Blog | 17 Febbraio 2012

Recensione di Come Gesù su Forma Sororum, 1/2012 pp. 61-62 di Sr. Maria Chiara Cavalli osc

La rivista delle Clarisse italiane nel suo numero di gennaio- febbraio 2012 pubblica una
bella recensione di Come Gesù a riprova che la focalizzazione del celibato dei laici getta nuova luce sia su quello dei religiosi che su quello dei sacerdoti.

Don Mauro con questa sua ultima  opera ci aiuta ad approfondire la conoscenza del mistero del celibato, dell’amicizia con Gesù e tra noi, del dono che noi siamo e che gli altri sono per noi… secondo la dottrina dei padri: “Dice san Gregorio di Nissa:  «Abbiamo bisogno di molta acutezza per potere comprendere l’eccellenza di questa grazia, che si contempla insieme al Padre incorruttibile. E ciò che è paradossale (paradoxon) è che si trovi la verginità in un padre che ha un figlio e che lo ha generato senza passione alcuna. E la verginità si contempla anche nell’Unigenito di Dio, dispensatore dell’incorruttibilità, e risplende allo stesso modo nella purezza e nell’assenza di passioni nella sua generazione: e ancora una volta si presenta lo spesso paradosso, cioè un Figlio conosciuto nella verginità. E la stessa forma si contempla nella purezza essenziale ed incorruttibile dello Spirito Santo, perché nominando la purezza e l’incorruttibilità non si indica altro che la verginità» (De Virginitate, 2,1-11: SC 119, pp. 262-264.”)  (p 208-209).
È un libro che va letto e riletto. Ogni riga è importante e apre nuovi orizzonti sull’amore, sui vari carismi, sul matrimonio, sulla ‘verginità bellissima’ nonostante la derisione del mondo che non capisce la rinuncia a ciò che non si conosce (p 65ss).
È scritto per indicare ai celibi della sua famiglia spirituale (Opus Dei) la via per essere ‘come Gesù’ e attuarlo concretamente nel loro quotidiano. Ma don Mauro, persona aperta a fare il bene a tutti, restituisce a ogni componente della Chiesa  – compresi i religiosi e gli sposati – la loro identità.
Sì, noi ‘religiosi’, possiamo imparare tanto da questo libro. Noi “chiamati a testimoniare qui e ora quella che sarà la vita futura dei beati nel cielo” (p 87) siamo posti alla sorgente della Vita. Tutto di noi parla di quell’amicizia con Colui che ha dato la vita per i suoi amici, di quel calore e intimità che rinnova ogni istante; quindi questa parola è ben lontana dal quel senso di vecchio, di stantio, di rancido, legato a immagini sclerotizzate e soffocanti  a cui tanti pensano quando la sentono.
Il nostro autore ci invita a riscoprire la nostra figliolanza con Dio, siamo figli liberi (p.134ss) e, senza bisogno di mendicare criteri di discernimento dall’ideologia attualmente di moda (secolarismo colorato di relativismo e nichilismo), possiamo trarre dal tesoro della nostra tradizione “cose antiche e cose nuove” (cfr LeggMagg 3,10; ProcCan XI; 2LettSCh 1; passim).
Siamo incoraggiate a scoprire tutte le pieghe della nostra vocazione, a viverla anche nella fatica (p. 47ss), fedeli al nome nuovo che non possiamo toglierci di dosso (p. 278s) per ricapitolare tutto in Cristo (p. 237).
E la nostra madre s. Chiara viene indicata come modello di donna saggia che come madre si guarda dalle amicizie che potrebbero creare disuguaglianza in comunità (p. 198) ma non teme, anzi gode per la comunione tra le sorelle (cfr Test 69-70).
Potremmo anche dire che Chiara è la donna che ha vissuto ciò che la meditazione del b. Giovanni Paolo II (“Il  dono disinteressato”) posta alla fine ci consegna: ogni persona è un dono che ci è dato – Dio mi ha dato a te – per rivelare il “bello che Dio dona agli uomini”.
Avevamo già conosciuto la novità del magistero del caro papa sul mondo femminile. Questo inedito che ci viene consegnato tramite don Mauro ce lo conferma: “Enorme è la forza spirituale della donna. Una volta liberata, osa una intrepidezza ben lungi più grande, una prontezza per i sacrifici a cui a volte un uomo fa fatica a pensare. Proprio in questa consapevolezza la Chiesa ripete quelle parole del Cantico dei Cantici “oh, come sei bella, amica mia!” (p. 293-309).
Non sono sicuramente riuscita a raccontare la ricchezza di questo libro scritto nello stile appassionato e nel linguaggio attuale e penetrante – a tratti poetico e mistico, dotto e sapiente – che contraddistingue tutte le opere di questo sacerdote, ma spero almeno di aver suscitato in qualcuno la curiosità di leggere questo testo che rimarrà una pietra d’angolo nella storia della spiritualità
                                                          

Una risposta a “Recensione di Come Gesù su Forma Sororum, 1/2012 pp. 61-62 di Sr. Maria Chiara Cavalli osc”

  1. Ilde ha detto:

    Caspita Mauro. Tanto di cappello per la segnalazione delle clarisse. Celibato a più voci. Un unico Signore raggiunto in modo esclusivo da tanti io peculiari. Rilancia ulteriormente la portata dell’argomento. Don Alfonso