Articoli / Blog | 03 Marzo 2021

METRO – Quei pregiudizi duri da smontare

Un architetto mi raccontava che trent’anni fa, quando era all’inizio della professione, durante i colloqui sulla nuova casa in costruzione, chi parlava era la moglie: il marito assisteva annuendo silenziosamente, ed era scontato che poi sarebbe stato lui a pagare. Da parecchi anni non è più così. Ora entrambi intervengono assolutamente alla pari con convinzioni diverse. E poi pagano assieme: sullo stesso livello come per il resto.
Ma non è così dappertutto. I pregiudizi culturali di tipo maschilista e patriarcale sono duri da smontare. L’8 marzo è la festa della donna: è cambiato qualcosa di essenziale da allora? Apparentemente tanto, sostanzialmente poco. Anche in tempo di Covid sono state le donne quelle che hanno portato e spostato maggiormente i pesi casalinghi, i problemi economici: e in casa una vera parità è lungi da venire. Spesso nella pubblicità la donna è trattata come oggetto del desiderio a fianco del telefonino o dell’auto, ed è ancora “l’angelo del focolare” intenta a gestire pannolini, biancheria, polvere e affini. La donna è costretta ancora a dover dimostrare “di valere” non perché usa un cosmetico o un determinato abbigliamento ma perché è una persona. Il maschilismo strisciante che purtroppo fa parte ancor della nostra cultura è l’humus in cui crescono poi i fatti di violenza, i femminicidi e, più in generale, tutti quegli episodi che le negano un vera dignità