Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (30)

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1 maggio – Festa di San Giuseppe – Festa dei Lavoratori – Inizio del mese Mariano

Ed è una vera Festa!
È stata testata una nuova terapia contro il coronavirus che non verrebbe da un farmaco vero e proprio ma da una “infusione endovenosa”.
Una possibile cura per i pazienti affetti da una forma severa di COVID-19 sarebbe infatti il trattamento con “plasma iperimmune”, cioè il plasma delle persone guarite dal coronavirus che è ricco di anticorpi contro la malattia. Questi anticorpi, iniettati nel sangue dei malati, aiuterebbero il corpo a combattere il virus.
Non esiste ancora certezza assoluta che questa cura possa essere efficace, ma gli ospedali di Pavia e Mantova hanno appena concluso (il 29 Aprile) una sperimentazione che avrebbe portato a esiti molto soddisfacenti. Per cui sta intanto procedendo a pieno regime la raccolta del plasma da pazienti guariti, con un ritmo di 6-7 prelievi al giorno.
Una gara di solidarietà da parte dei donatori, ormai oltre 60, che si propongono anche da fuori provincia e da altre regioni italiane per offrire il prezioso emocomponente.
E questa terapia funzionerebbe ancora meglio se preceduta da una plasmaferesi, (procedura di separazione del plasma sanguigno dagli elementi corpuscolati del sangue, ottenuta mediante centrifugazione o filtrazione.), diciamo una prima ripulita o lavaggio del proprio plasma.
Questa finalmente una grande buona notizia che mi riempie di gioia e di grande speranza ma la cosa che più mi colpisce è che la cura venga proprio dalle persone che, dopo essersi ammalate e poi difese dalla bestia, possono diventare loro stesse la cura e la salvezza per altri malati.
Quanta ragione aveva il Papa quando ci ha detto in piena pandemia:
“Non ci salviamo da soli”
Grazie a chi l’ha pensata.
Grazie ha chi l’ha elaborata.
E’ stato un vero lavoro di equipe: immunoematolgi, pneumologi, infettivologi, laboratoristi, anestesisti…
Pazienti, infermieri, operatori e credo sicuramente i soliti, tanti volontari anonimi dell’Avis.
Solo collaborando in concerto, tutti insieme, hanno potuto raggiungere questo risultato che ha già iniziato a dare i suoi frutti.