Blog / Valentina Grimaldi | 24 Febbraio 2020

La Dott.ssa Grimaldi risponde – Il Coronavirus è una semplice influenza?

Il coronavirus è molto contagioso e nessuno di noi possiede anticorpi protettivi. Ridurre i contatti per diminuire i contagi fra le persone è una norma di sanità pubblica assolutamente necessaria. Nella maggioranza dei casi il paziente guarisce, ma cosa succederebbe se i contagi aumentassero in modo incontrollato? Si paralizzerebbe tutta l’Italia perché le persone ammalate non potrebbero andare a lavorare, gli ospedali si troverebbero ad assistere un numero straordinario di persone con poco personale e la nostra economia ne ricaverebbe un danno incalcolabile.
La letalità, cosa diversa dalla contagiosità, ad oggi è stimata tra il 2-3 % dei malati (ma i dati sono elaborati per lo più sulle morti verificatesi in Cina dove il tipo di assistenza sanitaria erogata non sempre è stata a livelli ottimali); più aumentano i malati più naturalmente aumentano anche i casi di morte. L’80% delle persone guarisce, il 15-20% dei pazienti sviluppa una polmonite che in alcuni casi (soprattutto in persone già compromesse) porta a morte.
Paragonare il Coronavirus all’influenza per alcuni può sembrare blasfemo, perché siamo abituati a percepire, erroneamente, l’influenza come una problematica di poco conto. Ma la contagiosità ed i sintomi sono molto simili, la mortalità è più alta come potrebbe essere quella di alcune malattie esantematiche ma sicuramente sono queste misure di quarantena ed isolamento che ci spaventano di più e ci fanno temere chissà quali segreti ed inganni. Essere spaventati è legittimo, soprattutto per chi non è un addetto ai lavori; finora non era mai successo niente di simile e tutto ciò ci appare assolutamente spaventoso, ma dobbiamo cercare di affidarci alle Istituzioni e seguire come sempre le indicazioni dei siti ufficiali come OMS o Ministero della Salute o Istituto Superiore di Sanità, senza dar credito a sensazionalismi.
Al momento non disponendo di un vaccino e non avendo terapie efficaci se non di supporto, l’unica cosa da fare è limitare il più possibile il numero dei casi, intercettandoli il prima possibile, così da ridurre la diffusione del virus tra le persone.

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Fa parte della redazione del “Pediatria on Line” (sito informazione della Federazione Italiana Medici Pediatri) ed è inoltre membro della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.