Le lettere di Vittoria Patti – Sono liberi
Subito dopo “potete fare meno chiasso, per piacere”, la frase che pronuncio più spesso nelle mie classi – o perlomeno, quella che cerco di dire più spesso – è “voi siete liberi”. Ho due ragioni per farlo. La prima è per compensare l’impressione, che certi miei colleghi invece pervicacemente rafforzano, che la scuola non sia altro che un enorme apparato volto a cancellare le libertà dei ragazzi. La seconda è per costringermi a dar seguito alla mia affermazione: dopo aver proclamato la loro libertà, poi la devo rispettare per davvero. Ma non basta: per mestiere io educo, attraverso ciò che insegno e come insegno, e quindi oltre a rispettare la loro libertà, mi spetta il dovere di servire la loro libertà, e di aiutarli a crescere in libertà. Lo faccio in tutti i modi che posso, e comincio dallo spiegare cos’è davvero la libertà: nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, nessuno mai s’è preso la briga di dirglielo. Dico loro che libertà è conoscere, ed essere capaci di scegliere il meglio.
Comenta nel post o nel forum in Parliamo di scuola. Con piccole modifiche, questa Lettera era stata pubblicata nel suo blog Oggi che si fa, prof?