lei ha una delle sue giornate sì e ti gratifica di un “ciao, amica!” è bello :)

  19. fefral ha detto:

    ” è che noi abbiamo imparato ad accettarla così com’è “
    una delle cose a volte difficili nell’amicizia è che ci si fa prendere dall’ansia di cambiare le persone. Anche questa forse è una caratteristica più femminile.

  20. la sciagurata rispose ha detto:

    ferfal!! sono due le caratteistiche femminili nemiche dell’amicizia che hai citato!! una è l’ansia, l’altra il desiderio di far cambiare il prossimo.
    poi ce n’è altre..

  21. fefral ha detto:

    dai sciagurata mi offro come volontaria, ci serve il terzo (o la terza?)
    (mhh però forse è l’istinto della crocerossina che mi porta a voler fare amicizia con te… no, no, forse meglio di no)
    (però poi ci resti male, ok va bene, ci sto)

    che ne dici del senso di colpa? Quella è un’altra bella caratteristica tutta femminile!

  22. la sciagurata rispose ha detto:

    mi sono letto dei brani del De amicitia di Cicerone.
    mha.. fa un gran casino e mescola l’amicizia con la probità e con la filantropia. Però ci sono due passaggi che mi han fatto pensare:
    1) l’amicizia è superiore alla parentela, perché dalla parentela si può togliere l’affetto, mentre dall’amicizia no; infatti, tolto l’affetto, viene tolto all’amicizia il suo nome, mentre alla parentela rimane
    2) senza la virtù non vi può essere in nessun modo amicizia

    Ho letto quello che tutti dite sulla metafora tra l’amicizia e la passeggiata. Ma a me sta metafora sa un po’ di amicizia-cazzeggio se la si interpreta sul piano della semplice partecipazione. Io crdo che nell’amicizia ci sia anche una componente di stimolo, di proiezione in avanti, di arricchimento. QUindi più che una passaggiata la vedo come un camminare in compagnia, che significa andare assieme verso qualcosa e non girovagare dilettandosi della presenza altrui. Credo che la componente di crescita sia un aspetto che sotto sotto sia nel senso dell’amicizia.

  23. la sciagurata rispose ha detto:

    Lidia, ho comprato delle foto dai cinesi che ritraggono delle pazze che urlano davanti al colosseo. Le metterò su Youtube, così quando cercano il tuo nome su google ti trovano!
    Ho letto dell’amica sparlona.. e mi chiedo: ma oltre a volerle un bene pazzesco, tu ti fidi dell’amica sparlona? sai confidarle segreti e lei ricambia coi suoi? Non so nulla del vostro rapporto, solo mi ha fatto riflettere sul tema della discrezione.
    Perchè io penso che l’amicizia obbliga alla discrezione! E credo che questo sia uno dei motivi percui molte persone non riusciranno mai ad essere amiche davvero, ma semplici compagne.

  24. Mauro Leonardi ha detto:

    Del genere fringuello.

    Paola Baratta racconta che l’amicizia è veste, e veste come un abito. Io voglio raccontare che l’amicizia può anche spogliare, e lasciare proprio nudi. Conosco Rodolfo (nome di fantasia) da tanti anni. Quasi trent’anni fa eravamo vicini di casa e ci vedevamo tutti i giorni. Durò così per sei-sette anni. Eravamo molto diversi sia negli hobby che negli interessi che, direi, nel modo di pensare, ma era nata tra noi un’amicizia non cercata, fatta molto di “triangoli” – cioè non parlavamo di noi due, ma di amici in comune, di cose, di passioni – e ciascuno riconosceva all’altro, nel campo dell’altro, un’autorevolezza assoluta. Una stima infinita reciprocamente riconosciuta. Dopo sei-sette anni mi trasferii dall’altra parte della città, e naturalmente per me Rodolfo rimase una persona importantissima. Nella nuova situazione c’erano difficoltà che prima non avevo sperimentato e quando ero veramente giù telefonavo a Rodolfo, oppure gli scrivevo delle mail. A volte non parlavo di quanto mi faceva soffrire (non sempre è possibile farlo perché non si possono mettere in piazza i problemi degli altri – per un sacerdote questo è un problema molto serio, e credo lo sia per chiunque abbia vero rispetto per l’intimità altrui). Ma questo non era molto importante, perché noi eravamo in grado di parlare e di entusiasmarci per autentiche sciocchezze. Ne ricordo una – ho ancora le mail – in cui discutevamo su come Annibale fosse stato capace di trasportare gli elefanti attraverso le Alpi (avrete capito che il mio amico è archeologo). A volte andavamo a fare delle brevi passeggiate assieme in periferia. Da lì nasce quel “passeggiare” di cui tanto parlo nel libro e che piace a tutti quando lo leggono.
    Due anni fa tornammo a abitare vicini. Fu lui a venire dalle mie parti. Io ero felicissimo. Cominciai questa terza tappa della nostra amicizia con il desiderio che fosse come la prima ma di più: più meglio. Meglissimo. Non andò così. Io gli aprivo il mio cuore e lui non capiva. A ogni mio sforzo per chiarire era sempre peggio, eravamo sempre più distanti. Abissi. Esattamente quello che scrivo in Come Gesù: “Solo i miei amici sono ammessi alla mia stanza, allo scaffale dei miei libri preferiti, e solo con loro può avvenire quel dialogo misterioso su quale sia il filo segreto che li lega e che neppure io so nominare: essi vedono quel filo un po’ sì e un po’ no. (…) E nella mia stanza, i miei amici, si meravigliano che sugli scaffali ci siano autori e generi tanto diversi e finiscono per chiedermi perché se mi piace questo mi piace anche quello. E io glielo so spiegare solo un po’. E se cammino lungo un sentiero che sembra amalgamare in modo misterioso quello che ho sempre cercato in un paesaggio, perché lì ci sono la pace, il tepore dell’aria e la leggerezza dell’istante, può avvenire che mi giri verso l’amico che è al mio fianco e che credevo vedesse quello che vedo e di accorgermi che dietro un’espressione del volto o un silenzio camuffato meno bene, c’è tra noi una voragine e capisco che quel sentiero per lui ha un significato del tutto diverso, che sta inseguendo una visione che mi è estranea, e che io sono estraneo (continua)

  25. Mauro Leonardi ha detto:

    (continua da sopra)

    a lui, e che a lui non importa nulla dell’ineffabile suggestione che mi ha fatto uscire di casa nonostante la pioggia. E ne parliamo, ma non riusciamo a dirci nulla. Per niente.” (Come Gesù p. 277-278). Quando accadde, le prime volte mi arrabbiavo, gridavo, urlavo. Non mi era mai capitato con nessuno. Poi decisi di evitare certi argomenti. Poi quasi tutti gli argomenti divennero argomenti da evitare. Faccio un esempio. Un mese fa torno da un viaggio in treno e lui viene a prendermi a Termini. Perché è un amico. Il mio amico. Il mio migliore amico. E mi vuole bene. Gli racconto che nel mio scompartimento c’erano altre quattro o cinque persone con il mio stesso computer, un MacBook Pro nuovo di zecca (tranquilli è il primo computer che compro in vita mia e ho 52 anni: per il resto ho sempre pedalato su biciclette altrui). “Chissà quanti ne stanno vendendo quelli della Apple” concludo stupito. Silenzio. Silenzio. Commento di Rodolfo. “Non è statisticamente significativo quanto dici. Magari erano gli unici quattro computer del treno”. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Grazie di essere venuto a prendermi. Buona notte. Ciao. Portiera che si chiude. Cioè che sbatte.
    L’altro giorno gli dico che ho un blog e che è impazzito da quando si parla di celibato. Sono 12987 visualizzazioni. Mugugna. Mugugna. Ieri sera trovo una busta nella mia cassetta delle lettere. Più o meno dice:

    “Caro Mauro, poiché negli ultimi due anni ogni volta che ho provato a dirti quello che penso me l’hai fatta pagare cara, provo a scriverti. Ma non lo faccio per mail, lo sai che non sono d’accordo su come usi le mail perché per me le cose personali non vanno scritte per mail… così ho scritto queste due righe al computer, le ho stampate, e eccole qui. (…) Un blog non è adatto per parlare di celibato (…). Lo sai che 12987 visualizzazioni non vogliono dire proprio niente, vero? Potrebbe essere una sola persona che entra e esce un sacco di volte dal blog e tu come faresti a accorgerti? E poi come fai a sapere che vengono sul blog per il celibato? Ma chi lo legge ‘sto blog? E soprattutto chi ci scrive? Mi hai chiesto di andarlo a vedere e l’ho fatto. Gente come Fefral… ma chi è ‘sta Fefral? una che ha un profilo apposito per intervenire nei blog… “La sciagurata rispose” … ma che gente è? sono tre o quattro persone che – scusa se te lo dico chiaro – si parlano addosso…”

    E via con questo tono. Ok questo è il mio amico Rodolfo. All’istante mi sono venute in mente tutte le persone che in questi trent’ anni sono venute da me arrabbiate con Rodolfo e io le cacciavo via. Perché io mi arrabbiavo con loro. Avevano ragione loro!, mi ha detto una vocina. Poi ho ricordato che negli ultimi vent’anni – quando abitavamo distanti – era molto più frequente che fossi io a cercarlo io, era molto più facile che fossi io a sfogarmi con lui, invece che il contrario. Poi ho ripensato che in realtà, no! Invece… no! Perché mi è venuto in mente un proverbio cinese (viva la cina!). Parlava di un albero centenario e diceva che con quel legno non ci si poteva fare più nulla. Non un aratro e neanche una barca. Non un tavolo, e neanche (continua)

  26. Mauro Leonardi ha detto:

    (continua da sopra)

    una mensola. Neanche una cornice. Non ci si poteva fare più nulla. Per questo aveva raggiunto la sua grandezza. Non serviva a niente. Era solo sé stesso. Così è la mia amicizia con Rodolfo. Ecco ieri sera, a pochi minuti dall’aver letto a casa mia il biglietto che Rodolfo mi aveva lasciato prima di tornare a casa sua, mi sono detto: ecco, questo è Rodolfo. Questa è l’amicizia. Perché Rodolfo soffrirebbe da morire nel non dirmi quello che pensa veramente di me e del mio blog. Lui mi vuole bene e quindi non può tradirmi. Non può lasciarmi lì da solo a razzolare nel mio errore mentre gli altri mi scherniscono. Lui deve vincersi e venire – con coraggio – a dirmi la verità. E quella vocina che sente dentro di sé che gli dice: ma Rodolfo caro, non è che ti sbagli e, per una volta, Mauro ha ragione? quella vocina, lui, la deve tacitare, azzittire, museruolare. Perché Rodolfo deve salvare Mauro. Contro tutto e contro tutti. Contro Mauro. Ma soprattutto contro Rodolfo. E d’un tratto vedo chiaramente che sono trent’anni che sbaglio. Ho preteso che mi seguisse nelle mie stramberie e invece devo accettare che lui mi voglia bene a modo suo. Io capisco le cose sue e lui non capisce le mie. Che ci possiamo fare. Io traffico con metri cubi e lui con metri quadrati, ‘mmbé? I suoi metri quadrati stanno dentro i miei metri cubi, non il contrario. Perché gli ho parlato del blog? E’ colpa mia. Perché gli ho detto del computer? È colpa mia. E dei mie romanzi, e dei miei sogni. Colpa mia, colpa mia. I primi anni ci conoscevamo poco e dopo, quando io abitavo distante e avevo pensato che la nostra amicizia fosse perfetta e qualcosa di unico, avevo semplicemente idealizzato il nostro rapporto. Ma allora perché mi stava a ascoltare quando parlavo? Perché gli fa piacere ascoltarmi. Anche se non capisce niente. Gli fa piacere sul serio. Non perché è innamorato (scusate se lo dico: non siamo omosessuali) ma perché è mio amico. Ma gli amici parlano di quello che sta loro a cuore, e le loro anime ecc. ecc. Ok. Tutto vero. Ma tra me e Rodolfo non è così. Siamo amici e lui non capisce niente di quello che dico. Andremo a fare due passi assieme e prenderemo a calci i sassi. Qualcuno ha problemi? E allora? Non si può? Lo dico perfino io in Come Gesù “Per l’amicizia non ha nessuna importanza che il segreto sia aver scoperto che la propria moglie ha l’amante, che io sono un figlio illegittimo, che la mia ditta è sull’orlo della bancarotta, oppure che anche quest’anno nell’albero in fondo al giardino il fringuello ha messo il suo nido. L’alba risplende nelle cose che illumina, per piccole o grandi che siano.” (p. 178) La mia amicizia con Rodolfo è del genere fringuello.
    E io ci ho messo trent’anni a capirlo.

