Blog / Renato Pierri | 06 Novembre 2016

Lettere di Renato Pierri – Gli atti di omosessualità sarebbero disordinati e contro natura. E allora?

Chiedo scusa per la lunghezza, ma ho riportato scritti d’altri autori (Mancuso e Vassallo). Potete sorvolare e leggere solo le mie considerazioni nell’ultima parte. Faccio anche presente che questo scritto vuole essere una risposta alla lettera di Hermes “Condannati a non poter amare”, e che non riguarda l’articolo di don Sergio che non ho letto e che neppure leggerò.

“Condannati a non poter amare”, questo il titolo di una lettera accorata di un giovane omosessuale, apparsa qualche giorno fa sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. Ne trascrivo alcune righe: «Ci accompagna il professore di Storia dell’Arte… decido di parlare col professore della mia condizione esistenziale supponendo che lui, persona di cultura e anche molto preparato sull’arte e difensore della diversità, possa ascoltarmi con interesse e senza prevenzione alcuna. Gli dico di me, della mia giovinezza, dei miei ideali, del fatto che ho avuto anche una fidanzata e alfine del mio sentimento per l’uomo che definisco “amico del cuore”. Il discorso che scaturisce dalla bocca del professore tira in ballo quel concetto di disordine che molti accomunano all’omosessualità. Rimango perplesso… Com’è possibile che un uomo così preparato, così disponibile alle diversità proprio lì su quel certo tipo di differenza si blocca e non riesce a digerire il tema da me proposto e da me vissuto. Secondo lui tra le varie conseguenze del peccato originale ci sta pure l’omosessualità… ».
Professore preparato sicuramente sull’arte, ma senz’altro anche sul Catechismo che definisce gli atti di omosessualità intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale”. La filosofa Nicla Vassallo scrive:
«Vorrei a questo punto smentire un banale pregiudizio. Se con natura s’intende ciò di cui si interessano le scienze, è errato affermare che i comportamenti omosessuali si attesterebbero come contro natura poiché non presenti nel cosiddetto regno animale. Sappiamo, infatti, che gli animali umani non sono affatto esenti da comportamenti omosessuali e che diversi studi scientifici hanno mostrato l’esistenza di un’ampia gamma di comportamenti omosessuali in migliaia di specie animali non umane. Si potrebbe obiettare che negli umani alberga una combinazione di natura e cultura. Perché allora tanta insistenza nel fatto che i comportamenti omosessuali sono solo contro natura? Dovremmo anche chiederci se non siano anche contro cultura. Ma quale cultura? Quella umanistica, quella scientifica, quella greca, quella aborigena, ecc.? Il concetto di cultura rimane vago, da precisare, oggetto di studio, tra l’altro, di varie discipline… » (“Il matrimonio omosessuale è contro natura. Falso!”, Laterza, pag. 62).

Il teologo cattolico Vito Mancuso scrive:
«Neppure vi sono dubbi però che anche il fenomeno omosessualità in natura si dà e si è sempre dato. Occorre quindi tenere insieme i due dati: una fisiologia di fondo e una variante rispetto a essa. Come definire tale variante? Le interpretazioni tradizionali di malattia o peccato non sono più convincenti: l’omosessualità non è una malattia da cui si possa guarire, né è un peccato a cui si accondiscende deliberatamente. Come interpretare allora tale variante: è un handicap, una ricchezza, o semplicemente un’altra versione della normalità? Questo lo deve stabilire per se stesso ogni omosessuale. Quanto io posso affermare è che questo stato si impone al soggetto, non è oggetto di scelta, e quindi si tratta di un fenomeno naturale. E con ciò anche l’argomento contro l’amore omosessuale basato sulla natura viene a cadere. Gli argomenti a favore si concentrano in uno solo: il diritto alla piena integrazione sociale di ogni essere umano a prescindere dagli orientamenti sessuali, così come si prescinde da età, ricchezza, istruzione, religione, colore della pelle. Accettare una persona significa accettarla anche nel suo orientamento omosessuale. Non si può dire, come fa la dottrina cattolica attuale, di voler accettare le persone ma non il loro orientamento affettivo e sessuale, perché una persona è anche la sua affettività e la sua sessualità. La maturità di una società si misura sulla possibilità data a ciascuno di realizzarsi integralmente in tutte le dimensioni della sua personalità. Io credo che anche la maturità di una comunità cristiana si misura sulla capacità di accoglienza di tutti i figli di Dio, così come sono venuti al mondo, nessuna dimensione esclusa» (La Repubblica 19 maggio 2015).

