Blog | 04 Marzo 2012

LO DICI TU! [data originale: [04.03.2012]

Racconto a un gruppo di bambini e di bambine le parole che Gesù disse a Nazareth “Lo
Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione…” (Lc 4,18). Racconto la scena con Gesù che legge, arrotola il libro, e che ha tutti gli occhi su di lui. 
A un certo punto una bambina mi interrompe e dice: “ma chi l’ha detto?” e io sto per rispondere “lo dice Gesù”. E lei dice: “lo dici tu!”. 
E io capisco che è lo Spirito Santo che parla. La bambina non sta parlando come un agnostico illuminista che mi dice “dimostrami che le frottole che stai dicendo non sono una tua invenzione ma sono vere”, ma sta semplicemente considerando che sono io che le sto parlando di Gesù e che lei tutto questo lo sa o lo accetta e ci crede perché si fida di me.
Perché lo dico io.
Oh Signore, il popolo di Dio sa che “fide ex auditu”, che la fede c’è perché qualcuno ascolta qualcuno che parla.
Si piccola, lo dico io

Mauro Leonardi

13 risposte a “LO DICI TU! [data originale: [04.03.2012]”

  1. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Ribelle il 2 marzo

    Che bell’argomento di sabato mattina!
    Sarà perchè il tema dell’ascolto, non può che affascinare una persona ribelle, che molte volte si sarà posta almeno 3 domande:
    ma perchè ascoltare?
    e “ascoltare” non sarà un qualcosa di passivo, ai limiti della perdita di tempo e comunque per gente poco dotata di idee sue?
    e poi, la persona che ascolto, sarà degna di fede?
    In questo intervento ,tento una risposta alle prime due domande.
    Non so se è stato casuale, ma certamente è molto giusto che lei d Mauro,abbia avviato l’argomento, ponendo come protagonista una bambina; già perchè per ascoltare con il cuore aperto bisogna essere (o imparare a essere, ritornare ad essere) bambini che non hanno ancora sviluppato molto le difese razionali e che ascoltano”credendo”;non a caso la nostra è la religione dell’ascolto,non delle visioni, per quanto molti cerchino più spesso un “segno” spettacolare ,che una Parola… il famoso shemà, (ascolta Israele,) è quasi in ogni pagina come un invito all’ascolto ,ma appunto quello con il cuore (ascoltate oggi…non indurite il cuore…).C’è un ascolto che cambia la vita, quella famosa” sola parola”( in base alla quale)” io sarò salvato”.
    Il problema è che per noi “adulti” scatta subito l’idea dell’ ascolto come obbedienza, come gesto da schiavo che esegue degli ordini.
    Invece obbedire è essenzialmente ed etimologicamente,ob-audire! Cioè ascoltare stando di fronte! e ascoltare non una serie di ordini,ma una “buona notizia”!Ascoltare guardandosi negli occhi!
    Magari non fisici,ma del cuore( forse per questo G Paolo II, diceva che nello sguardo di Cristo c’è tutto il Vangelo).
    Poi la Parola sarà come un” seme gettato in un buon terreno”, che non si sa come “sia uno dorma ,sia uno stia sveglio”, cresce misteriosamente “da dentro”,e arriva “al midollo”(se noi glie lo lasciamo fare!)…ma non voglio annoiare troppo e riporto un simpatico aneddoto
    Una donna andava a messa ogni mattina..un giorno, tornata a casa, stava lavando l’insalata.Il marito, per prenderla in giro le disse “mi sapresti dire cosa ha detto il parroco nella predica stamattina?”
    “non lo ricordo più” ammise la donna “perchè allora vai ogni giorno a sentire, se poi non ricordi le prediche?” “vedi caro,l’acqua lava la mia insalata e non resta nella ciotola! eppure la mia insalata è completamente lavata!…L’importante è lasciarsi lavare dalla parola di Dio!” Vengono in mente le parole di Gesù”voi siete già mondi per l’ascolto della Parola…”
    L’ho scritta io? beh …forse avrei potuto!! In realtà a me aiuta molto leggere raccontini simili che ti lasciano qualcosa su cui pensare.. (forse per questo Gesù usava le parabole?).
    Se riesco in giornata, rispondo alla terza domanda( e se la persona che ascolto, non mi pare degna di fede?)