  27. Paola Baratta ha detto:

    Sciagurata…Sei davvero simpatico e ripeto molto acuto.. Inoltre apprezzo grandemente la capacità di spaziare tra i diversi registri della lingua come tu hai dimostrato di saper superbamente fare… Bene, bene : mi diverto a tirar di fioretto!!!Ma torniamo al tema. Sono d’accordo con te che l’amicizia debba contenere un elemento di crescita anche perchè noi siamo sempre in cambiamento e dunque…L’amicizia deve sapersi evolvere assieme a noi. E’ questo che intendevo dire quando mi riferivo al “livello di olio” nella lucerna. Nel passo evangelico probabilmente con questa metafora ci si riferisce alla fede, ma io gli davo un significato più generale e prettamente umano: l’amicizia dovrebbe essere per noi una fonte di maturazione nelle virtù umane, nella nostra personalità, nella nostra capacità di donare. Tuttavia penso sia difficile porsi un vero e proprio obiettivo proprio perchè l’Amicizia intesa nel suo senso più nobile ha le caratteristiche dell’Eternità, come l’amore. Uno non può dire, credo, “divento tuo amico perchè insieme a te voglio raggiungere l’obiettivo x” (per nobile che sia)…Ciò vorrebbe comunque dire strumentalizzare l’amicizia a qualche scopo, ad un utile per quanto moralmente elevato. Mentre sono pienamente d’accordo che di fatto l’amicizia sia e debba essere un arricchimento reciproco e non un “cazzeggio” (vedi, sciagurata, anch’io so spaziare nei nei registri linguistici…)
    Paola

  28. Paola Baratta ha detto:

    Scusate ho letto ora il bellissimo post di Don Mauro e volevo precisare…La maturazione che io intendo non vuol dire che due amici debbano per forza parlare dei massimi sistemi o capirsi sempre. La cosa sublime è che si può anche essere Amici e non capirsi, o capirsi sulle piccole cose. Anzi..Direi proprio che si è Amici quando accade questo.

    Trilussa docet…

    La felicità ( e aggiungo io la condivisione)
    è una piccola cosa.
    E’ un’ape che si posa
    su un fiore
    E poi se ne va

    Don Mauro..Hai detto una cosa bellissima che mi commuove e che condivido. Essere amici, aumentare il livello d’olio della propria lucerna, può stare anche in un amicizia del genere “fringuello”…A volte ci vuole una vita per capirlo. E a volte non basta. Perchè per scoprirlo dobbiamo scoprire il miracolo sotteso in ogni piccola cosa. E avere la voglia di condividere questa “sciocchezza” con qualcuno. Lontanissimo dall’amicizia “snob” (tipo circolo pseudointellettuale), lontanissimo dalla banalità…

  29. Lidia ha detto:

    ciao sciagurato!
    Sì, mi fido, le ho spesso parlato di miei segreti, e quelli non li ha detti in giro (almeno, non che io sappia, e penso proprio di no). “Sparlona” nel senso che ha detto “Lidia è proprio antipatica quando fa così” o “Lidia rompe proprio a parlà sempre di Bielorussia” (una mia passione), ma nulla di più. Cavolo, dal mio post sembrava sparlonissima..?Povera.
    I suoi segreti lei non li confida. Dopo anni di amicizia qualcosina ha iniziato a dire, ma fa parte delle sue difficoltà.
    ti saluto con viva e vibrrante soddisfasione.

  30. fefral ha detto:

    Don Mauro, il suo amico Rodolfo mi piace molto. Ha ragione lui.
    Glielo dica che Fefral si è fatta un nick proprio per scrivere nel blog, perchè ha marito e figli e non le sembra giusto mettere in piazza i suoi dati personali in un blog pubblico. Gli dica pure che ‘sta storia del celibato a Fefral interessa proprio molto, anche se può sembrare un interesse strano per una che ha marito e figli ma c’ho i miei motivi.
    Comunque ha ragione Rodolfo, don Mauro, lo sa? Sul blog, su fefral e tutti gli altri, lei che ne può sapere? Magari sono io che entro e esco 1000 volte al giorno, lei dovrebbe ascoltare quello che vuole dirle il suo amico, lo ascolti, rilegga quella lettera, che trasuda autenticità e affetto e amicizia vera. E conosca ancora una volta il suo amico.Magari scopre che i metri cubi sono quelli di rodolfo ed è lei che ancora è fermo alle due dimensioni… che ne può sapere se non si mette in ascolto?

  31. Lidia ha detto:

    Beh che dire…il mio nickname è gentile e al di sopra di ogni sospetto, non come “Fefral” (adesso è la seconda volta, Fefral, che scrivo contro di te…da adesso posso ricominciare a incensarti! ;) , lo dice anche un grande amico di d.Mauro!!
    D.Mauro, i commenti del suo amico, poi (a parte quello sui nick) sono giusti, in teoria ha ragione…chissà perché la gente scrive qui. Io perché mi interessa l’argomento, ma anche perché voglio bene a don Mauro e mi sono detta, ma sì, vediamo ‘sto blog…e poi mi sono fermata per l’interesse! (però forse il biglietto non lo doveva pubblicare…magari si è offeso adesso, Rodolfo? sarebbe un peccato..)
    Il suo amico mi ricorda tanto la mia amica A., anche lei farebbe così. è incredibile cosa celi in cuore delle persone…così tanto bene, e magari uno non se ne accorge, e l’altro non lo sa esprimere.
    Una delle mie migliori amiche (Silvia, quella che con la sua bontà innata mi ha evitato plurimi ergastoli per omicidio con aggravante di violenza nei confronti di A. quando mi arrabbio con lei) è del tipo “ti guardo e ti capisco”, però non su tutto…ci saranno sempre fili interrotti, incomprensioni, ruvidezze.

  32. La sciagurata rispose ha detto:

    A me sto Rodolfo sta simpatico solo perché sa essere amico negli anni. Peró quelli che giudicano con una conoscenza superficiale dei fatti mi stanno sul culo!
    Ma se non ha nemmeno capito che ‘la sciagurata rispose’ è un uomo!! Cos’hai fatto una lettura diagonale per poter sentenziare la certezza che già possedeva e che non è assolutamente disposto a mettere in discussione, è cioè che sto blog è una perdita di tempo?!
    Scusate la franchezza ma se uno di voi fosse un troll perditempo che viene qui perché non ha altro da fare o invece fosse la persona più celestiale del mondo, a me non cambia un cazzo! Non son qui per Trovare una compagnia adatta. Ci sono altri siti e altri blog più di ergenti per quello.
    Io son qui perché da quando applico il cervello ai pensieri seri che si trattano qui dentro, mi sorprendo ad approfondirli e a desiderare di vivere meglio alcuni dettagli.
    Se Rodolfo preferisce leggere la summa teologica per scoprire la verità calatadall’alto faccia pure,ma che rispetti chi preferisce arrivare alle stesse verità scavando in se stesso e mettendosi in discussione in un forum anonimoche è adattissimo per un perc orso di questo genere.

  33. La sciagurata e tutti gli altri messi insieme ha detto:

    Ha ragione pero Rodolfo: io sono sia la sciagurata rispose che Lidia,sono io barabba e frufrù. Son sempre io labello e carmen e acida e Ilaria e tutti quanti. Sono mauro leonardi, si sono anche quello! Ma non diteglio che sennó si deprime. E sono un’intelligenza artificiale in fase di sperimentazione nella silicon valley che cerca di costruire pensieri trascendenti lavorando sulle parole celibato e amicizia.
    Appena finito il test il mio software sarà venduto con iPad III
    Vi amo tutti, che è come dire mi amo da impazzire. (questa può anche essere una definizione di amicizia)

  34. fefral ha detto:

    a proposito dell’amicizia che serve come stimolo per crescere….
    boh, sciagura’, sono abbastanza d’accordo con Paola. “Uno non può dire, credo, “divento tuo amico perchè insieme a te voglio raggiungere l’obiettivo x” (per nobile che sia)…Ciò vorrebbe comunque dire strumentalizzare l’amicizia a qualche scopo, ad un utile per quanto moralmente elevato”
    Si cresce insieme nell’amicizia, ma questo lo sai solo dopo, non puoi metterlo come condizione preventiva, non puoi farne un obiettivo senza il quale decidi che un’amicizia non vale la pena viverla. In questo senso amicizia è passeggiare.
    Mentre cammini col tuo amico poi quando ti pare che dovete separarvi scopri che, toh, dovete andare dalla stessa parte, e continuate a camminare insieme. E magari dopo anni ti guardi indietro insieme a lui e cacchio quanta strada avete fatto, ma mica l’avevate deciso prima dove andare?

    Don Mauro ho un amico, uno che un giorno si era messo in mente di insegnarmi qualcosa di arte, architettura, educarmi al bello insomma. Mi portava in giro e mi riempiva la testa di chiacchiere su cose che per me erano assolutamente incomprensibili. Però lo ascoltavo, forse come rodolfo ascoltava lei parlare di libri e di racconti. Mi piaceva sentirlo parlare delle cose che a lui piacciono, qualche volta però mi addormentavo anche un po’, ma magari non se ne accorgeva.
    Oggi non ho imparato nulla delle cose di cui mi parlava ma ho capito che insomma un po’ la bellezza, l’armonia un’importanza ce l’hanno. Ed è bello che esista al mondo qualcuno che ne capisca un po’. Io personalmente continuo a non capirci niente, ma in qualche maniera ho imparato a guardare il mondo con gli occhi del mio amico. Cioè se vedo che gli brillano gli occhi in un certo modo capisco che sta guardando qualcosa di bello (magari sta guardando solo una bionda, ma vabbè, lo sapete come sono i maschi, no?). Insieme a lui è come se il mondo si facesse per me un po’ più grande. Penso che in questo senso l’amicizia vera faccia crescere

  35. fefral ha detto:

    “Se Rodolfo preferisce leggere la summa teologica per scoprire la verità calatadall’alto faccia pure,ma che rispetti chi preferisce arrivare alle stesse verità scavando in se stesso e mettendosi in discussione in un forum anonimoche è adattissimo per un percorso di questo genere.”
    embè lo penso anche io, e mo’ davvero comincio a preoccuparmi di essere sciagurata e tutti gli altri. Ragà vi amo tutti anche io :-)

  36. La sciagurata rispose ha detto:

    Sublime paola baratta!
    Capisco il senso delle singole parole che scrivi ma non comprendo il significato delle frasi.
    E non penso sia segni che stiamo diventando amici.

    Dici che quando non ci si capisce è segno che si sta diventando amici. Ma allora ho una marea di amici!! Detta con trilussa mi oare una Stronzata!
    Forse quando si è amici si accetta di non condividere l’opinione diversa ma se non ci si capisce c’è un problema di comunicazione non di amicizia.

