Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (20)

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01.04
I miei tre pazienti “brutti” vanno un po’ meglio con la comparsa comunque di nuovi sintomi: artrite , tromboflebite , non è mai finita per qualcuno.
Vado al domicilio di una ragazzina delle medie con una sintomatologia molto particolare che descritta dalla mamma al telefono mi ha molto allarmato ma che poi si rivelerà più tranquilla.
Nel frattempo mi ero scordata che avevo una videochiamata in Skype con quattro mie amiche che riesco comunque ad intercettare e almeno a salutare mentre, bardata, sono parcheggiata in auto.
Scopro che un mio excollega al quale ero legata, più giovane di me, che è ricoverato a Bergamo dove lavora con assistenza respiratoria ma non intubato, ha avuto un peggioramento repentino ed ora è intubato.
Mentre un collega della zona estubato, che si trovava ormai in reparto da alcuni giorni, è morto.
I nostri amici a Varese e a Catanzaro, che come accennavo sono stati estubati, possono ora quotidianamente sentire le rispettive famiglie con grande sollievo per tutti.
Finalmente oggi non c’è più la neve ma un discreto sole con un aria tersa, pungente: 7 gradi alle 12 sono ancora un po’ pochi.
Oggi mi affiorano dei desideri nascosti o forse solo delle Velleità: sarà che sto ogni giorno riacquistando forza e le mie consuete molte energie sarà ciò che sentì ai vari tg : mi viene una gran voglia di fare volontariato, mi piacerebbe un sacco partire con qualche gruppo di medici per il sud o in qualunque luogo ci sia bisogno di manodopera specializzata. Si perché ho la fortuna di essere anche anestesista, (lavoro che ho svolto per oltre dodici anni) per cui il desiderio di essere lì in Terapia Intensiva a dare una mano ai colleghi.
Ma forse, se mi guardo un attimo dentro e mi ascolto bene, per una come me che si è sempre affidata e fidata di Lui, (e intendiamoci è una cosa che gli chiedo tutti i santi giorni da quando avevo otto anni per cui a sto punto avrebbe potuto farmela capire diversante ) significa che va proprio bene dove sono ora, perché Lui mi vuole qui: a fare, come diceva il mio papà, il mestiere più bello del mondo: il medico di famiglia.
Qui, a casa della ragazzina o della nonna disidratata , o a consolare chi attende il ritorno delle ceneri dal Piemonte, dopo aver perso a 51 anni, in tre giorni il marito di 52, o chi si rende ora conto di essere rimasto solo al mondo dopo che l’unica zia se ne è andata: gli resterà Heidi da accudire.

2 aprile

Oggi è la Giornata dell’autismo e come non pensare a chi, come un’amica mia, ha un figlio autistico: in casa in questi giorni è davvero dura per queste famiglie perché se già è una vita comunque molto in salita, in questi giorni è davvero impossibile: se hai un giardino te la cavi un po’ meglio,altrimenti, poiché mantenere la loro solita routine è fondamentale, diventa davvero un rebus, se non una missione impossibile.
Oggi è anche il giorno in cui,15 anni fa, moriva il grande Giovanni Paolo II.
E non posso non ricordare le tante volte in cui ci ha ricordato di affidarci a Lui, di restare saldi in Lui per realizzarci, per non avere paura: e nessuno come lui poteva gridare ciò , lui che tanti dolori, tante croci anche fisiche,aveva dovuto abbracciare fin da piccolo.
Questa notte ho sognato di andare a trovare una cara amica cui hanno posticipato l’intervento di asportazione di un tumore maligno che doveva essere effettuato in questo periodo.
Anche una mia paziente ha visto rallentare l’iter diagnostico( che comunque è continuato) per una neoplasie. Come dire: il covid ha stravolto tutto,ma proprio tutto, e ha completamente sovvertito le priorità.
Inutile confessare la rabbia che provo: traspare.
Da alcuni giorni le domande che i pazienti mi pongono al cellulare sono un po’ cambiate. A parte una che o è la prima o è l’ultima ma davvero c’è sempre ed é quella che mi ha permesso di procedere, seppur a volte a passo lento, ma pur sempre in avanti:
“Come sta ?”, sono
Ma è normale che io mi senta ancora così stanca ? Ancora dolori?E’ trascorso un mese!
Ma è normale tanta sudorazione senza febbre? Mi torneranno mai il gusto e l’olfatto che mi sono scomparsi da tre settimane? Ma quando ci possiamo considerare guariti?
E allora, mentre rassicuro che sono tutti sintomi molto normali da accettare con Santa pazienza, ribadisco che per ora dobbiamo comunque sempre stare in casa e considerarci dei possibili untori qualora proprio dovessimo uscire per le necessità urgenti.