  2. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Tres súbito dopo

    “E se la persona che ascolto, non mi pare degna di fede?” Bella domanda Ribelle. Io mi tengo da parte quello che ha detto e vado da un’altra persona di cui mi fido ciecamente e chiedo se per caso ho sentito male io. Però devo dire che questo iter così lineare è molto più difficile quando quello che ho ascoltato mi ha ferito personalmente. In quel caso rimango proprio male e mi viene da scappare il più lontano possibile da quella persona. Forse dovrei imparare a non farmi ferire da tutti. Spero che ce la farai durante la giornata a scrivere la tua risposta, così vedo come fai tu. Ciao

  3. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Tres

    Tres, mi ha fatto molto sorridere quello che hai scritto, perchè magari io avessi una ricetta per non farmi ferire da quello che mi dicono le persone!
    Diciamo che faccio molti volenterosi tentativi…è più giusto!
    Però non ho ben chiaro a quali persone ti riferisci: in generale, il mondo, (cioè tutti quelli che incontri tra gli amici ,al lavoro, in famiglia etc…)
    o le persone che ti parlano o ti dovrebbero parlare di Dio?(intendo sacerdoti, guide spirituali,credenti che invece ,ti danno un’immagine negativa della fede etc?) ;perchè la mia risposta ovviamente, può essere articolata diversamente,o semplicemente presentare strategie di sopravvivenza diverse… a seconda delle persone a cui ti riferisci! grazie.

  4. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Tres

    Ribelle, approfitto!!! Mi puoi dare entrambe le risposte? Tu come fai sia con le persone in generale e quelle che ti parlano di Dio? Unirò i miei tentativi ai tuoi, grazie grazie.

  5. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Ribelle

    Mi chiedi una risposta lunghissima!ma vedo di dividerla in 2 parti:
    1)persone che dovrebbero parlarti di Dio e invece ti “scandalizzano” con i loro comportamenti. o parole.
    Beh qui la prima cosa da fare è evitare di distinguere nettamente 2 gruppi:quelli…e io!! Perchè il problema della credibilità riguarda tutti i credenti;se tutti riuscissimo ad avere qualche tratto di Gesù nel nostro comportamento, credo che saremmo subito credibili! Infatti sappiamo bene che “ciò che uno fa, grida così forte, da coprire quel che uno dice!” e la coerenza è la prima cosa che colpisce.
    Forse conosciamo tutti la preghiera scritta sotto il crocifisso mutilato” Dio non ha mani, ha soltanto le nostre mani per agire oggi. Dio non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per percorrere oggi le strade del mondo:etc..
    Il fatto grave è che spesso usiamo la scarsa credibilità o il cattivo esempio di molti cristiani, come comodo alibi per non credere neppure noi: invece,già Gesù ci avverte che questo può succedere e ci invita a “seguire quello che dicono, ma non fare quello che fanno!” e il nostro atteggiamento più giusto, dovrebbe essere cercare di FARE NOI, bene, quelle cose che vediamo fatte male da altri, pregando anche per loro, perchè in fondo, non possiamo MAI SAPERE sino a che punto la persona è CONSAPEVOLE (il famoso “non sanno quello che fanno”!) o anche COLPEVOLE del suo atteggiamento!
    Non abbiamo forse anche noi dei settori nei quali , nonostante ogni buona volontà non riusciamo ad ottenere nessun risultato notevole? non ci è stato detto che non sta a noi bruciare la zizzania, visto che anche nel nostro cuore crescono tutti i tipi di erbe? Forse le nostre erbe cattive hanno solo la fortuna di essere meno visibili ad occhio nudo!!!
    Resta il fatto che spesso uno non sappia cosa dire, pur volendo testimoniare la sua fede, pensa che nessuno lo ascolterà o non troverà le parole…allora riporto un altro aneddoto, ma questa volta “storico”.
    Un giorno S Francesco, invitò Fra Ginepro, ad andare a predicare con lui, sapendolo uomo molto buono e semplice.
    Quello rispose”Padre mio, ho poca istruzione,come potrei parlare alla gente?” Ma poichè Francesco insisteva,acconsentì. Girarono per tutta la città, pregando in silenzio per quelli che lavoravano nelle botteghe, sorrisero ai bambini che giocavano, scambiarono qualche parola con gli anziani,aiutarono una donna a portare un recipiente pieno di acqua.
    Dopo aver attraversato più volte il centro della città, Francesco disse” E’ ora di tornare al convento!” Fra Ginepro rispose” e la nostra predica?”
    L’abbiamo fatta!….L’abbiamo fatta! riprese sorridendo s Francesco. (la migliore predica, ….sei tu….)