    Sta cosa dell’ape
    Che vola di fiore in fiore
    Mi piace! Ma sarà amicizia?
    Che importa, oggi faccio l’apina!
    Frrrrrrtrttttt mmmmgnnn
    Ahi!

  37. fefral ha detto:

    don mauro c’è qualche problema col fuso orario: deve impostare bene l’orario!

  38. MM. ha detto:

    a me il racconto su Rodolfo ha messo un po’ di tristezza..non so perchè. Ho capito che un’amicizia deve “non servire a niente”, sennò non è amicizia e che dobbiamo imparare a lasciare liberi i nostri amici di volerci bene come sanno farlo..però è pesante: “Perché gli ho parlato del blog? E’ colpa mia. Perché gli ho detto del computer? È colpa mia. E dei mie romanzi, e dei miei sogni. Colpa mia, colpa mia…Io capisco le cose sue e lui non capisce le mie”.
    Tu ami (di amicizia) moltissimo una persona e lei per lo più è solo capace di dirti quello che non va (per carità, magari è la sacrosanta verità) e non si mette in discussione provando a pensare che forse è lui stesso ad avere torto… forse non c’ho ancora capito niente sull’amicizia..ciaociao a tutti!

    p.s. @sciagurata me fai tajà!!!

  39. Mauro Leonardi ha detto:

    Ho segnalato il problema del fuso orario a Alessandro Cristofari che è il mio amministratore. Io non so dove mettere mano…. Mi dispiace!

  40. Eli Galli ha detto:

    Caspita mi sono collegata un po’tardi e ho trovato un sacco di cose belle. Sciagurata e Fefral sapete a volte è proprio difficile capire il senso dell’anonimato e dei nomignoli perchè è una questione di privacy se parli di fatti e persone che tramite te sono identificabili (ma se non dici cose privatissime e chiedi il loro permesso non c’è neanche questo problema) ma, se come fate voi, esponete solo quello che pensate e, tra l’altro molto bene, perchè non vi firmate? Forse io non lo capisco perchè ho un’età per cui la comunicazione è sempre relazione,è sempre robba che “si fa” con la faccia e un po’ perchè io sono fatta così, se non metto anche il cognome mi sembra di non essere leale. Ho provato ad intervenire in una di queste discussioni non con il mio nome…i toni erano diversi e ho pensato che se quello che dico non lo posso o voglio firmare forse non è da dire. Forse l’anonimato serve ad essere un po’diversi, un po’ più “oltre” quello che si è. Però,invece,forse, è solo un fatto di padronanza di sè e del mezzo. In un blog come questo c’è posto per tutti(mi sembra), anche se sarebbe più facile se fossimo tutti uguali (ma uguale a chi tra di noi? e sarebbe altrettanto efficace e ricco?) e che importa qual’è il numero effettivo delle persone che lo vedono…quelli che scrivono mi sembrano molti in quantità e qualità! Tornando al tema: l’amicizia tra due amici spesso non c’entra niente con i due amici, non è una relazione tra simili.

  41. Stefania Perna ha detto:

    Il blog non permette di segnare un semplice -mi piace-…però è proprio quello che vorrei dire con questo intervento.
    Condivido in pieno quanto dice Eli Galli,riguardo all’anonimato(“la comunicazione è sempre relazione…”
    “se non metto anche il cognome,mi sembra di non essere leale!”)BRAVA!
    E condivido,purtroppo,anche quasi tutto quello che dice Rodolfo.
    Riguardo al tema amicizia,ora non ho molto tempo per scrivere,dico solo che ho incontrato tante amicizie(se si possono definire così)”strumentali”,cioè ci trattiamo,per fare questa cosa…perchè ti voglio insegnare quest’altra…
    magari rapporti così “servono”…ma il vero amico,è per me quello che “veglia sulla tua solitudine”(non ricordo chi lo dice)facendoti sentire,anche solo con la sua presenza,il suo ascolto, un pò al sicuro,rispetto alla “principale ragione di angoscia dell’uomo,la solitudine”(Come Gesù).
    Insomma ,non quello che mi ascolta per insegnarmi qualcosa,ma solo perchè gli interessa di me,perchè io valgo qualcosa ai suoi occhi; in parole ancora più povere,se sto male e gli mando un sms,il tempo di rispondermi lo trova…e se gli telefono,il suo, è un ascolto fine a se stesso…forse da ciò si nota che sono donna,se ha ragione Chapmann nel sottolineare che le donne parlano principalmente per essere ascoltate e non per cercare soluzioni o ancor peggio, perchè qualcuno(in genere l’uomo) proponga soluzioni!
    Se permettete forse un’amicizia così a livello umano è davvero difficile da trovare,anche se si può realizzare qualcosa di simile,magari in certe stagioni della vita…
    Qualcuno mi ha detto che la si trova solo nell’Amico,per eccellenza,se uno gli si rivolge in assoluta sincerità nella preghiera.Si tratta però di una forma particolare di preghiera ,quella proprio del cuore,la cui definizione più bella forse, si trova in una frase di Gruhn”chi prega davvero,entra in contatto con il desiderio fortissimo che si cela nei suoi sensi di colpa;essere incondizionatamente amato da Dio e riuscire ad amare se stesso”.
    Ecco quello che, a livello profondo ,uno cerca anche nelle amicizie umane più vere; …la liberazione dal senso di colpa,(che lo si ammetta o no, tutti ci sentiamo sbagliati in qualcosa, o vorremmo essere diversi nell’aspetto o nel carattere etc..)il sentir che io vado bene per te,la possibilità di amare me stesso perchè vedo che c’è qualcuno-amico che ha fiducia in me,più di quanta ne abbia io!
    Certamente credo che l’essere umano trovi tutto ciò più facilmente in Dio, Amico che non tradisce,che nei suoi pari.E anche quella con Dio,è un’amicizia che per crescere..ha bisogno di tempo!Tempo da dedicare…a tempo perso,per così dire…(mi sa che il tempo da dedicare a qualcuno come segno di vero amore,fosse uno dei vari argomenti iniziali,no?).
    Per restare in tema…appena ho un pò di tempo,scrivo meglio!

  42. Mauro Leonardi ha detto:

    Io credo che la possibilità dell’ anonimato e del nomignolo siano una grande possibilità che il blog ci regala e invito tutti quelli che vogliono a farne uso. Sono ben contento se qualcuno vuole firmarsi con il proprio nome ma ci sono un’infinità di ragioni tutte buone per non svelare il proprio nome. Quella che non va camuffata è l’identità non il nome. E vi assicuro che si capisce subito se uno vuole venire sul blog per fare l’hacker, cioè per rovinare tutto, o per costruire.
    Io per esempio mi devo firmare con il mio nome, ma tutte le cose che racconto sono sempre adeguatamente de-circostanziate. Nella storia della mia amicizia con Rodolfo voi avete letto l’assoluta verità ma nessuna cosa vera: nome, tempi, circostanze. Forse solo Rodolfo, se leggesse il blog, potrebbe riconoscersi.
    Ma lui non legge il blog.
    Perché ha perfino l’allergia alle mail.

  43. Mauro Leonardi ha detto:

    Però i tre ultimi commenti, di Eli Galli, di Stefani Perna e il mio, andavano messi nella sezione 02, dove si parla del blog.
    Non qui dove si parla dell’amicizia.
    Grazie in ogni caso a entrambe. CI mancava la vostra voce.

  44. Paola Baratta ha detto:

    Ciao sciagurato!!!!! Che piacere! E perchè mai non dovremmo diventare amici? Non si sa mai nella vita! In quanto alla tua provocazione, ho usato il verbo “capire” nella sua accezione “latina” di “contenere”. Essere veramente amici, secondo me, significa comprendere che noi non “conteniamo” l’altro e l’altro non contiene noi. Questa scoperta che prima ci faceva incavolare e feriva il nostra orgoglio ora non ci dà più turbamento e ci rende anche felici… Che siamo diversi (vedi che siamo d’accordo) e che questa diversità non deve per forza “servire a…”, ma semplicemente essere accolta da entrambi. Che l’amicizia non “serve a nulla”…E se si impara ad accogliere questa sublime inutilità …Si comincia veramente ad accogliere ed ascoltare l’altro nel suo essere puro. E a donare sè stessi nella purezza. Dunque…A essere Amici. Spero di essere stata più chiara ora. Aggiungo che il post di Eli Galli è bellissimo e lo condivido in pieno sentendolo profondamente mio ” Forse perchè ho un’età per cui la relazione è sempre comunicazione, è sempre una roba che si fa con la faccia e perchè anch’io sono un pò fatta così”

  45. Mauro Leonardi ha detto:

    A proposito di quanto diceva Fefral sul fuso orario sbagliato, dice Alessandro Cristofari che le impostazioni sono tutto ok. E’ un problema di blogger e non ci si può fare niente. Dice prima o poi che tronerà. Bello vero?

    Un mio amico quando era bambino andavo in vacanza in sardegna e per telefonare sul continente si rivolgeva alle poste la mattina; poi la sera tornava e gli diceva a che ora poteva telefonare e da quale cabina.
    Cabina 3!

  46. fefral ha detto:

    scrivo rapidissimamente perchè ho una giornata incasinatissima.
    L’anonimato per me non significa nascondermi nè presentare una me diversa da quella che sono. Chi mi conosce e mi legge mi riconosce, è successo più di una volta che qualche amico dopo avermi letto mi abbia chiamato dicendo “ciao Fefral”.
    Ma sinceramente si parla di temi molto personali, è vero che scrivo le cose che penso ma i pensieri che ho formato negli anni nascono da vita vissuta, e nella mia vita ci sono persone (a volte racconto anche di persone nel blog) e soprattutto una famiglia che non voglio mettere alla mercè di chiunque entra e legge.
    Su internet gira un sacco di gente balorda, preferisco non rendere troppo facile a questa gente trovarmi e rompermi le balle.
    Posso comunque garantirvi che fefral non è un’identità inventata, esiste ed è proprio come si racconta.

  47. Paola Baratta ha detto:

    Fefral, don’t worry. Non ce l’avevo con l’anonimato in sè. E non credo nemmeno Eli o Stefania. Penso che possiamo essere d’accordo tutti con quello che dice Don Mauro. Che ognuno si chiami come vuole… Ci sono mille ragioni per cui uno voglia rimanere anonimo e tu ne citi alcune. L’importante è non fingere sulla propria identità (e credo che sul blog questo non sia avvenuto). Credo che abbia ragione Don Mauro a dire che poi “lo scemo”, l’hacker, si scopre subito.

  48. la sciagurata rispose ha detto:

    io mi chiamo la “la sicagurata rispose” di battesimo. cioè rispose di nome, la sciagurata di cognome.
    e penso che su internet vada bene firmarsi come si vuole: io ho scelto nome e cognome ma va bene anche un nick. Che mi importa di sapere se ti chiami amanda lear o ronaldo. a me interessa leggere il blog per quello che c’è scritto. E vedendo lo spessore dei contenuti penso che sia ininfluente la firma. Ciò che caratterizza le persone nel modno virtuale è ciò che dicono non come si firmano. E devo dire che è bello scoprire i caratteri tra le righe, forse è anche un modo per diventare un po’ amici leggendo le cose che magari guardandosi in faccia ci diremmo dopo due anni e alla settima birra. E se uno volesse entrare per avere una personalità sdoppiata e parlare di celibato mentre vive facendosi l’harem e nascondendosi dietro un nick.. ben venga se dice cose pensate! magari gli servirà per scoprire il senso della monogamia.
    Esigere che su internet la gente si firmi è inutile. non saprete mai se lo fa. E’ come se io pretendessi che voi mettiate le vostre foto accanto al nome. E’ una idiozia, oltre ad essere pericoloso. E poi sarà davvero la vostra foto?
    quella di don mauro penso di si.. l’ho vista sul libro. (anche se in tonaca nera su fondo grigio non trasmette allegria)

  49. la sciagurata rispose ha detto:

    cara paola baratta,
    cara lidia,
    sempre con viva e vibrrrante soddifassione
    devo confessare che con i vostri post mi avete fatto approfondire un concetto.
    provo ad esplicitarlo:

    è amicizia l’amicizia interessata?
    che differenza c’è tra amicizia e compagnia?
    ma l’amicizia non ci modifica?