Ma questi discorsi, natura, contro natura, ordine, disordine, sono interessanti sino ad un certo punto. Alla filosofa Nicla Vassallo ho fatto osservare, infatti, che non ha sfatato un altro pregiudizio. Ammesso e non concesso che gli atti di omosessualità siano disordinati e contro natura, dove sta scritto che tutto ciò che è disordinato o contro natura (le due cose non si identificano) sia sempre un male e, come ritiene la Chiesa, un peccato? E’ un pregiudizio ritenere sempre un male tutto ciò che va contro natura o che è “disordinato”. La mia stanza appare disordinata rispetto al resto della casa, ma, in realtà, non si tratta di un disordine, ma di un diverso ordine. Se qualcuno viene a mettere ordine nella mia “disordinatissima” stanza, mi reca un danno. Se qualcuno vuole per forza raddrizzare un albero che cresce meravigliosamente curvo (diversamente ordinato) reca un danno all’albero. Imporre ordine dove c’è “disordine”, significa mettere disordine nel “disordine” (diverso ordine). Se si pretende che un omosessuale rinunci all’esercizio della sessualità, e cioè metta ordine nel “disordine” (ammesso e non concesso che lo sia), si pretende, in realtà, che metta disordine nel “disordine”.
Ma come distinguere quando è un male andare contro natura e quando non è assolutamente un male? Non è difficile. Immettere fumo nei polmoni, ad esempio, è un atto contro natura. Tutti sanno che è un male, per il semplice motivo che danneggia la salute, reca un danno al fumatore e alla società. Nel Catechismo, però, chissà perché, non c’è scritto che fumare è peccato. C’è scritto solo che non bisogna abusarne. Peccato non faccia lo stesso con gli atti di omosessualità, che non dica di non abusarne… Sul sito internet “Amici Domenicani” ho trovato queste considerazioni: «L’ambito della sessualità tocca l’intimo nucleo della persona e stravolge il disegno divino sulla sessualità. Nel fondo di se stessi ci si sostituisce a Dio e ci si fa arbitri di una determinata potenza (quella generativa) che di suo è ordinata a suscitare la vita e a mantenere la persona in un atteggiamento di dono di sé, di vero amore».
E che cosa cambia nel disegno divino se le persone omosessuali fanno l’amore oppure non fanno l’amore? In che modo il loro comportamento lo stravolgerebbe? Impediscono forse alle persone eterosessuali di suscitare tutta la vita che vogliono? Cari amici domenicani, in realtà siete voi che vi sostituite a Dio facendovi arbitri della sessualità altrui.
Andare contro natura, alle volte può essere un bene. Se gli sposi si astengono dall’amplesso, quando natura vorrebbe che mettessero al mondo pargoletti, vanno contro natura, ma è un bene qualora non possano permettersi di allevare bambini. In questo caso la cultura (cultura cattolica) va contro natura, ma nessuno si sogna di dire che è peccato. Ovviamente è più semplice e più sano non astenersi dall’amplesso e ricorrere ai contraccettivi.
Gli atti di omosessualità non recano danno alcuno alle persone omosessuali e non recano danno alcuno alla società. Fanno un gran bene alle persone omosessuali, e io sono persuasa che sono benedetti da Dio, giacché Dio non può non volere la felicità delle sue creature.
Elisa Merlo

Cinemagay
Politicamentecorretto
Il Pasquino
Il dialogo