Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (15)

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25 marzo

Oggi devo proprio confessare una cosa: sono davvero stanca o forse è più corretto infastidita da questi continui “Andrà tutto bene… Non avere paura”
Ecco devo proprio dire che io non ce la faccio più a sentirli, non perché ovviamente non desideri ciò ma perché è inutile e controproducente raccontarci storielle o camuffare la verità: se ci sei dentro e sei umano hai paura eccome, come l’ha avuta Gesù nel Getzemani ma ha continuato a rimanere in dialogo con il Padre, suo Padre, e ha così trovato la forza di andare fino in fondo. Secondo me è l’unico modo: o andare a rotoli o restare ancorati a Lui, facendo ciò che ci viene chiesto ogni santo giorno ( come dire a ognuno il suo, nel suo)e allora possono anche arrivare gesti eroici come quel sacerdote di una parrocchia non lontana che ha preferito rinunciare al respiratore che i parrocchiani avevano pagato di tasca loro per darlo ad una persona più giovane.
Notizie belle arrivano: l’amico ancora intubato a Catanzaro comincia a respirare da solo e lo stanno pian piano “alleggerendo” nella sedazione, mentre il collega che è a Varese oggi è stato estubato.
Fa ancora molto freddo fuori e pure ha nevischiato ma il cuore pian piano si sta scaldando e va detto che ogni giorno, davvero in modo molto lento ma costante le forze tornano: vale per me , lo vedo sui miei pazienti.
In tarda serata vengo a sapere che altri tre miei colleghi conosciuti quando lavoravo in ospedale sono gravi. Uno di questi lo disturbo spesso per chiedere lumi per gestire al meglio i miei pazienti, sempre preparato, sempre disponibile.
Ce la deve fare.