    Ecco. riprendendo la metafora della passaggiata io credo che l’amicizia non sia una passaggiata/cazzeggio. Ma nemmeno è una gita verso chissà dove. Non ha senso l’amiciza per qualcosa. Anche se quel qualcosa fosse l’ideale più grande, sarebbe un’amicizia interessata quindi non amicizia. una stronzata! meglio fare altro.
    Se cerco l’amicizia di qualcuno per soddisfare un bisogno, una necessità. io credo non sia vera amicizia. E se Stefania perna manda i messagini per farsi rispondere e per non sentirsi sola, io credo non sai proprio amicizia. Però mandali lo stesso che fan piacere!
    Cerchiamo l’interesse più elevato del mondo: che ne so, cerco l’amicizia con tizio perchè voglio fargli sposare la donna migliore del mondo che è mia sorella. O restando nel mio nick, cerco l’amicizia con Geltrude perchè faccia la scelta più bella del mondo e diventi monaca. Questa non è amicizia. E’ egoismo ed uso del prossimo. Io voglio che tu diventi come voglio io, volgio che tu mi serva per.. ecc..

    Nello stesso tempo, senza essere interessata l’amicizia porta da qualche parte. Quindi è una passeggiata che però ti conduce avanti; dove non lo sai, lo scopri dopo quando “unisci i puntini” come dice steve Jobs. prima non ha senso interrogarsi su dove va l’amicizia perchè se è vera amicizia va da qualche parte ma non da qualla in cui pensi e comunque oltre.

    non so se sono stato chiaro, ma in sostanza ritengo che:
    l’amicizia non può avere interessi
    la compagnia è una cosa, l’amicizai ben di più (la passeggiata cazzeggio non è la camminata con l’amico)
    quando si è amici davvero, si riceve qualcosa dalla relazione e ci si trova cresciuti

  50. la sciagurata rispose ha detto:

    cara stefania perna
    dici: “”Ecco quello che, a livello profondo ,uno cerca anche nelle amicizie umane più vere; …la liberazione dal senso di colpa””

    in assoluta trasparenza, senza nascondermi dietro ad un nick… io non ho mai cercato l’amicizia come liberazione dal senso di colpa.

    sono io l’eccezione o sei tu? dimmelo che sono eccezionale io così sento che vado bene e recupero un po’ di fiducia in me stesso.

  51. fefral ha detto:

    Ciao Rispose!
    No, tu non sei eccezionale, tu sei maschio

  52. Carmen ha detto:

    Fefral, sei grande!

  53. Stefania Perna ha detto:

    Visto che “la sciagurata”(dovrei dire lo sciagurato?) mi tira in ballo,nonostante l’ora,qualcosa vorrei precisarla;
    1)non ho mai detto che IO mando messaggini,ma che è tra le cose che UNO si aspetta nell’amicizia,una eventuale pronta risposta…
    2)comunque,non ho mai parlato di mandar messaggini “per non sentirsi sola”,come può succedere ad una adolescente,ma di STAR MALE(e la differenza è notevole).
    Personalmente credo che la mancanza di ascolto -dialogo,dovuta anche forse ai ritmi forsennati di vita quotidiana che si hanno…sia tra le cause principali delle sofferenze psicologiche di oggi;se alcuni avessero la possibiltà di parlare con qualcuno davvero interessato ai loro problemi(un amico!!!)sia pure con messaggini,credete che sarebbero così affollati gli studi degli psicologi? quante volte anche una crisi matrimoniale o psicologica di qualunque tipo,SI RIDIMENSIONA(SE NON PROPRIO RISOLVE) solo perchè la persona coinvolta,ha trovato un buon amico che ascolta!!
    Ed inoltre,l’amicizia che nasce in momenti di difficoltà o in seguito alla condivisione di una sofferenza,ha una forza e una bellezza,intesa come profondità,del tutto diversa dalle molteplici relazioni che uno intesse in altri momenti o per motivi più “leggeri”.
    3)la differenza tra uomo e donna,nei confronti dell’amicizia e del senso di colpa e di molte altre cose…è davvero un dato di fatto..con buona pace delle femministe,la parità si può dare e giustamente in tanti campi…ma quello fisico e quello affettivo-psicologico…RESTANO DIVERSI!!

  54. fefral ha detto:

    “Ecco quello che, a livello profondo ,uno cerca anche nelle amicizie umane più vere; …la liberazione dal senso di colpa,(che lo si ammetta o no, tutti ci sentiamo sbagliati in qualcosa, o vorremmo essere diversi nell’aspetto o nel carattere etc..)il sentir che io vado bene per te,la possibilità di amare me stesso perchè vedo che c’è qualcuno-amico che ha fiducia in me,più di quanta ne abbia io!”
    non so, qualunque cosa si cerchi in un’amicizia mi sembra riduttivo per l’amicizia stessa.
    Questo che scrivi, Stefania, a mio parere è un effetto dell’amicizia, ma cercare un amico per farsi dare un’iniezione di fiducia mi pare un po’ poco gratuito e disinteressato.
    Poi certo, qualche volta che sto un po’ depressa chiamo qualche caro amico e gli chiedo “dai, fammi un complimento che oggi mi sento schiacciata da un tir”
    L’ultima volta che l’ho fatto però mi è stato detto che devo mettermi a dieta :-(
    Con gli amici raramente parlo dei miei problemi, e anche dei loro. A volte sì, ma la maggior parte delle volte no. L’amicizia non è una seduta di psicoterapia. Se ogni chiacchierata fra amici si riduce a sedute di ascolto, di consigli, di lacrime da asciugare, ecc… sai che palle!
    Forse anche per questo mi trovo molto più a mio agio nelle amicizie coi maschi (tranne quando mi dicono che sono ingrassata)

  55. fefral ha detto:

    ma per avere una faccia devo per forza collegarmi con l’account di google?

  56. Elisabetta Galli ha detto:

    Grazie della risposta a Stefania Perna,Don Mauro,Paola Baratta,Fefral e la sciagurata rispose.

    Vi scrivo l’incipit di un tema di una bambina di otto anni. Titolo: UNA PERSONA DAVVERO SPECIALE “Una persona davvero speciale per me è Bianca. E’l’unica che ho voglia di vedere quando non ho voglia di vedere nessuno, con lei posso parlare di tutto.”…poi continuava. Mi sembra che la bambina abbia colto un aspetto bello dell’amicizia.

  57. acida ha detto:

    Sono d’accordo con Stefania, ma anche con Fefral, perchè secondo me hanno ragione entrambe . Nel senso che forse non c’è una linea ben definita tra quello che dono nell’amicizia (certo se poi quello che scelgo di donare è sempre il mio lamento allora sì quell’amicizia diventa funzionale alla risoluzione dei miei problemi, allo sfogo, ecc. ecc. e allora si divento una palla) e quel’attenzione, quella cura nel senso del “mi stai a cuore” che necessariamente, perchè invece su questo io la necessità la vedo eccome, dall’altra parte deve arrivare. Perchè se un amico non ti caga di pezza allora non è un’amico e quindi nell’amicizia un ritorno deve esserci in quelche maniera. E lo vai a cercare questo ritorno, a valutare, se non altro per capire se si è amici o no. Lo diceva anche don Mauro sul libro, mi pare “Tu mi racconti le tue cose, io ti racconto le mie”. Se non ci raccontiamo che amicizia è? Ora, Fefral da come tu ti descrivi hai molte buone amicizie. Per cui presumo che tu sappia andare verso gli altri nella giusta maniera.Ma un ritorno da questi amici ce l’hai o no? A me pare di sì! Ecco se questo non ci fosse, se questo ritorno fosse sporadico, sfuggente se non ti arrivasse quella pienezza, nella passeggiata, nel riposo che a te quesi rapporti danno, non andresti a “cercare” questa pienezza altrove? A me pare che anche tu in questo senso cerchi qualcosa…
    Però poi mi viene anche in mente quello che dall’altra parte diceva motorbike sull’ “esserci”…boh io me sa che non ci capirò mai niente. Forse l’amicizia più che parlarne bisogna viverla :-)

  58. stefania perna ha detto:

    Noto con molto piacere che questa discussione coinvolge parecchie persone ed è bello perchè ovviamente nelle cose umane non esiste una assolutizzazione e in fondo,non si può mai dire qualcosa di riduttivo tipo-l’amicizia consiste SOLO in questo…o solo in quest’altro…

    è un tema ricchissimo e il mio è solo un modesto parere personale che chiunque può confutare( a parte tutto, scrivere porta ancor più a “ridurre”rispetto ad un botta e risposta reale e non virtuale e quindi le possibilità di essere fraintesi salgono vertiginosamente!!)Vi trascrivo un racconto che ho letto,molto bello(sec me!)sull’amicizia:
    “Scoppiò un incendio in un bosco molto frequentato e tutti fuggirono.Rimasero solo un cieco e uno zoppo.Terrorizzato il cieco si stava dirigendo verso un burrone.Lo storpio lo fermò gridando-non di la!- e dove allora-chiese il cieco
    -Io posso indicarti la strada ,ma non posso correre. Se mi prendi sulle spalle potremo scappare in fretta.-
    Il cieco seguì il consiglio e entrambi si salvarono: se sapessimo mettere insieme (l’ascolto!quello vero,non da psicoterapia e neanche fatto da lamenti!!)

    le nostre esperienze,le nostre speranze e delusioni,le nostre ferite e conquiste,ci potremmo molto più facilmente salvare tutti.”

  59. fefral ha detto:

    ho un sacco di cose da dire sull’amicizia (quant’è bello ‘sto tema) ma siete salvi: ho sonno e vado a letto.
    Comunque sciagurà, anzi Risponde, a proposito dell’amicizia compagnia/passeggiata…. ti è mai successo di poter stare in silenzio in compagnia di un amico senza sentirti a disagio, senza dover per forza cercare qualche discorso da fare, e sentirti appagato così? E di riposare così? Non un semplice colmare un vuoto di solitudine, ma proprio sentirsi come quando si torna a casa propria? Io quello intendevo per compagnia e riposo. Non basta per chiamarla amicizia? Intanto io un riposo come questo lo trovo solo con gli amici veri.
    Buonanotte

  60. Mariella ha detto:

    che ne dite di questa notizia?
    MAMMA CORAGGIO ADOTTA I 5 FIGLI
    DELL’AMICA MORTA DI CANCRO
    http://www.leggo.it/articolo.php?id=158270

  61. fefral ha detto:

    Gio_pranksterJan 13, 2012 01:45 PM
    don le lancio il metaforico ‘guanto’ di sfida…:

    è possibile amare una ragazza e riuscire a rinunciare di stare con lei (giacché questa non ti vuole) però vederla e sentirla molto spesso come amico? è possibile esserle davvero amico nonostante si sappia (e si sia scelto!) di amarla?

    io credo di sì, e credo che sulla base di questo si possa parlare di amore VERO e non di cotta. lei che dice? è una cosa da cristiano amarla sacrificando i propri sogni su di lei ma rimanendole accanto dando tutto sé stesso?

