Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (5)

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11 marzo

Stamani mi alzo senza affanno e senza tossetta, senza quella strana sensazione ai polmoni che avevo ormai da più di 10 giorni: sono davvero al settimo cielo!
Non voglio subito cantar vittoria, ma il mio occhio clinico finora ha funzionato anche su di me e posso dire che da tempo non percepivo la sensazione che ho stamani quando respiro a pieni polmoni.
Questo non significa che oggi non venga visitata da altri sintomi: ormai sto imparando che questo corona  ti regala ogni giorno sensazioni diverse. Oggi è la volta di vertigini, di capogiri con senso di instabilità e un’emicrania che insiste.
Però, credetemi: non avere più la febbre e soprattutto avere i polmoni liberi è davvero impagabile, anche per l’umore.
Riflettevo che per noi del Nord Italia in zone che sono state tra le prime ad essere colpite dall’epidemia è forse più facile accettare le misure restrittive a cui ormai tutta l’Italia deve sottostare.
Dico questo perché ormai ogni famiglia del paese è stata toccata da un lutto, e tante anche da più di uno. Si tratta di zii o nonni o genitori anziani ma, in ogni caso, parenti prossimi.
Le figlie sentono al cellulare le loro amiche che hanno perso la nonna o il nonno e anche loro, nonostante i social, si accorgono in questi momenti di quanto il cellulare non basti e di quanto sarebbe bello correre dall’amica ad abbracciarla.
Io e mio marito invece abbiamo due persone care intubate: io un collega e lui un amico d’infanzia lui.
In cuor nostro pensiamo: sono giovani e sani, ce  la faranno!