Articoli / Blog | 21 Dicembre 2021

AGI – L’importanza del corpo per Papa Francesco

A 85 anni, dopo otto di pontificato, Jorge Mario Bergoglio, nello speciale Tg5 “Francesco e gli invisibili. Il Papa incontra gli ultimi”, torna a sottolineare l’importanza del corpo. Mentre parla con il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona racconta: “Io quando confesso la gente domando: ‘Ma lei aiuta i poveri?’. ‘Sì, dò l’elemosina’, qualcuno dice. ‘Ma quando lei dà l’elemosina, tocca o la butta senza toccare?’. ‘Non mi sono accorto, non so’. ‘Quando lei dà l’elemosina, guarda gli occhi e il povero?’. Tanti dicono no”.

E ancora: “Con questa elemosina che fai a secco, meccanicamente, tu ti scarichi della colpa. Ma non è umana. Invece quando tu guardi in faccia un povero, il tuo cuore cambia perché è arrivato al ‘sacramento del povero’, diciamo ‘sacramentale’ perché non dicano che sono un eretico, perché lo sguardo di un povero ti cambia.”. Proprio un fatto del genere si raccontava agli inizi del pontificato, quando un monsignore che aveva detto al pontefice di aver dato un’elemosina a un povero si era sentito chiedere “ma lo hai toccato”?

È così perché nel cristianesimo non c’è nulla di corporale nell’uomo che non sia regno dello spirito. Nulla. Non c’è anima che se ne vada in giro da sola con la coscienza a braccetto. In giro non ci sono corpi “involucro di organi” che caminano come automi. No. In giro ci siamo noi. E siamo persone e siamo più che un’unione di corpo e anima.

Durante il Giubileo della Misericordia (8 dic 2015 – 20 nov 2016) il vescovo di Roma sottolineò la sua predilezione per le opere di misericordia corporali compiendo ogni mese dei gesti significativi che ricordassero l’importanza delle opere di misericordia corporali rispetto a quelle spirituali. Non che queste ultime non vadano bene, ma noi rischiamo di dare ad esse un’importanza eccessiva.

Forse è così perché lo spirito non si vede. Non odora, non si tocca, non occupa spazio, non ti chiede nulla che non possa essere studiato, compreso, ripetuto con calma. Il corpo no. Il corpo si vede. Odora. Si può toccare e ti tocca. Occupa spazio e a volte te ne chiede. Vuole il tuo spazio. Tutto quello che chiede deve uscire dalle tue mani. Lo devi fare, prendere, pulire, lavare, cucinare, aprire, porgere, imboccare, rimboccare, curare. Tante cose fa il corpo, tante cose il corpo chiede di fare.

Per questo, per evitare l’invadenza del corpo, troppo spesso facciamo il gioco delle tre carte con la misericordia e preferiamo quella spirituale. Ma non c’è nulla di spirituale nell’uomo che non abbia un corpo, un’esigenza corporale. E non c’è nulla di corporale nell’uomo che non sia anche regno dello spirito. Nulla. Neanche le piaghe di un condannato a morte di 2000 anni fa.

Noi persone, ripeto, siamo più che un’unione di corpo e anima. Siamo un corpo che sa di spirito, e siamo uno spirito con la pelle coperta e bene al caldo per proteggerci dal freddo che è arrivato in questi giorni. Ci sono dei cristiani che lo stanno capendo. C’è gente che l’ha capito. Altri, forse, meno. Ciascuno di noi scelga da che parte vuole stare.

Tratto da AGI

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