Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (27)

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17.18.19
La situazione qui sta migliorando … i morti per corona sono finalmente pochi, i malati nuovi ormai rari.
La chiesa del Cimitero di Bergamo oggi per la prima volta dopo un mese e mezzo è rimasta vuota. Di fedeli ma anche di bare.
Si sta tornando piano piano ad una normalità “epidemiologica” ma non ancora di vita reale: abbassare la guardia ora infatti potrebbe voler dire infezione più che probabile per coloro che non hanno contratto finora il virus.
Un virus che davvero mi lascia sempre più perplessa e sono ancora tante le domande che mi suscita, più sicuramente di quelle a cui mi ha permesso di dare una risposta.
Temevo che con la virulenza, la contagiosità e l’aggressività clinica che ha mostrato qui nella provincia di Bergamo e poi poco dopo a Madrid, continuasse così, imperterrito, anche nel resto d’Italia; invece, fortunatamente, no: perché? Nessun esperto per ora ha la risposta pronta.

Qui ora da parte di amministrazioni comunali e aziende c’è una comprensibile corsa ad ottenere tamponi o test sierologia( leggi dosaggio IgM e IgG, gli anticorpi della fase acuta e della cosiddetta memoria ) che ci daranno delle istantanee e dei campioni di una popolazione… e quindi come tali andranno presi. I test sierologici potrebbero rasserenare gli animi e farci sapere se per un po’ saremo immuni dal covid19 o meno: ricordandoci però che, senza aver fatto anche il tampone, potremmo essere ad esso ancora positivi e quindi protetti noi ma comunque contagiosi. Insomma mascherina , guanti e distanziamento sociale e la fase 2 sarà così garantita al meglio.
Senza dimenticare che pure se negativi alla sierologia e finora asintomatici potremmo dopo alcuni giorni manifestare segni e sintomi di malattia.
Quindi se ci consideriamo delle possibili “bombe” che, come tali, non devono esplodere, non sbagliano mai!
E per vivere ancora a lungo così ci serve davvero tanta pazienza e tanto coraggio, molta speranza e fede… cioè quell’atteggiamento di fiducia che se perdessimo ora ci renderebbe la vita impossibile. Mi accorgo di quanto sia vitale fidarmi, fidarmi delle figlie, del marito, delle relazioni, del politico, del tecnico, del paziente, del sindaco, del collega, in uno spirito di vera collaborazione, altrimenti tutto salta. Come in una catena di Sant’Antonio…

Compio gli anni.
Anni che se penso a quanti sono non me li sento e di questo ringrazio il Signore
Per ognuno di essi
Per ogni giorno di ‘sta strana complessa difficile impagabile vita
Per le tante persone a cui sono grata, che mi hanno aiutato e mi aiutano a vivere, a crescere, a camminare, magari a zig zag, ma sempre avanti, verso la meta.
Mi concedo una lettura dolce e fragile, in cui sofferenza, dedizione e disincanto si mescolano: è un autore del novecento conosciuto personalmente da un caro amico, che me lo consiglia: “Vento largo” di Francesco Biamonti.
E vengo festeggiata in intimità dai miei tesori, che per l’occasione hanno preparato un plum-cake all’arancia e una cheese cake ai frutti di bosco.
E poi “ Veniva scuro, tornavano già i gabbiani dalle rumentiere; sorvolavano rocce. Intonacati d’aria andavano al mare ancora marmoreo come a un letto di pace.” Non sono al mare, ma al termine di questo libro, poco ci manca.