Articoli / Blog | 16 Febbraio 2022

METRO – La pandemia e le nostre certezze minate

La pandemia, oltre a provocare morti e contraccolpi sanitari, ha minato l’abito psicologico delle persone. È un fatto ormai accertato da tempo e sono allarmanti i dati del crescente disagio psichico soprattutto in età giovanile e, addirittura, infantile. A ottobre scorso, la rivista Lancet aveva rilevato che durante l’emergenza Covid la prevalenza di ansia e depressione nel mondo era aumentata del 25%.
È lecito chiedersi se occorrerà un ricorso estensivo a cure specialistiche per uscire da una situazione non semplice. Qualcuno riuscirà da solo a tornare alla normalità ma moltissimi avranno bisogno di un aiuto: e questa necessità pressoché universale aiuterà a superare molti pregiudizi. Per questo è importante che la Sanità pubblica abbia le risorse necessarie per aiutare tutti coloro che ne avrano bisogno. Potrebbe essere l’occasione per sfatare il pregiudizio che lega il ricorso allo psicologo alla presenza di una patologia mentale o peggio ad una sorta di colpa. Purtroppo è successo che uomini di Chiesa abbiano rinforzato questo pregiudizio attribuendo casi di depressione alla mancanza di fede o alla poca preghiera. Per fortuna papa Francesco ha messo in chiaro che fede e preghiera non c’entrano nulla con la psichiatria o la psicoterapia. Andare dallo psicologo non significa “essere matti”: significa avere la forza di affrontare le proprie paure, le proprie fragilità e fatiche senza raccontarsi bugie.

Tratto da Metro

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