    Giò secondo me è possibile, ma molto difficile. E poi attenzione, per poter parlare di amicizia c’è bisogno di reciprocità, perchè non si può essere amici in una direzione soltanto. Cioè, se è possibile amare senza essere ricambiati, e puoi anche starle accanto dando tutto te stesso, non è possibile essere dirsi amico di qualcuno se allo stesso tempo quel qualcuno non è amico tuo.
    Però certo, se decidi di starle accanto comunque (io mi chiedo: ne vale la pena? Scusa se sono un po’ cinica) può voler dire che è amore vero, disinteressato e donato. Non è detto però. Potrebbe anche essere una forma di dipendenza che non ti lascia libero di scegliere

  62. Carmen ha detto:

    Riguardo al link di Mariella: ricorderei che di figli ne ha già tre di suo, quindi non aveva desideri di maternità non realizzata e in totale arriva ad otto. E’ una vicenda che mi ha profondamente commossa e mi dà un’altra caratteristica dell’amicizia, cioè che supera la barriera della morte. Mi ricorda la faccenda di Gesù e Lazzaro, certo lei non ha potuto risuscitare l’amica, ma continuare la sua storia e i suoi affetti sì.
    P.S.: Poi non mi sparlate dell’amicizia tra donne please!

  63. Mauro Leonardi ha detto:

    Grazie Fefral. Ma non ho capito se quello che scrivi è il pensiero tuo o di Gio_pranksterJan 13, 2012 01:45 PM

  64. fefral ha detto:

    Il mio pensiero comincia da “Giò secondo me è possibile…. ” la prima parte è il post di Giò

  65. fefral ha detto:

    Bella la storia dell’amica che adotta 5 figli. Non so se ne sarei capace

  66. Martedìpuntuale. ha detto:

    Questo commento è a metà tra qui e la parte amicizia-celibato. Ho scoperto che l’amicizia è una virtù. Puoi non averla mai vissuta, mai vista, mai riconosciuta ma puoi imparare a viverla ad un certo punto della vita. Non ho mai avuto amiche (se non una amica -dipendenza, una di quelle di cui Fefral mette in guardia Gio) ma solo un mucchio di gente intorno.Non sapevo che esistessero vocazioni al celibato. Non sapevo neanche che il matrimonio fosse una vocazione. Poi ho conosciuto il mio lui. Mi sono sentita amata ed è stato bellissimo. Volevo amarlo e volevo essere amata. Lo volevamo, volevamo fosse per sempre e che lo sapessero tutti. Sposati! Passano gli anni,noi,figli,noi. Poi la crisi, forte, forte. Niente tradimenti ma solo io e lui, prima capaci di farci felici e ora non più. Ci siamo messi in discussione (cioè io, lui non credo o, se lo fa,lo fa alla maschio e io non lo capisco)ma non abbiamo mai messo in discussione il matrimonio. Ho scoperto di aver sposato l’uomo giusto per me (la me di allora), uno che non sa essere amico e che non vuole amici, tanto meno un’amica. Crisi,crisi,crisi. Poi mi indicano la via dell’amicizia. Cercare quella parte di me, che voleva essere amata-compresa-presa dentro, nell’amicizia, farmi delle amiche. Mi rendo conto allora che è possibile imparare l’amicizia, come si “impara” una virtù, e che l’amicizia è quello che dite in tutte queste discussioni: passeggiare, stare in panchina, parlare e stare zitti, avere un obiettivo e non averlo, gratuita’ e tornaconto, Gertrude e Rodolfo etc.ma che non dipende dalla forma del cuore o dalla vocazione che uno ha, o per lo meno non solo. Io ho scoperto l’amicizia con la crisi matrimoniale.Io ho scoperto l’amicizia quando tutto stava crollando. L’amicizia mi ha dato una dimensione di sapienza, si, più che allargarmi il cuore mi ha allargato tutto il sapere, il sapore, il sentire. Sto imparando a sentire, a sentire la presenza dell’altro, il sapore dell’altro. E sto scoprendo che mio marito non è solo mio marito ma anche l’altro. Che ha una relazione con me, non è me. Tornando all’altro pezzo di discussione: quanta amicizia c’entra, nel senso proprio di starci dentro, in una vocazione al celibato? Mi chiederei: è una vocazione con la dimensione dell’altro? Quella vita di quel/la celibe sente il sapore dell’altro? Se si sarà un gran dono per tanti. Poi c’è il discorso della fede.Gesù amico.Ma con la fede andiamo veramente nell’intimo,dentro,dentro.

  67. La sciagurata rispose ha detto:

    Ciao martedìpuntuale, brava! Si perché hai scelto un nick che tocca le mie corde profonde e mica entrare in risonanza come quando la vibrazione della corda di unO strumento fa vibrare le corde della stessa nota nell”ottava differente. La sciagurata rispose martedì puntuale! Io ed te potremmo generare un mostro (celibatariamente si intende!) .
    Al di la dei deliri, mi piace ciò che hai detto e ti ringrazio per la confidenza!
    Si può scoprire l’amicizia da adulti e questa può rivelarsi vitale per l’amore esclusivo. Ci devo pensare su, già c’avevo un alveare di pensieri e tu ci hai tirato una sassata. Bello quando dei pensieri nuovi ti fanno uscire dalle convinzioni, in genere ti ritrovi un po’ più avanti. Grazie. Ciao

  68. fefral ha detto:

    ciao martedì, che bello quello che hai raccontato. Allora si può :-)
    Vorrei portare qua dentro un po’ di amiche in crisi e far leggere loro quello che scrivi, ma a volte ci si rassegna subito a dirsi “non siamo più innamorati” e mandare un matrimonio a puttane.
    Chi ti ha indicato la via dell’amicizia e ti ha convinta a percorrerla ha avuto coraggio. Ma guardava lontano. In bocca al lupo!

  69. Martedìpuntuale ha detto:

    Fefral!Mi aiuti quando il lupo si avvicinerà? Ho paura sempre che non crepi! Grazie.
    Sciagurata, grazie,non sai quant’è importante quello che hai scritto. Tu di sassate me ne hai rimandate due indietro.

  70. Mauro Leonardi ha detto:

    Martedìpuntuale scrive qualcosa che andrebbe insegnato in tutti i corsi prematrimoniali e che veniva fuori in una delle prime Discussioni di questo blog. La fedeltà coniugale non è essere sicuri che se il mio amore per il partner viene meno io sarò capace di farlo ripartire, ma è consapevolezza che anche se non dovesse ripartire l’impegno del matrimonio rimane comunque. Perché il matrimonio è indissolubile.
    Appunto.

  71. fefral ha detto:

    La sciagurata, nella discussione sul celibato ha scritto questa frase: “E’ dovere dell’amico avvertire l’amico che sta facendo una scelta sbagliata! se poi percorre la strada sconsigliata non verrà abbandonato (a meno che si metta con la moglie dell’amico)”

    Chi è che dà ad un amico il diritto di dire al suo amico che sta facendo una scelta sbagliata? In virtù di quale autorità? La risposta facile è che se si vuol bene ad una persona e si vede che si sta comportando male è un atto di carità avvertirla. Quindi è per carità che dico al mio amico che sta facendo una cazzata.
    Ma questa risposta non mi basta.
    Quando siamo di fronte a scelte che a noi sembrano sbagliate per l’amico ma che non sono oggettivamente nè giuste nè sbagliate, cosa dobbiamo fare? Possiamo dire a una persona “non sposarti, non è per te”, oppure “lascialo, non è il tuo tipo” o “firma per quel lavoro” “cambia città” “fa un figlio” e cose così? Qualcuno parlava di elefanti. Che diritto abbiamo di dare consigli ad un amico?

  72. acida ha detto:

    Fefral. sono il qualcuno che parlava di elefanti. Io non dico che non bisogna dare in assoluto consigli all’amico anche su questioni più o meno ibride.. Ci sono però persone che vivono di questi atteggiamenti. Io li chiamo i tuttologhi. Hanno sempre tutto chiaro, la soluzione in tasca, sanneo sempre esattamente per te cosa è meglio, sanno cosa ti sta succedendo, sanno esattamente il percorso che dovrai fare per il tuo bene. E penso che queste persone, forse, hanno bisogno di un bel bagno di umiltà. Ora, penso che è diverso intervenire nella vita di un amico perchè sta cornificando la moglie e intervenire perchè non sa se quello può essere o meno il momento opportuno per fare un figlio. Certo che al primo quesito sono perentoria anche io: Non puoi tradire tuo marito.. e il cazziatone ci sta tutto!!! Sul secondo, se mi viene chiesto, posso dare un parere, ma non posso far arrivare il messaggio che il contrario di quello che io propongo è sbagliato.

  73. fefral ha detto:

    scusami acida, non sono d’accordo. Io ai miei amici dico quello che cazzo voglio. E loro dei miei consigli se ne fanno quello che vogliono. Se siamo amici si può fare. L’ho fatto e lo faccio. E loro lo fanno con me. Senza che nessuno si senta condizionato dal consiglio dell’altro. Senza che nessuno si sente come un elefante nella vita dell’altro. Non peso le parole, non peso i consigli, dico quello che penso, sapendo che l’altro non si sentirà mai obbligato a fare quello che dico.
    Quando ho di fronte un amico faccio così. Smetto immediatamente di farlo quando mi rendo conto che il rapporto non è di amicizia ma è qualcosa di diverso. Appena viene meno la reciprocità comincio a pesare le parole, a filtrare i pensieri. L’amicizia non è il luogo dei consigli. I consigli tra amici si danno e si ricevono ma non condizionano il rapporto, non sono essenziali. Proprio per questo se ne possono dare quanti se ne vuole.
    Io almeno faccio così. Mi interessavano altre opinioni.

  74. Franci ha detto:

    Scusate se mi intrometto… ma leggendovi non riuscivo a star zitta! la mia amica mi DEVE dire che sto sbagliando… altrimenti che amica è? Le vere amiche si riconoscono così!!! Se non fosse amicizia vera…, se non fosse alla pari .. come con le amiche invidiose o succubi o gelose o complessate o.. O.. O.. E tutte ne abbiamo :-) bhè, allora sarebbe diverso. Non è amicizia peró… Parliamo di rapporti un po’ squilibrati dove la delicatezza è importante…. Non perchè uno è elefante… Ma perchè l’altra è cristalleria…. Incapace di accogliere l’altra per come è.. Andrebbe in mille pezzi..
    Bacini

  75. fefral ha detto:

    “Parliamo di rapporti un po’ squilibrati dove la delicatezza è importante…. Non perchè uno è elefante… Ma perchè l’altra è cristalleria…. Incapace di accogliere l’altra per come è”

    mi piace!
    (purtroppo le amiche invidiose o succubi o gelose o complessate sono tante… ma a pensarci bene quelle non sono amiche)

  76. Eli galli ha detto:

    “Che diritto abbiamo di dare consigli ad un amico?” Il diritto dell’amicizia. Se poi sono elefantiaca, l’altro, con lo stesso diritto di amicizia, me lo dirà, e poi, io gli chiedo scusa per i modi, e poi gli dico comunque il contenuto non cambia per me sbagli, e poi lei non si fa sentire per un po’, e poi tu la richiami, e poi lei aspetta un po’a chiamare e poi chiama e dice che forse avevi ragione però “quanta grazia”! e poi tu dici “Ti sei calmata?” e poi…e poi…e poi.. Cioè l’amico non è quello che dice la cosa giusta al momento giusto nel modo giusto, ma quello che c’è sempre e c’è sempre per te. Poi ogni tanto le azzecca tutte le cose “giuste”da fare.Ciao