  6. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Ribelle

    “2) amici,parenti…qui esiste solo la pazienza di tanti tentativi!
    Voglio dire che “non dipendere” (e quindi non farsi ferire) dal giudizio degli altri, si chiama libertà interiore ed è ,come tutte le realtà spirituali, in parte un dono e in parte una conquista.
    Si tratta di imparare a conoscersi,riconoscere che abbiamo un grandissimo bisogno dell’approvazione degli altri, perchè il nostro cuore è fatto per l’amore, che vorrebbe totale,perfetto,perenne…già accorgersene, è una cosa positiva, perchè ci permette di reagire; dal punto di vista umano,con una sana autoironia,un certo prendersi in giro…e sul piano soprannaturale ,con il cercare di avere nel cuore, un Amore più grande ,che permetta di guardare in modo diverso,gli “amori” che rincorri affannosamente!
    Ricorrere invece…a Gesù…ogni volta che ti accorgi di soffrire per un giudizio ingiusto o una parola cattiva!!..per dirGli che vorresti dipendere solo da Lui, dirGli che deve Lui cambiarti e guarirti il cuore…che vorresti amarLo più di tutto(questa grande frase, significherebbe appunto…più..di quella parola o persona che ti ha ferito!)…o infine che vorresti offrirGli quella sofferenza che provi,per qualcuno che soffre più di Te…
    Tutto questo a scriverlo,pare quasi una favola, ma in realtà a viverlo,anche poco poco,è bellissimo!(si chiama vita interiore ed è la scoperta che permette di “materializzare” la vita spirituale e di ripetere, cambiandola leggermente, una famosa frase……Dio esiste! io ..sto cercando di incontrarlo…(e con questo,devo proprio chiudere per oggi!)

  7. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Tres

    Grazie! Qui un “copia e stampa tutto” ci sta proprio bene! Provvedo e rileggo con calma. Grazieeeeee!

  8. Mauro Leonardi ha detto:

    Scrive Dory

    Nella sezione “oggi ho incontrato una persona buona”, Tres e Ribelle hanno iniziato una discussione che, a mio parere, potrebbe essere aperta a tutti. In genere, mi sembra, il tema della discussione sia la fiducia. Di chi possiamo fidarci? Cosa accade se perdiamo fiducia verso qualcuno che amiamo? Cosa accade se chi dovrebbe testimoniare un valore ( governanti, Chiesa, magistrati, insegnanti, poliziotti…) tradisce la nostra fiducia? Come reagire? A chi prestare ascolto? Mi sembra che il teme “fide ex auditu” di Don Mauro possa avere tanti sviluppi e toccare in profondità anche i temi dell’amicizia, dell’amore, del celibato…Insomma i temi affrontati nel libro.

