Articoli / Blog | 24 Marzo 2021

METRO – Quanto ci peseranno questi periodi

Con questo nuovo lockdown le tinte arcobaleno con le scritte “andrà tutto bene” sono sempre più distanti, sempre più sbiadite. Anche i più ottimisti sono costretti a riconoscere, magari a denti stretti, che “qualcosa che è andato male” c’è stato. Alunni e genitori sono prigionieri di una Dad che certo è meglio di nulla ma che è pochissimo formativa e lascia indietro, inevitabilmente, chi ha più bisogno. Abbiamo attività economiche fallite o sull’orlo della chiusura che trascinano con sé famiglie sempre più in difficoltà. La paura del contagio, poi, ci sta abituando a distanze ormai non più solo fisiche ma anche sociali e morali. Credo sia ingenuo illudersi che questa mancanza di prossimità sarà spazzata via d’incanto quando la pandemia avrà termine.
Queste domande si fanno trepidanti se penso ai nostri ragazzi. Sono relegati ormai da quasi due anni in una sorta di limbo. In pratica non hanno mai avuto i normali incontri da “muretto”, sono stati espropriati delle prime cotte, il Covid ha tolto loro gli spazi dell’adolescenza. Scopriremo tra decenni quanto profonde saranno le loro ferite. Dovranno ricostruire da ceneri ancora brucianti. Nulla sarà più come prima: sarebbe ingenuo anche solo pensarlo. Ci vorranno tempo e fatica, avendo chiaro che il dovere, al momento, è quello di tenere acceso il fuoco della speranza e di guardare all’orizzonte con il desiderio di uscirne migliori.