  77. Millenaria ha detto:

    Ciao a tutti! io leggo spesso questo blog, senza intervenire spesso… la verità è che me ne sento molto coinvolta e allo stesso tempo esclusa, perché sento un gran bisogno di amicizia e di amicizia vera – quella di cui state parlando! – ma allo stesso tempo mi manca la materia prima: gli amici.
    Io ho 38 anni e sono attorniata da tante persone. Ma le mie amicizie per vari motivi si sono perse per strada, portandosi dietro sempre un pezzetto più o meno grande del mio cuore, che ancora sanguina per molte di queste. Si sono perse per varie ragioni: alcune, quelle più antiche, perché erano amicizie legate ad un ambiente che non ho più frequentato per varie ragioni che non posso ora spiegare, ed erano quelle legate ad un periodo bello e molto intenso della vita, tra l’adolescenza e la giovinezza, in cui si fanno esperienze totalizzanti, che uniscono moltissimo le persone che le vivono insieme. Altre, anche se erano sopravvissute al mio allontanamento, si sono perse per mancanza di tempo o forse di interesse nel coltivarle… e il mio cuore sanguina perché volevo loro molto bene, davvero. Altre, più recenti, non sono del tutto nate, sono ancora acerbe perché ancora non abbiamo avuto abbastanza spazio per coltivarle.
    Ma io ci penso e non mi sento di condannare me per questo fatto, perché sono sempre stata io a cercare loro, a chiamare, ecc., scontrandomi spesso contro il muro della loro mancanza di tempo e spesso sentendomi a disagio, come se le mie telefonate senza uno scopo preciso, solo per parlare e sentire “come stai”, fossero di disturbo. A volte sono rimasta male perché io, che nonostante tutto cerco di farmi in quattro se un amico è in difficoltà e mi chiede aiuto, vedo che da parte delle altre persone non solo non c’è la stessa disposizione, ma non c’è nemmeno la capacità di chiedere aiuto a me, che mi reputo loro amica. Faccio un esempio: se reputo che sei una mia amica, abbiamo tanta confidenza e ci piace stare insieme, io rimango male se mi dici che sei incinta solo al secondo trimestre! oppure se mi dici che te la sei passata male solo dopo che te la sei cavata da sola o comunque senza chiedere il mio aiuto o almeno la mia confidenza, la mia comprensione o solo la mia compagnia nel momento della difficoltà… Eppure questa è la norma, pare, tra le persone della mia età, salvo rarissimi casi. Perché la vita ci prende tutto il tempo e le energie, e pensiamo che sentire un amico e passarci un po’ di tempo insieme sia un’impresa impossibile. Perché non gli diamo la giusta importanza o il giusto peso, e non sappiamo quanto questo renderebbe più bella la nostra vita. C’è una frase che ho letto su un fumetto – il fumetto si chiama Julia – che a sua volta cita Saint Exupéry, che mi piace moltissimo: “Non è difficile trovare un amico che ti offra il suo aiuto dicendo:”Se hai bisogno, chiamami”. È raro il contrario. L’amico che si aspetta aiuto da te, come un suo diritto. Uno che ti chiede magari di partire nella notte per raggiungerlo, perché conta sul tuo sostegno, beh, quello è tutta un’altra faccenda. Quello bisogna davvero guadagnarselo come un privilegio raro.”

  78. acida ha detto:

    Cara Franci, io partivo da quella che è stata l’esperienza con mia sorella, che ho illustrato nell’altra pagina del blog . E’ un parere dettato dal fatto che col tempo la vita di mia sorella ha preso una forma che io non avrei mai immaginato. Uno stupore rispetto a quello che io pensavo e consigliavo e a come poi sono effettivamente andate le cose. Questo ora mi porta ad essere quantomeno prudente se devo dire qualcosa.
    Ciao!

  79. Mauro Leonardi ha detto:

    Millenaria, avevo fatto il proposito di non intervenire tutte le volte che c’è una new entry ma tu mi fai rimangiare il proposito! Mi hai commosso. Sei stata autentica davvero e da adesso ci sarai sempre anche se diventassi milionaria o centenaria…
    Grazi di essere qui.

  80. fefral ha detto:

    vabbè però non vale: i commenti spariscono!

  81. fefral ha detto:

    comunque vabbè facevo tutto un pippone probabilmente abbastanza noioso, ma quello che mi interessava dire a millenaria era di non rassegnarsi. Purtroppo l’amicizia non si può programmare o costruire, possiamo solo creare le condizioni favorevoli perchè possano nascere. Ma ora devo andare, tu però millena’ continua a scrivere che qua dentro si sta bene

  82. Millenaria ha detto:

    Grazie don Mauro, ora mi commuovo io! e grazie, fefral! ma non è davvero facile. Che dovrei fare? Cercare nuove amicizie? Andare a ritrovare le vecchie? Come si fa a far capire ad una persona che ti manca e che vorresti stare con lei, se lei non sente la stessa necessità? OK probabilmente è un po’ come nel matrimonio: spesso si parla troppo poco e non si esprime quello che si ha dentro!(continua…)

  83. fefral ha detto:

    il fatto Millenaria è che teoricamente uno non si dovrebbe aspettare niente dall’amico. Se a me va di vedere una persona ma lei non sente la necessità ci devo stare. Posso cercarla, ma se non trovo risposta una, due, tre volte basta così, gli spazi dell’altro vanno rispettati. Lo dico a te e intanto penso a tutte quelle volte che cerco qualche persona a cui tengo tanto e non la trovo e a quanto ci resto male. Ma in quei momenti devo dire anche che faccio molta fatica a distinguere tra il bene che voglio a quella persona e il desiderio mio di trovare compagnia in qualcuno. Non è semplice. Nè è semplice mantenere vive amicizie alla nostra età, riuscire a incastrarsi tra i mille impegni, ritagliarsi il tempo di una telefonata. Ma a volte siamo noi che chissà cosa cerchiamo. Non abbiamo più l’età per le telefonate chilometriche, per i pomeriggi passati a parlare di ragazzi e per le nottate insonni. Più che altro non abbiamo più il tempo. E così dobbiamo ripensare tempi e modi per gestire le relazioni, e goderci quello che riusciamo a ottenere.
    Amici vecchi, nuovi? Non so che dirti… quelli che la vita ti mette accanto. Don Mauro nel suo libro scrive a un certo punto una cosa più o meno di questo tipo: non si può decidere di diventare amici di qualcuno, si può solo essere disponibili ad essere amici. Cioè mettere le condizioni perchè, se per caso ci può essere amicizia, non trovi ostacoli. Ma questo non solo nei confronti dell’altro, ma soprattutto del nostro cuore. Quando riusciamo (e non è per niente facile) ad aprirci alla condivisione, all’ascolto, senza nessuna pretesa, senza volere un ritorno immediato e tangibile, ogni tanto capita di scoprirsi amici. E capita con le persone più improbabili, ti ritrovi a un certo punto amica di persone che mai ti saresti cercata.
    Non so se sono riuscita a spiegarmi, ho troppo sonno, spero di aver scritto qualcosa di sensato.
    Buonanotte

  84. Martedì Puntuale ha detto:

    Si Fefral,molto sensata. Spero tu abbia riposato. Millenaria, quant’è vero quello che hai scritto. Un po’però accettiamoci pure per quello che siamo. Io rimango male anche quando so le motivazioni di quel comportamento di un’amica/o che mi ha ferito, e pure quando quelle motivazioni non c’entrano niente con me…mi sento male e basta perchè …sono fatta così. Per me l’amicizia è una forma di possesso-buono del cuore dell’altro e di tutta la sua vita. Lo so che non va bene, ma sono fatta così. Cerco di non appiccicarmi troppo (con scarsi risultati) e di acquistare un po’della saggezza di Fefral di cui parla nel commento qui sopra (17/1 01.16 PM). Ben venuta qui e tra le tipo-Martedì Puntuale.

  85. Carmen ha detto:

    Ciao Millenaria, grazie del tuo post, che mi sembra importante, perché hai fatto una cosa che spesso non facciamo e che invece è importante per l’amicizia, cioè evidenziare i nostri bisogni, necessita, magari difficoltà nell’amicizia stessa. A volte ci preoccupiamo, giustamente! , di dare, ci preoccupiamo che non ci chiedano, ma non chiediamo aiuto, non manifestiamo le nostre debolezze. Che non vuol dire fare la lagna, ma mostrarci come siamo, con tutta la nostra umanità. Invece questo, da alcune esperienze, apre all’amicizia e la sviluppa

  86. Mauro Leonardi ha detto:

    In che senso spariscono? la cosa mi preoccupa…

  87. Mauro Leonardi ha detto:

    Grazie Fefral. Anche tu scrivi pure tutto quello che vuoi che non sono p….e!

  88. Mauro Leonardi ha detto:

    Riporto qui un commento che ho lasciato nella Discussione “Celibato 2” perché secondo me contiene la risposta alla domanda “che cosa devo fare”: devi voler bene a te stessa, naturalmente in senso cristiano non in quello egoista…. Ecco quello che dicevo.

    _______
    A me sembra che ci sia una verità umana che solo Gesù insegna con assoluta chiarezza, e cioè che la vita ha senso solo se si ama. La felicità dipende solo da questo: se si ama o no. La felicità non dipende dal fatto che si sia amati: solo dall’amare (anche se ovviamente essere amati fa piacere). Ma per amare gli altri bisogna amare sé stessi sapendo distinguere tra “amor proprio” e “amor per sé”. Il secondo è il modo in cui Dio vede ciascuno di noi. Gesù dice: “ama il prossimo tuo me te stesso, pertanto se non ci si ama non si può amare…”.

    Ora il punto della nostra Discussione è mettere in luce che nella nostra cultura (fino all’arrivo del nostro libro, dico un po’ scherzando ma un po’ sul serio…) l’unico sinonimo di amare era, in pratica, sposarsi.
    Noi con il nostro libro e il nostro blog stiamo mettendo in luce che amare è certo sposarsi, ma anche essere amici. E anche lavorare, e tante altre cose. Tutte le altre cose che non sono “sposarsi” sono, o potrebbero essere, il contenuto della nuova cultura del celibato sulla quale stiamo riflettendo.

  89. fefral ha detto:

    non saprei don Mauro, avevo scritto un post in risposta a millenaria e anche se mi è arrivato via mail non c’è in bacheca. Ma non importa :-) si vede che il blog in automatico ogni tanto decide che sono grafomane e mi decima i commenti (non c’erano parolacce… mi pare)

  90. fefral ha detto:

    grazie, ho riposato.
    Capisco quello che dici sul “possesso-buono” del cuore dell’altro. Lo vivo anche io un po’ così, e mi sono fatta l’idea (avendo tanti amici maschi e quindi dovendomi mettere molto in discussione su questo) che sia una tendenza un po’ femminile, una specie di affetto materno che ci rende a volte possessive (in casi limite morbosamente possessive) ma che non è di per sè sbagliato.

  91. Mauro Leonardi ha detto:

    Io ho ripetuto tre volte un commento nell’altra Discussione. Non appariva e quindi ri-incollavo… poi sono apparsi tutti e tre e due li ho dovuti cancellare…. vabbé è un blog gratuito!

