Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (25)

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11 e 12 aprile
Insieme perché quest’anno li ho vissuti stranamente come fossero un tutt’uno: non sono riuscita a scinderli, Sabato di morte e Domenica di Resurrezione, forse perché ero intrisa di dolore ma desideravo immensamente gioia e vita per cui sabato vivevo pensando all’indomani e poi, giunta la domenica, ero sì serena, avevo la speranza nel cuore, ma non riuscivo a gioire pienamente, mancava qualcosa, mancava qualcuno, anzi più di uno..
Già perché morte e vita in questi giorni più che in altri momenti si sono rincorse.
Cerco però di lasciare prevalere la speranza, di lasciarmi contagiare da essa, come ricorda il Papa, per Trasformare il male in bene.
Il risorto è il crocifisso risorto
I segni della crocifissione,Le sue ferite ancora aperte, ci ricorda, ci sono tuttora, ma possono diventare feritoie di speranza.
E allora ho bisogno di curare una ferita aperta venerdì, ho paura di sentirmi dire il peggio, ma ho la speranza che si trasformi in una feritoia, per cui non avendo saputo ancora nulla dal figlio della mia nonnina di venerdì, non riesco a resistere e, anche se è Pasqua, proprio per fare Pasqua, provo a chiamare: mi risponde lei con la sua vocina inconfondibile, è ancora ricoverata al Papa Giovanni, le hanno fatto le trasfusioni, quindi riesce ad avere fiato per parlarmi ma non riesce a mangiare perché ha lasciato a casa le protesi e per ora l’unico figlio rimasto le che vive con lei si muove solo in bicicletta ed è a più di quindici chilometri di distanza per cui non la raggiungerà in questo fine settimana. Speriamo esca presto e, senza Covid.
La Speranza… che strana cosa, io non potrei vivere senza, e oggi più di tutti gli altri giorni dell’anno sento che Tu l’hai fatta diventare Certezza!
Perché Tu sei Risorto! Il mondo e il Cielo uniti!
La croce non è stata l’ultima parola… ma io questa cosa la so in teoria! Ma in pratica…in sti giorni faccio più fatica, troppe croci, troppi crocifissi, e così troppo spesso mi fermo alla teoria e non riesco a trasformarla in certezza nella mia carne e nel mio vissuto..mi fermo alle mie croci di tutti i giorni, alle difficoltà del mio carattere, del mio lavoro, ai limiti miei , a sottolineare quelli dei miei fratelli, e così mi fermo lì alla croce, e al terribile immenso straziante dolore che il crocifisso e i tanti crocifissi di questi giorni, (e ci leggo i malati, i familiari, i colleghi, gli infermieri, tutto il personale di assistenza, i volontari) hanno patito e quello che io provo guardandolo e guardandoli, guardandomi…
e mi accorgo che mi diviene a volte naturale crogiolarmi nella tristezza, nel lamento, si perché questi li posso,come dire, toccare con mano, sono lì, ogni giorno, sono di tutti, mi accomunano a ciascun compagno di viaggio.
Invece la vera sfida è quella di oggi:
Essere contenta, lasciarmi abbagliare dalla luce che esce dalla tomba vuota, dalle bende lì ancora “ gonfie” ma vuote!
Essere contenta, anche se il cuore va subito a ciò che non ho: non trascorro la Pasqua con mia mamma e le mie sorelle,
Essere contenta perché la mia famiglia che tanto amo e desidero tenere unita è tutta guarita dal covid ed è qui riunita, pranziamo insieme, ridiamo, vediamo un film insieme… e già trovarne uno che aggradi tutti in sti giorni non è facile.. ma ci si riesce!essere contenta perché le lie ragazze cui più di tutti noi è cambiata la vita, stanno ancora reggendo serene, senza saltare.
Vivere da contenta, con il cuore che scoppia e trabocca di lacrime e di gioia perché la pietra e’ scoppiata dinnanzi al sepolcro,
lasciarmi convincere da Maria di Magdala o dai discepoli di Emmaus e’ difficile!! Perché è così difficile?? Perché sono giorni difficili? Si anche! Sicuramente…Eppure …
C’è altro, c’è che devo lavorarmi il cuore, il mio, non guardare agli altri, non pensare cosa pensano di me gli altri, non temere il loro giudizio.
Ho bisogno di ascoltare e riascoltare da voi,grandi amici di sempre, Maria Maddalena,Giovanna, Maria, Salome, Pietro , Giovanni, la vostra avventura unica e inenarrabile : grazie per i vostri spaventi e tentennamenti che vi rendono così veri, così simili a me, grazie per la vostra testimonianza! Anche a voi devo ciò che sono e che cerco di essere.
Storia di tante piccole e inaspettate Resurrezioni.
Perché dalla prima, vera, la Sua
È possibile anche per me, per te,
per noi, qui e ora, risorgere: saranno piccole,parziali, mai complete,
Ma già da ora posso osare vivere da risorta, contenta, lieta per ciò che sono., per l’amore che posso comunque far circolare, perché figlia salvata, amata da Lui
Perché Lui è il Cristo.
E Cristo è Risorto!
Veramente è Risorto!
Buona Pasqua!!
Con l’immenso augurio/ desiderio per ciascuno di saper vivere da Risorti!