  9. Dory ha detto:

    Questa è la storia del Sig. Diffido. Il Signor Diffido era un uomo buono, cresciuto in una buona famiglia con sani principi. Poi la vita ci pensa a mandare le sue batoste: la perdita del padre, la madre sola e costretta a mandare avanti la famiglia numerosa tra mille sacrifici, un lavoro non adeguato alle competenze, un tumore, un nuovo lavoro ma per niente congeniale, tante difficoltà economiche…La perdita del lavoro, la mamma che anche lei se ne va…Sempre per quella maledetta malattia. Il signor Diffido è un uomo intelligente e terribilmente ironico e deluso da tante cose si inventa una triste, crudele barzelletta. ” Anche Dio ha i suoi disegni…perchè non fa una mostra?”. E’ l’inizio di un percorso semi-scientifico per coprire la sua paura: la paura di riconoscere il proprio dolore e offrirlo a Dio ( e Diffido non vuol riconoscere proprio niente , nè affidarlo: troppo orgoglioso)…. E comincia a leggere libri che dicono che è impossibile coniugare la fisica contemporanea con le Verità di fede, che il peccato originale non esiste, che la Chiesa è tutta corrotta e la fede cristiana una specie di menzogna costruita artatamente a partire da S. Paolo: “Che scoperte geniali! Vedi che mi hanno sempre mentito! Ma io mica mi faccio fregare! Io sì che ho capito tutto! “(pensa soddisfatto Diffido) ed elegge agli altari ( i suoi, beninteso) i propri martiri e nomina “santi” gli autori che così “acutamente” gli hanno svelato i dogmi della sua nuova “fede” ( Gesù, ormai è sepolto, dimenticato. Il masso rimesso sul sepolcro). Il Sig. Diffido ascolta solo chi parla al suo cervello e lo blandisce facendolo sentire tanto acuto, tanto intelligente, tanto più elevato dalla massa “credulona” della gente, tanto al sicuro dalle sue paure…Già parlare al proprio cuore ( e ascoltarlo) fa male, forse troppo. E allora è meglio evitare e parlare di certezze (?!?) matematiche che ti dicono che un Dio fatto Uomo è una sciocca superstizione… Il Sig. Diffido ti sfida a volte con uno sguardo di irritante superiorità…Dice che chi crede lo fa solo per abitudine o paura o per interesse. E provocatoriamente ti chiede: “Se fosse vero quello che dici, si dovrebbe vedere la differenza…E invece…Guarda un pò che fanno i “cristianucci” – come li chiama lui: e giù con lo Yor, con i preti- pedofili, con la gente che predica bene e razzola male, con le crociate, la caccia alle streghe e il nepotismo, le “regole” nella bioetica (“E io”, dice,” voglio morire come mi pare!”. E tu rimani lì ad ascoltarlo un pò triste e un pò arrabbiato perchè ad ogni critica vorresti interromperlo (ma tanto sarebbe inutile) e dirgli: “E tu? E tu come sei messo con Dio, tu?”…Finchè scorgi – in un recesso ormai quasi invisibile del suo sguardo – un velo di Tristezza, una Nostalgia d’Amore coperta da tutte queste scoperte così “intelligenti” contro Dio e contro la Chiesa. Il Sig. Diffido potrebbe ri-iniziare a credere: ma ormai quel velo è divenuto pesante e per essere rotto dovrà essere squarciato. Farà male. Ma quel giorno, forse, il sig. Diffido si renderà conto di poter ascoltare e di potersi fidare del suo cuore, un cuore buono che ha paura di star male e di soffrire ancora. Io lo spero… Anche perchè il Sig. Diffido, in fondo, è un pò in tutti noi. Purtroppo Don Mauro…Non sempre la fede sorge dall’ascolto. O meglio…Purtroppo ci sono tanti, troppi che hanno smesso di ascoltare. Innanzi tutto il loro cuore ( fa troppo male). Non rimane che sperare nelle promesse del Battesimo: Gesù che ha fatto vedere i ciechi e ascoltare i sordi, ti conceda presto di ascoltare la Sua Parola”. Già… Te lo conceda presto, Sig. Diffido!. Che ti venga a trovare il Signore…E che tu riconosca di non essere più furbo e bravo del Pastore…ma solo, appunto, la pecorella (lo so che odi i diminutivi, ma è quello che siamo) smarrita.

  10. Antonio ha detto:

    Quando affermo qualcosa (quando vivo, mi verrebbe da dire) sono sempre io che porto la responsabilità di ciò che dico.
    Nel Vangelo è registrata la sorpresa delle persone che ascoltavano Gesù nella sinagoga di Cafarnao … “Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mc 1,22). Questa sorpresa non è causata da ciò che ascoltavano – che avevano già sentito molte volte dagli scribi in sinagoga – ma dal fatto che Gesù non appariva loro come uno che citava un pensiero altrui (magari per fare sfoggio di cultura, come qualche volta succede su Facebook): non stava citando la Bibbia, le parole della Bibbia gli appartenevano.
    Molte volte ci capita di parlare di cose in cui diciamo di credere ma in realtà non è così. In realtà stiamo difendendo qualcosa che non abbiamo fatto nostro. Lo difendiamo per abitudine, per cultura familiare, per simpatia, per pigrizia … ma non perché ci appartiene.
    Una volta udii un conferenziere sostenere una certa tesi. Purtroppo per lui uno tra gli spettatori non era convinto di quello che stava ascoltando e si mise ad argomentare opportunamente il suo disaccordo. “Vediamo come il nostro conferenziere esce da questa situazione”, mi venne da pensare. Ne uscì citando Aristotele. Il povero spettatore, con le sue idee, era stato messo da una parte dal nostro eroe il quale, avendo arruolato Aristotele tra le sue fila, lo schiacciò con l’autorità … di un’altro.
    Tornando a casa mi venne da pensare al povero spettatore. Avrebbe dovuto dirgli: “Caro amico, se a tenere la conferenza ci fosse stato Aristotele forse mi avrebbe convinto … il fatto è che a tenere la conferenza ci sei tu e il compito di convincermi spetta a te”.
    Molto di quello che crediamo lo impariamo da altri (genitori, insegnanti, amici, poeti, scrittori, artisti, …) e spesso non facciamo che ripetere pensieri altrui. Questo non è sbagliato, a patto di aver fatto la fatica di farli nostri, di incarnarli questi mondi altrui. Allora sto parlando di me con parole prese in prestito da altri, ho prestato il mio corpo al mio mondo perché vi entri “tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato …” (Fil 4,8).

