Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (14)

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24 marzo

Alti e bassi
Un giorno sembra che arrivi la primavera e il giorno dopo invece la temperatura va a 3° e fuori c’è la brina della notte. Povere gemme.
Anche la natura sembra accompagnarci tra notizie devastanti e rasserenanti: avrei un immenso desiderio di vedere davvero un po’ la fine di questa triste e difficile avventura ma a me personalmente non pare proprio di vederla per ora.
Essendo riuscita da sola a procurarmi una tuta totale e gli occhiali a fascia trasparenti che coprono tutto il volto stamani posso uscire a vedere a domicilio dei pazienti con sospetta infezione da coronavirus:voglio poterli visitare e provargli anche una saturazione per meglio capire come stanno andando, dopo alcuni giorni che li sento al telefono.
È davvero curioso come nonostante siano persone di una certa età non fanno una piega nel vedermi così bardata, nonostante potrei far inorridire un marziano: loro non si scompongono, ne hanno viste e sentite ormai di tutti i colori in tv.
Ne approfitto per andare a salutare mia mamma, che come scrivevo, è dalla fine di febbraio che non vedo: posso così, seppur a di distanza vederla in carne ed ossa e fare quattro parole dal vivo.
Come dicevo di bassi ce ne sono: è morto un altro caro sacerdote per noi di Bergamo che io avevo avuto la fortuna di conoscere personalmente da giovane medico quando andavo con lui in stazione a portare da mangiare ho una coperta ai tossicodipendenti e ai senza tetto della zona oppure quando mi chiamava alla sua casa di accoglienza perché un ragazzo era in crisi di astinenza e aveva bisogno di essere sostenuto e seguito nella strada della disintossicazione. Un cuore davvero grande, un uomo che ha arricchito tutti coloro che lo hanno incontrato nelle molteplici povertà delle nostre periferie.
Tra i miei pazienti i due giovani stanno andando un poco meglio : non hanno più la febbre, anche se la strada verso la guarigione è davvero ancora lunga in quanto sono debolissimi, non riescono a far nulla,mangiano a fatica e saturano 94% in aria ambiente che per delle persone di 50, 55 anni, senza patologie aggiunte e non fumatori, non è proprio un valore brillante. Ma ce la faranno!
Chi mi preoccupa invece ancora molto è il papà di mia cognata: quando la febbre non vuole mollare le cose si fanno davvero difficili, non si mangia, non si beve più, si dorme molto e la saturazione bassa va di pari passo con le difficoltà respiratorie accompagnate da un senso di peso,di oppressione retrosternale in cui le coronarie non c’entrano: è solo corona e in questi casi ovviamente la paura si aggiunge e come diciamo dalle nostre parti fa 90.
A casa una figlia è in ansia perché domani avrà un esame universitario in video chiamata per cui un’esperienza del tutto nuova cui si aggiungono i possibili dubbi di una buona connessione (nella nostra valle mai brillante). Così, prima di cena, riesco a ritagliarmi mezz’ora per ascoltarla ripetere e farle alcune domande; e mi ritrovo pure a promettere, per par condicio, alla piccola di V elementare, che domani la aiuterò per una ricerca che deve preparare sull’Abruzzo: comincio con il dirle che è una delle mie regione preferite in quanto il nonno me la fece davvero amare quando, poco più che tredicenne, la girammo in lungo e in largo in una splendida lunga vacanza estiva con la famiglia dell’amico di sempre, morto l’altro giorno.