  92. MM. ha detto:

    cara anonima del 18 gennaio..”non c’è amore se non si ama l’altro per com’è, con la sua libertà, anche se questa libertà non la capiamo, anche se questa libertà viene usata male”..grazie, ho riferito. E Cecilia mi ha risposto di avere già detto a Sara ciò che le consigli e Sara ha apprezzato ma cmq si tiene ancora lontana. Ci vuole tempo, ma Sara sa che Cecilia rimarrà in attesa, la sta aspettando, perchè erano amiche davvero e Cecilia non l’ha mai abbandonata.
    @Lidia, forse ho sbagliato sezione fin dall’inizio, ma ho raccontato la storia di Ceci non per discutere se fosse giusta o sbagliata l’una o l’altra scelta (questo SOLO Dio può dirlo e l’anima della persona coinvolta se è sincera con se stessa) l’ho raccontata per far capire quanto può essere potente l’amore di amicizia e quanto può spingere a fare certe scelte e quanto è triste (ma vero) quello che scrive fefral “E quasi mai il rapporto tra le persone coinvolte è rimasto come prima. Ma quasi sempre al momento “critico” quello che ne è venuto fuori è che le persone coinvolte non fossero davvero amiche, magari legate da un profondo affetto, ma quello non basta.”
    Spero che Cecilia scriva qui prima o poi…;)

  93. Paola Baratta ha detto:

    Cosa significa amare? Per ragionare sul valore del celibato in senso umano credo che occorra provare a rispondere a questo interrogativo. Anche perchè così si comincerebbe a capire come mai questa realtà (umana) dia luce e valore – ricevendone in modo direttamente proporzionale) all’amore matrimoniale. Cioè come queste due scelte – umanamente parlando – possano darsi forza e dignità vicendevole.
    In un bel film di Hitchcock “Notorius”, i due protagonisti si scambiano “il bacio più lungo della storia del cinema”: poi guardi il film e scopri che quel bacio non è affatto come ti aspettavi, condizionato dai mille film “romantici” sul genere: è una serie di piccoli baci, che lei dà sfiorando spesso appena le labbra di lui, mentre l’uomo è impegnato a parlare al telefono…Una scena quasi prosaica e “normale” se…Se non fosse che ognuno di quei baci parla di un’intimità così intensa da far rabbrividire qualsiasi scena alla quale (tristemente) ci abituano persino gli stacchetti pubblicitari… L’amore è l’intimità quotidiana in cui ognuno riversa, nella gratuità, tutto se stesso in un’altra creatura. Tutto se stesso. Senza vergogna, senza “barriere”, senza infingimenti. Non è facile. Non è facile perchè a volte siamo proprio noi i primi ad aver voglia di scappare da noi stessi. Siamo i primi a vergognarci. A nasconderci. Non a caso il primo risultato del peccato è stata proprio la fuga. E la vergogna.
    Allora il celibe (nel senso alto, ma umano che stiamo indagando) è colui che riversa nell’intimità quotidiana sè stesso in un’amicizia e disponibilità ASSOLUTA agli altri possibile solo nell’assenza di legami “esclusivi” (matrimonio) e lo sposato è colui che riversa nell’intimità quotidiana (fatta di vomitini di bimbi, di lui che si dimentica gli anniversari, di lei che lo “stressa” con la sttrategia educativa da attuare con i piccoli…) tutto sè stesso in un legame esclusivo e ASSOLUTO. Ho messo in maiuscolo due volte l’aggettivo ASSOLUTO perchè, secondo me, è l’anelito che anima ( o dovrebbe animare) la reciproca grandezza e dignità di celibato e matrimonio.

  94. Martedì Puntuale ha detto:

    Ho parlato oggi con un’amica, lei mi snebbia la testa. E’una persona buona e forse ne dovrei parlare nella discussione dei buoni. E’celibe e forse dovrei parlarne nella discussione sul celibato. E’una persona che mi aiuta a vivere il matrimonio e forse dovrei parlarne nella discussione sul matrimonio. E’una persona che scrive benissimo e forse dovrei metterla nella discussione sulle email degli amici. E’ una persona che sa usare il suo tempo e sa donartelo, forse dovrei metterla nella discussione del tempo. E’una donna libera, forse nella discussione della liberta’. Ma quello che mi incanta di lei non è la sua bellezza e la sua bontà, saggezza e quant’altro ma è che lei poteva darmi tutto questo e farmi tutto questo e aiutarmi in tutto senza diventare mia amica. E invece lo ha fatto. Non mi ha dato tutto quello che aveva ma mi ha dato sè stessa. Non mi ha adornato di tutte le cose belle che ha scoperto ma si è fatta luce per me (mi snebbia,appunto).Io quando sto con lei, non mi sento sempre capita ma lei chiede spiegazioni, non mi basta mai il tempo che mi dà ma mi dice alla prossima ci rifaremo, non riesco sempre a vederla ma passa sempre a salutarmi, non sempre la sento ma un “ci sono” non manca mai. Insomma lei per me è un’amica perchè se penso a lei mi viene da dire “Grazie”.

  95. Millenaria ha detto:

    Ciao a tutti. Riflessione sull’amicizia…
    Ma forse sono troppo negativa… se ci riprovassi con quell’amica con cui non ci siamo più sentite? Io in realtà non ho mai capito se c’è stato un momento o un avvenimento concreto che ci ha separate. Sta di fatto che eravamo grandi amiche da tanti anni, ed ora sono anni che non ci sentiamo né vediamo… ci ignoriamo, deliberatamente.
    So che è andata a vivere lontano, senza che ci fossimo viste negli ultimi (due?) anni e senza salutarci. Ci provo. Mettiamo da parte l’orgoglio! Le scrivo una mail, un messaggio privato su FB chiedendole sue notizie, con affetto. Sono già 5 giorni. Non mi ha risposto. Sono sicura che l’ha letto…
    Certo, la sua risposta dovrebbe essere quella di raccontarmi di sé, della sua vita… e forse non ne ha voglia. Forse ha già ABBASTANZA amici e non le servo io… Ma si può avere ABBASTANZA amici?

  96. Mauro Leonardi ha detto:

    MIllenaria va bene come stai lottando per essere te stessa (nel senso buono). Vai avanti su questa strada. Mi ha sempre colpito il pensiero che per la famosa lampada messa sul moggio di cui parla Gesù nel vangelo non c’è nessuna differenza che la stanza sia piena di gente pronta a godere della sua luce, o che sia vuota.

  97. fefral ha detto:

    eppure a volte, Millenaria, ci si deve “rassegnare” al fatto che una persona che ha fatto parte della nostra vita nel passato adesso non la vediamo più, non c’è in un certo senso più spazio nella nostra vita per lei (o per noi nella sua). Questo in alcuni momenti mi getta nello sconforto, a volte mi faccio l’elenco di quanti amici importanti ho avuto e quanti pochi appartengono ancora al mio presente, e allora mi faccio prendere dall’ansia di cercare persone che non sento da mesi o da anni perchè il pensiero che potrei forse non incontrarli mai più mi angoscia.
    In realtà in qualche modo sono comunque presenti. Scriveva qualcuno tempo fa (forse era su fb e non qua nel blog) che ogni incontro ti cambia. Mi era piaciuta molta quella frase. Ogni volta che ci si relaziona autenticamente con qualcuno quel qualcuno in qualche modo ti cambia, diventa parte di te e tu di lui. Non si perde mai un’amicizia vera anche nel caso in cui la vita dovesse separarci per sempre.

  98. fefral ha detto:

    però! Dove l’hai trovata un’amica bella, buona, intelligente, saggia, libera, ecc…. una donna da sposare quindi? :-)

  99. Martedì Puntuale ha detto:

    Hai ragione. Fefral la mia amica ti piacerebbe un sacco. Se usciamo un giorno dal mondo virtuale, te la presento. Buona giornata.

  100. Mauro Leonardi ha detto:

    Era Monica, su fb. Adesso Monica scrive anche sul blog.

  101. acida ha detto:

    Chissà come saranno le nostre amicizie (quelle che qui non hanno funzionato) dopo la morte, se in paradiso tutto s’aggiusta anche in questo aspetto che per alcuni è fonte di gioia enorme e per altri di dolore il più delle volte soffocato… chissà :-) E’ che ci sono persone che ti porti dentro e non sai se le avrai di nuovo nella tua vita. Non c’è sempre una seconda occasione, però non ci puoi far niente: stanno dentro, non te ne liberi perchè gli vuoi troppo bene. Io quando sto così penso al Paradiso:lì o le cose funzioneranno oppure non sarà più così importante… almeno credo :-/
    E’ bello questo blog. Mi ci arrabbio ogni tanto(soprattutto con qualcuno)e poi dopo che ho graffiato, finito il nervoso, mi rendo conto che è perchè su quella cosa specifica mi si chiedeva qualcosa, mi si stavava. Sto crescendo qui dentro. Grazie a tutti! Davvero!

  102. Andreas Hofer ha detto:

    Ciao a tutti,
    fefral mi ha segnalato il blog e questa serie di commenti sull’amicizia. Che dire del valore attribuito oggi all’amicizia? A me pare attualmente non sia facile trovare qualcuno capace al tempo stesso di rispettare la tua libertà e di volerti bene incondizionatamente. E, soprattutto, in grado di gioire con te nel momento della felicità, più che esserci nell’ora del bisogno. Spesso ho notato, in coloro che dicono di esserti amico, questa incapacità di essere felice per i tuoi “successi”. Anzi c’è quasi un risentimento, una sorta di dispiacere, quasi avessimo levato loro qualcosa. Come se non si fosse capaci di comunicarsi vicendevolmente una pienezza interiore ma si potesse unicamente condividere il nulla. Forse per questo oggi è così difficile entrare in relazioni d’amicizia.

  103. fefral ha detto:

    Ciao Andreas!

  104. Andreas Hofer ha detto:

    Ciao carissima! Ci ho messo un po’ ma alla fine ho commentato…

  105. fefral ha detto:

    andreas scrive una cosa molto vera. A me è capitato spesso (di solito da parte di amiche) quello che lui dice. Una presenza forte nei momenti della difficoltà, ma quasi una delusione stizzita quando poi le cose mi andavano meglio. Oppure la gelosia per non essere loro la ragione della mia gioia.
    Però Andreas quella non è amicizia. Un amico che vede l’amico felice gioisce davvero per lui.E te ne accorgi quando è così.

  106. Mauro Leonardi ha detto:

    Convengo assolutamente con quanto scrivono andreas e fefral. In Come Gesù riporto un caso molto quotidiano e banale un cui un amico non è felice della felicità dell’altro: “In senso stretto l’amicizia, non è regolata da diritti. Io, questa sera, posso fare due passi con un mio amico e domani sera no, semplicemente perché non mi va. Posso andare al cinema con un secondo amico invece che con il primo, e il primo non ha nessun diritto di lamentarsi. L’avrebbe se gli avessi promesso qualcosa di diverso, ma non a motivo dell’amicizia. Anzi, se è veramente amico mio, sarà felice che io esca con un’altra persona, se quella è la mia felicità.” (p. 234)
    Sappiamo tutti però che spesso non è così.

  107. MM. ha detto:

    “Sappiamo tutti però che spesso non è così.”
    molto spesso non è così perchè forse sotto sotto si nasconde la grande paura di essere abbandonati..e allora io cerco di controllare il mio amico(magari senza accorgermene). Che gran cosa la libertà, ma quanto fa paura..eppure è così bello essere amici in libertà!