  11. Mauro Leonardi ha detto:

    Antonio concordo con quanto affermi.
    Da tempo mi sono accorto che la gente non ascolta quello che dico ma quello che sento. Tutto sta nel tempo che dedico io ad ascoltare. Solo se ascolto e sento posso dire poi ciò che sento, e allora comunico, parlo. L’efficacia della parola è lì, altrimenti puoi fare considerazioni dotte ma sarà tutto finito.

    Per questo mi aveva colpito quella bambina e i bambini in generale. I bambini curano l’anima proprio in questo senso. I bambini non hanno vergogna a mostrare che non ascoltano quello che dici e che non senti. Se dici ma non senti si distraggono e guardano altrove.
    Oppure si alzano e vanno via.

  12. vincenzo martucci ha detto:

    “Se tutti riuscissimo ad avere qualche tratto di Gesù nel nostro comportamento, credo che saremmo subito credibili!”
    Questa frase mi fa ritenere che chi la pronuncia (ammesso, ovviamente, che CREDA in quel che scrive!)non abbia più alcuna necessità di cercare in chi credere…l’ha già trovato: Gesù![…Se mi è consentito un commento, però, (consideratelo pure “dissacratorio!) aggiungerei: beato lui che l’ha trovato!!!]
    Ancora, poi, il problema che ci si è posti di essere “feriti” dal prossimo, sottende, a mio avviso, un elemento negativo: L’orgoglio! Per me “orgoglio” è sempre stato indice di “rigidità mentale” (ed ecco perchè l’ho definito un elemento negativo): basta imparare a rimuoverlo in modo costante e sistematico e ci accorgiamo che ogni messaggio proveniente dal nostro prossimo non ci ferirà mai, perchè anzicchè “dolore” ci procurerà solo “conoscenza”! Cosa vol dire allora per me “credere”? E’ presto detto: vuol dire, dopo aver preso atto di tutta quella “serena” conoscenza che abbiamo raccolto (e, come dice Antonio, affrontata la fatica di far nostro anche quello che altri ci hanno trasmesso) “TRARRE DELLE CONCLUSIONI SUL SENSO DELLA NOSTRA ESISTENZA”!…Disgraziatamente, però, queste conclusioni saranno spesso diverse (TALVOLTA ANCHE IN MODO DRAMMATICAMENTE SOSTANZIALE!) per ciascuno di noi!!!

  13. Dory ha detto:

    E’ il giorno adatto per parlare di vocazione…Oggi Maria riceveva la visita del’arcangelo venuto ad annunciarle una Verità insondabile che le avrebbe cambiato la vita per sempre. Maria era solo una giovane donna, una ragazzina di 16 anni su per giù. Con il suo “Eccomi!” sapeva di rischiare il ripudio, la lapidazione…L’Immacolata Concezione è la grazia necessaria affinchè questa donna potesse liberamente accettare l’incarnazione di Gesù nel suo grembo. Il che aprirà la strada anche alla sofferenza: a non avere una casa dove partorire, a sentire che questo Figlio sarebbe dovuto morire…Sentire da questo Figlio…”Sii madre per un altro uomo”! ( non immagino neppure, da madre, quale dolore questo abbia significato per Maria, anche se per noi ha significato la possibilità della salvezza…). Massimo del sacrificio, massimo della donazione. Massimo dell’abbandono alla Sua volontà. I Misteri Gaudiosi che comunque richiamano, come un’eco, ma visibile e chiara, la Passione di Cristo. Lo dici tu…Eccomi…Un abbandono che unisce Grazia e Sofferenza, Giustizia e Misericordia…La chiamata a questa donna straordinaria e alla sua vita…che subito guarda alle vite altrui, alle nostre vite, ai nostri limiti, al nostro dolore…In silenzio, in punta di piedi questo pensiero oggi è nella mia anima. E prego davvero per tutti…Che la Madonna ci aiuti a restare fedeli alle nostre scelte, alla Sua voce. Ci aiuti a dire: “Eccomi!” anche se questo vuol dire essere disposti ad avere “una spada” a trafiggerci il cuore.