Almanacco della Scienza – TikTok e il kerigma 2.0
In un’epoca che ha reso chiunque libero di cercare e condividere informazioni attraverso piattaforme e social di vario genere, in che modo i contenuti si vanno a organizzare nelle nostre vetrine? È quanto si è domandato Mauro Leonardi, prete, educatore e scrittore, andando a indagare ne “Il vangelo secondo TikTok” (Edizioni Terra Santa) il funzionamento della comunicazione social e come si possa rimanere liberi nonostante il “grande fratello” che sta dietro i nostri schermi: l’algoritmo.
Verrebbe da chiedersi innanzitutto cosa ci faccia un prete su TikTok, ma l’autore stesso anticipa la curiosità, chiedendo al lettore: “Come si può essere prete e non essere qui?”. Più di un miliardo di utenti, quasi tutti giovanissimi, impongono a don Leonardi di scendere in questa piazza, per scoprire tutti i punti di contatto potenziali tra l’evangelizzazione e la rete, un contesto solo apparentemente in contrasto con il cristianesimo. “Nella teologia biblica l’annuncio del Vangelo” avviene “in formulazioni brevi – una sorta di TikTok di duemila anni fa” che si chiama kerigma”. E “come il kerigma non esaurisce l’intera gamma delle possibilità dell’annuncio, così TikTok non esaurisce l’intera gamma della comunicazione. Il grande dono dell’essere un prete su TikTok è quello di diventare un interlocutore per giovanissimi: di passare dall’essere un individuo trasparente e invisibile a una persona parlante con la quale fare due chiacchiere, discutere, litigare, ma, in un modo o nell’altro, con cui relazionarsi”.
L’autore in questo libro si propone di evidenziare non solo le potenzialità della comunicazione social a livello educativo, ma anche i suoi pericoli. Se è vero, infatti, che il grande insegnamento della rete è che “la verità non ci arriva dall’alto ma attraverso un processo di fiduciosa condivisione”, “c’è un rapporto paradossale tra legame e libertà: meno legame accetto per essere più libero, più mi trovo incatenato a un vuoto a una libertà che esiste solo se rimane virtuale”. E poiché oggi internet è una protesi dalla quale non possiamo staccarci, vale la pena considerare il mondo virtuale solo “come un tesserino che è parte fondamentale del puzzle della vita”. La soluzione di Leonardi non è, dunque, aggirare l’ostacolo dei social perché potenzialmente pericolosi, ma accrescere la consapevolezza dell’uso che ne facciamo. “Perché l’efficacia della parola è proprio lì, nella comunione. La comunicazione è comunione”.
Tratto da Almanacco della Scienza