Blog / Lettere | 03 Marzo 2022

Il cancelliere di Efeso – La perfezione nell’imperfezione

Gesù dice siate perfetti come è perfetto il Padre vostro in cielo.
E noi non sappiamo cosa fare. Se ci buttiamo ad inseguire la perfezione con le nostre forze ci rendiamo conto di non farcela. Il perfezionismo può diventare una malattia, un inseguire qualcosa di irraggiungibile.
Oppure diventiamo rigidi e duri come i “farisei”, che ritenevano di essere puri e perfetti, ma … mancavano di carità e misericordia.
Oppure ci arrendiamo all’accidia e alla mediocrità. O cadiamo nella depressione frutto della delusione di non raggiungere l’ideale che desideriamo: essere bravi, ammirati, impeccabili, perfetti!
Questo quadro di Caravaggio ci può aiutare ad uscire dal paradosso: seguire la perfezione che Gesù ci indica, pur rimanendo irrimediabilmente imperfetti.
Il pittore crea un capolavoro, ma rappresenta una natura “imperfetta”, non idealizzata. Una mela bacata, delle foglie rinsecchite.
L’immagine rappresentata nel dipinto di Caravaggio, ricca di simbologia, si può considerare una allegoria della precarietà dell’esistenza umana.
Nello stesso tempo però l’artista celebra l’imperfezione della natura e la eleva a poetica artistica.
L’imperfezione della natura, che però può diventare un capolavoro.
I nostri sforzi sono vani se fatti nell’ottica dell’amore di sé: sono bravo, sono forte, sono migliore degli altri, senza discernere ciò che Dio vuole veramente da noi.
Nell’atteggiamento del perfezionismo ci confrontiamo con gli altri e corriamo verso un ideale che è fatto da noi stessi e non corrisponde al piano di Dio su di noi.
Davanti alle richieste di una “giustizia superiore” a quella degli scribi, i discepoli vanno in crisi, “ma allora chi può essere salvato?”, «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile» (Matteo 19, 26)
Questo è il segreto, in questo cammino di salvezza e di santificazione non siamo soli, possiamo tendere alla perfezione forti della promessa del Signore, del suo aiuto e della protezione, consapevoli che possiamo fallire, ma che sempre possiamo ricevere il perdono, senza sentirci umiliati, ma invece innalzati dalla misericordia di Dio. Cominciare e ricominciare, convertirci continuamente e saper essere misericordiosi con gli altri.
Che aspettativa ha Gesù su di me? Nessuna, mi ama così come sono. Siamo noi che dobbiamo avere un’aspettativa su Gesù e cioè che non ci abbandoni! E sarà così se, pur con le nostre imperfezioni, saremo fedeli!

Qui l’originale
Il cancelliere di Efeso, o segretario, è un personaggio anonimo che compare negli Atti degli Apostoli e risolve con molta semplicità una situazione esplosiva: davanti alla predicazione di Paolo alcuni artigiani di Efeso, sentendosi danneggiati, aizzano la folla e si recano allo stadio, trascinandovi alcuni compagni di Paolo. Che vorrebbe presentarsi, ma é trattenuto dai suoi amici. A quel punto, quando la folla rumoreggia e la violenza sembra sul punto di esplodere, il cancelliere, un magistrato della città, con calma e responsabilità, prende la difesa di Paolo e dei suoi amici, scioglie l’assemblea, convincendo Demetrio l’argentiere a cercare giustizia, nelle sedi opportune. Mi piace di lui la capacità di fare fino in fondo il proprio lavoro con competenza e giustizia, garantendo così la libertà per tutti. (At. 19, 35)

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