Giorgio Ponte – Sul corso per la fedeltà delle coppie gay. Perché sono con Costanza Miriano
Per la categoria Rassegna Stampa, pubblichiamo il video e l’articolo di Giorgio Ponte, in cui cita Luciano Sesta e la lettera scritta sul blog
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Per una volta mi sono permesso di fare un video-post su un argomento che in questi giorni ha molto fatto parlare: il corso sulla fedeltà per coppie omosessuali proposto dalla pastorale diocesana torinese e il relativo commento di Costanza Miriano (che se possibile, ha fatto parlare quasi più del corso).
Vi chiedo scusa per la lunghezza. Normalmente mi sarei limitato a scrivere, ma, come spiego nel video, in questo momento non ne ho il tempo.
In fondo allego i link di articoli e filmati che cito, prima fra tutti l’intervista a Don Gianluca Carrega, ideatore del corso in questione. Intervista che si trova sul Blog di Costanza, alla fine dell’articolo, ma che in pochi temo si siano presi il disturbo di guardare, troppo impegnati a giudicare le parole di una donna che, mi pare, in questo caso ha fatto solo il suo dovere di cristiana. Quello che avrei fatto anche io.
Agli stessi chiedo, prima di avviare polemiche sterili sui vari social sulla mia “difesa” di Costanza (che non ha bisogno di essere difesa da nessuno), di vedere quindi prima il filmato, e non basarsi su queste poche parole scritte per attaccare il mio pensiero.
Grazie per chi vorrà dedicarmi il suo tempo.
P.S.
Mi sono sbagliato sull’ultimo documento al quale nel filmato faccio riferimento, come quello scritto da “un certo Mauro”: Mauro Leonardi è il titolare del Blog che lo ha pubblicato, non l’autore, che è Luciano Sesta. Mi scuso con il signor Leonardi per la mia incapacità di ricordare nomi. Preciso anche che Don Carrega non è colui che doveva tenere il corso, ma il responsabile della pastorale per le persone omosessuali di Torino. Pastorale che ha deliberatamente scelto di non appoggiare più il gruppo di Courage Italia, nonostante al momento sia l’unica associazione riconosciuta e promossa ufficialmente dalla Santa Sede per accompagnare le persone omosessuali in un cammino di castità (con tutti i limiti, di cui non è questa la sede per parlare, ma che almeno si fonda su una visione dell’essere umano ancora distinto per il suo sesso e non per le sue attrazioni).
Si sa, come dice Don Carrega: la Pastorale viaggia su altri tempi rispetto al Magistero, anticipandolo.
Pare che essa quindi non sia più espressione attiva di un Magistero che la guida, bensì il contrario. Almeno così fanno a Torino
Tratto dal blog di Giorgio Ponte