  108. Piccolo Principe ha detto:

    Ciao, avevo postato un commento in un’altra discussione sull’amicizia per sbaglio, la metto qui…

    Scusate se mi intrometto, ma io invece volevo parlare di amicizia non tanto tra marito e moglie… Ma tra due persone senza legami di sangue né giuridici, due persone il cui loro unico legame sia l’amicizia (beh mica poco). Perché secondo me anche se l’amicizia tra moglie e marito non è mai scontata questa può esserci oppure no: forse il rapporto sarà meno profondo però i due rimarranno sempre marito e moglie. Lo stesso per due fratelli o madre e figlio… E’ importantissimo, per carità, però non saprei cosa dire.
    A me invece preme tantissimo capire alcune cose dell’amicizia… Perché cavoli costruire un’amicizia vera e mantenerla costa tantissimo… Costa a quindici, venti, trenta e quarant’anni (cit. dall’altra discussione ;)). Costa perché se non vuoi che sia superficiale devi andare a fondo e a volte fa malissimo. E al giorno d’oggi è sempre più difficile trovare gente che voglia andare a fondo. Che voglia dedicare il proprio tempo agli altri…E poi il difficile, secondo me, sta anche nel fatto che non c’è niente che ti leghi al tuo amico: in fondo se non vuoi essergli amico puoi scegliere di non esserlo e basta. Non avete mica firmato un foglio in cui dite che sarete amici per sempre, finché morte non vi separi. Okay, è vero che proprio per questo l’amicizia è molto bella, perché è libera, molto libera, però cavoli rende le cose molto complicate. Se io firmassi insieme alla mia amica un foglio in cui giuriamo di rimanere amiche per sempre potremmo pure mandarci un sacco a quel paese senza la paura di perdere l’amicizia e di perderci l’un l’altra (è lo stesso tra due innamorati che non siano promessi sposi, okay, però adesso mi interessa l’amicizia)… E invece così è un sacco difficile perché se io sparissi e decidessi di non farmi più sentire non credo mi si potrebbe accusare di nulla se non di aver abbandonato un’amica/o , di certo non di aver abbandonato i miei figli o di non aver adempiuto ai miei doveri di figlia…Non so se mi spiego, forse no… Voglio dire che è proprio difficile farsi addomesticare e addomesticare, come la volpe amica del Piccolo Principe. Molta gente getta la spugna fin da subito e cerca di fare molte conoscenze, ma poche amicizie vere. Vorrei cercare di capirci qualcosa di più insieme a voi.

  109. Martedì puntuale ha detto:

    Salve, non ricordo tutti gli interventi e spero di non ripetere qualcosa di già detto. Oggi mi è venuto in mente, sulla scia di Come Gesù, “come Gesù e Lazzaro”. Mi piacciono le amicizie così. Che fa Gesù con Lazzaro? Se lo tiene da parte, in un certo senso. Non se lo porta dietro con sè come gli apostoli, non gli dà un compito speciale, una missione, non gli chiede nulla. Non gli fa domande importanti per far crescere la sua fede, nessuna catechesi: Gesù cerca Lazzaro in Lazzaro e basta. Lazzaro sta là, a casa sua, e basta. E’ Gesù che va da lui. Anzi sembra che Lazzaro e la sua casa siano l’unico posto in cui Gesù va a posare il capo. Se ci fossero stati i telefonini, Lazzaro sarebbe stato uno di quegli amici a cui si mandano gli sms alle 8.30 di domenica solo per dirgli “Come stai?Che fai? Hai sentito che freddo!”. Non si sa molto di questa amicizia e secondo me è la parte più personale del cuore di Gesù. Gesù è così simile al suo amico che questo fa un’esperienza di morte e rinascita che forse Gesù avrà ricordato sulla croce. Lo so è fantateologia. Buona domenica.

  110. Tres ha detto:

    Oggi, su un quotidiano on line, è apparsa questa testimonianza di un ragazzo che appena ventenne ha scoperto di avere un tumore. Ora passati un paio di anni, è fuori dalla fase acuta e ne parla in un articolo. Riporto qui quello che dice sugli amici che gli sono stati accanto e sulla famiglia.
    “So che, stando alle statistiche, avrò un problema cardiovascolare o un cancro e morirò, fintanto che questo non accade non ho alcun motivo di preoccuparmi e, anzi, devo godermi la vita fintanto che posso. Nel pieno della malattia però non riuscivo a ragionarci così serenamente sopra, mi limitavo ad aspettare il giorno dell’operazione che avrebbe risolto tutto. In quei momenti difficili mi sono stati molto vicini i miei amici ma soprattutto i miei genitori e mio fratello: per me un amico è una persona a cui posso mostrare le mie debolezze.
    Tuttavia mi sono trovato in uno stato mentale e fisico tale da cercare di evitare tutti. La mia famiglia però era sempre lì e il loro incondizionato sostegno è stato per me un grande aiuto, su di loro ho fatto affidamento quando sulle mie capacità non potevo più contare.” Mi piace quest’idea dell’amico come colui a cui mostrare le debolezze e soprattutto a cui affidare me debole e incapace.

  111. vincenzo martucci ha detto:

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

  112. vincenzo martucci ha detto:

    Prego don Mauro di cancellare il mio ultimo post in sede sbagliata perchè ho già provveduto a inserirlo in quella corretta sul celibato.
    Veniamo invece all’argomento pertinente.
    L’amicizia (come, d’altro canto, anche l’amore) mi sono sempre limitato a darla e prenderla, ma non mi sono mai lontanamente neanche sognato di definirla! Concetti così nobili ritengo che possano essere solo sviliti da qualunque definizione escogitassimo! Inoltre vincolare l’amicizia ad una definizione creerebbe i presupposti per una sorta di razzismo che ci porterebbe, più o meno coscientemente, ANCHE a considerare nemici tutti coloro che non rientrassero in quella definizione! E allora prenderei in considearzione solo queste “regole”:
    a)Esprimere noi stessi nel modo più fluido
    b)Interagire col prossimo evitando (per quanto sia nelle nostre facoltà!) che il nostro comportamento possa nuocere
    c)Mantenersi sempre aperti ed elastici e pronti ad accettare il “diverso” con GRANDE curiosità e MISURATA diffidenza; pronti anche a cambiare idea di fronte a nuove e schiaccianti evidenze che ci consentano di mettere a fuoco i nostri vecchi errori
    d)Guardare alla nostra esistenza come una fortuna immensa e straordinaria (basti pensare a quante scarse probabilità c’erano che proprio quello spermatozoo in mezzo a miliardi fecondasse proprio quel’ovulo che ha deciso di ovulare in mezzo a milioni, perchè nascessi proprio io anzicchè un altro!)E PROPORSI SEMPRE DI RISPETTARE QUELLA STESSA FORTUNA CHE HANNO AVUTO TUTTI COLORO CHE VIVONO NEL MONDO INSIEME A ME
    Con questi presupposti non credo che occorrano “definizioni” per essere amici di tutti e per amare tutti!
    Nelle regole non ho ritenuto di dover comprendere l’adorazione di alcuna divinità solo perchè non sono credente!
    “regole” che mi sento di seguire

  113. Tres ha detto:

    “c)Mantenersi sempre aperti ed elastici e pronti ad accettare il “diverso” con GRANDE curiosità e MISURATA diffidenza; pronti anche a cambiare idea di fronte a nuove e schiaccianti evidenze che ci consentano di mettere a fuoco i nostri vecchi errori.” Momentaneamente sto lavorando su questo punto. E’molto interessante e mi sta arricchendo molto. Consiglio l’esperienza. Grazie Vincenzo.

  114. vincenzo martucci ha detto:

    Sto maturando sempre più la convinzione che accettiamo solo quello che è già dentro di noi (maieutica socratica!) e che, talvolta, gli altri ci invitano a portare alla luce. Perchè mi ringrazi dunque Tres? Sei tu che stai lasciando affiorare qualcosa che già avevi in embrione! Piuttosto verifica solo che non si tratti di una convinzione sbagliata…nel qual caso stiamo sbagliando entrambi e faremo bene a scoprire quelle nuove “verità” che abbiamo dentro e che qualcun altro, magari, potrebbe invitarci a tirare fuori! Ciao Tres, ben ritrovata

  115. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Ho una carissima amica, come sorelle, forse di più,le voglio un bene dell’anima……..lei a me……abbiamo fatto un patto……se dovessimo essere ridotte a vegetali senza speranza, staccheremo la spina…… l’una dell’altra…. Quasta per me è l’amicizia , con la A maiuscolaaaaa!!!!!
    “Il monaco cistercense Aelredo di Rievaulx, nel suo trattato ‘L’amicizia spirituale’, certamente uno dei vertici assoluti di sempre sull’amicizia, afferma che «chiamiamo amici solo quelli cui non temiamo di affidare il nostro cuore
    con tutto quello che ha dentro, e così fanno anche loro, stringendosi a noi in un legame che ha la sua legge e la sua sicurezza nella fiducia reciproca»” (Come Gesù p. 183)
    Questo è l’esempio. So che a Mauro gli prenderà un colpo…….ma questo è un blog……e ognuno ha le proprie esperienze

  116. Mauro Leonardi ha detto:

    Non mi prende un colpo.

  117. vincenzo martucci ha detto:

    Non mi pare un discorso da credente! Un credente non pensa di poter disporre della sua vita senza rispettare Dio e non pensa di avere la capacità di interpretare correttamente la VOLONTA’di Dio! Se Dio decide di lasciarti in vita una ragione ci carà! Perchè ritieni di poter contrastare il Suo volere togliendoti la vita e, per di più, istigando un’altra a commettere un omicidio?

  118. Mauro Leonardi ha detto:

    Vincenzo sarebbe interessanti che tu ci dicessi cosa vuol dire per te essere credente. Non se esige o no Dio ma “essere credente”. C’era una discussione su questo argomento che poi si è bloccata. Si intitola “lo dici tu”. E’ nella sezione “il nostro blog”. Ti copio qui la stringa. Magari la fai ripartire.

    http://mauroleonardi.blogspot.it/2012/03/lo-dici-tu.html

  119. patrizia cecilia giardi ha detto:

    scherzavo…….posso dirlo perchè so che non è così…….purtroppo per me sei troppo preparato….. :-)) si potrà scherzare….o9gni tanto…..spero!!!!!

  120. patrizia cecilia giardi ha detto:

    Esercito il libero arbitrio che Dio ci hs dato e sul quale nessuno può discutere.poi se sono un peccatore o meno lo stbilirà Dio,snza intermediari,giudicando le mie intenzioni.

  121. vincenzo martucci ha detto:

    Credo che il rispetto della vita sia troppo importante perchè si possa lasciare la libertà di disporne a proprio piacimento…motivo per cui ti trovi di fronte l’impedimento sia della legge terrena che anche del sacerdote che, quasi certamente, si sprodigherà a porrti di fronte a quella che considererà una legge divina! Personalmente sono favorevole all’eutanasia, MA SOLO QUELLA MESSA IN ATTO PER PORRE FINE A SOFFERENZE CUI NON CI SIA MODO DI PORRE RIMEDIO IN MODO DIVERSO! In tutti gli altri casi trovo estremamente sgradevole anche solo pensare di legittimare un omicidio! Riguardo al caso particolare cui fai riferimento tu non stai tenendo conto, intanto, di un problema molto grosso che a tutt’oggi esiste: la Medicina non è in grado di fornire alcuna certezza sugli stati di “incoscienza” o di “minima coscienza” e, tantomeno di fornire certezze riguardo la possibilità o meno di uscire da quegli stati! Ma quel che mi preoccupa maggiormente è che se prendesse piede questa logica del “diritto alla vita in rapporto col grado di coscienza”, quante persone che nascono con gravi deficit mentali si salverebbero?…Considerata la facilità con cui gli esseri umani fanno 2 più 2 non considererei l’ipotesi tanto peregrina! Ma qui mi piacerebbe sentire direttamente don Mauro. Ciao

  122. vincenzo martucci ha detto:

    Il problema di “esser credente” in maniera generica non me lo sono mai posto nè capisco che senso possa avere, sicchè ti chiedo di esplicitarmelo per consentirmi di dare un’eventuale risposta. Tutte le volte che ho usato l’espressione “credente” l’ho intesa sempre riferita a Dio e, per l’esattezza a quel Dio in cui ho ritenuto che credessero i miei interlocutori (dunque, nel caso specifico di questi forum, al Dio dei Cristiani Cattolici). Adesso sto per uscire, ma quando mi rimetterò al computer darò un’occhiata anche alla sezione del blog di cui mi parli. Ciao