Blog / Lettere | 27 Luglio 2013

Le lettere di Paolo Pugni – Perdono

Perdono

Non si dovrebbe. Gesù è stato chiaro. E in un modo così netto da far paura. “Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”. (Mt, 5, 23-24)

Ora chiedere preghiere per le proprie intenzioni, un modo raffinato per dire ciò che vorremmo accadesse, in fin dei conti è come presentare una offerta proprio su quell’altare. E so che qui io sto osando molto, sto sfidando l’ammonimento di Gesù.

Perché di fratelli ai quali metterei le mani addosso ne ho pieni gli armadi. E poco mi basta che uno sia finito in depressione dopo rovesci economici, un altro abbia difficoltà di famiglia e un terzo addirittura a Rebibbia o giù di lì. Il fatto che mi abbiamo imbrogliato e tradito, truffato e deriso, che abbiamo quasi messo sul lastrico la mia famiglia, costretto a ricominciare tutto una, due, tre volte è una montagna che faccio fatica a scalare.

Eppure, il dito di Dio è teso e non si può fingere di non vedere la luna che indica: torna indietro. Ecco, per la verità qualche passo avanti l’ho fatto, almeno quando la loro immagine mi attraversa la mente o mi compare sulla pagina di FB non scatta immediata la sequenza di insulti. Quando ripenso alla mail che mi rovesciavano addosso, a corrente alternata, volgarità e presunzione, non inizio più a digrignare i denti. Quando incontro persone che non avevano capito e che avevano preso me per traditore, quando invece m’ero solo allontanato per difendere me e la mia famiglia, non mi viene su più come un conato la voglia di dire “ve l’avevo detto io!”.

Perché il Signore te lo insegna con pazienza questa storia del perdono, che lo sa bene che affermare nell’atto stesso della sofferenza “perdona loro, non sanno quello che fanno” è cosa da Dio, non da povera creatura che oltretutto ha il forte dubbio che sappiano benissimo ciò che stanno facendo quelli che lei tende a definire carnefici.

Bella fregatura questa del perdono, qualche volta te la dimenticheresti volentieri. Magari adesso che tutti ti sparano addosso, e tu sei invitato a porgere l’altra guancia quando invece vorresti puntare la mitraglietta. Prendi le femen, quelle invasate che pensano di usare il corpo per sostenere le loro cause –ma gliel’hanno detto che le signore del PD sono contrarie alla strumentalizzazione del corpo femminile?- Ecco che oltraggiano la Chiesa e non succede nulla, poi gli scappa una cosina contro l’Islam e in men che non si dica son lì a scusarsi, a giustificare, a spiegare. E non volevo, e non pensavo e non era mia intenzione… perché lì invece della guancia, loro, cercano la gola, tua, per tagliarla. Alcuni almeno, ovvio mica tutti. Ecco. E questa roba del perdono invece ti ricorda che davanti agli insulti “Jesus autem tacebat”. Silenzio e preghiera. Per loro. Che fatica!

Questo Papa fin qui può essere descritto proprio da questa parola: perdono, o misericordia se preferite. E allora, più con la volontà che con il cuore, con quella forza controvoglia che ti fa buttare al di là del muro lo zaino, sotto la pioggia e nel fango, come un marines che combatte per la vita quando avrebbe voglia di lasciargliela lì e farla finita, con quella volontà che quasi è Dio stesso a strapparti perché non ce le fai proprio da solo, provo a fare un nuovo piccolo passo in avanti, grazie alle provocazioni di questo forum. E chiedere di pregare per loro, per tutti coloro che m’hanno truffato e che –lo posso aggiungere che poi lo cancelliamo subito? Tanto perché sono creatura fragile- strozzerei a mani nude hic et nunc. E quindi per me, perché sia in grado di presentare quell’offerta avendo le carte in regola.

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