Articoli / Blog | 22 Febbraio 2020

Blog – Comunione in mano, no al segno della pace e acquasantiere vuote: la risposta della CEI al Coronavirus

Domenica 23 febbraio 2020, VII domenica del tempo ordinario, passerà alla storia per essere in Italia la prima festa di precetto con il Coronavirus.
A Como, mia città natale, dove è stato registrato il primo caso, i fedeli che hanno partecipato alla Messa vespertina hanno sentito leggere la disposizione per cui è vietato il segno della pace, l’acqua benedetta nelle acquasantiere e la Comunione in bocca.
A quanto mi risulta il primo a prendere questa decisione era stato il vescovo di Piacenza, Gianni Ambrosio, che aveva messo in pratica le parole del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti: “Siamo disposti per tutelare la salute della nostra gente ad attuare qualunque disposizione».
Delle tre indicazioni la più delicata riguarda quella della comunione solo nella mano perché di per sé, il documento Memoriale Domini (29 maggio 1969) dice che la norma universale per ricevere la Comunione è la ricezione direttamente sulla lingua, dando però alle Conferenze Episcopali la facoltà di concedere un indulto per la Comunione sulla mano: di fatto ormai da tempo nelle nostre chiese è possibile ricevere l’Eucarestia nelle due forme. “Indulto” significa che viene sospesa la norma generale: ovvero è come se non ci fosse il dovere di ricevere la Comunione in bocca. Per questo motivo è necessario che una misura come quella di Piacenza, di Como e probabilmente di altre diocesi, sia presa dall’ordinario del luogo: in linea di principio, infatti, il vescovo di una diocesi potrebbe anche decidere che sul proprio territorio quell’indulto non vale ma rimane vigente solo la norma generale. In una situazione di emergenza come quella del Coronavirus però appare doveroso che l’autorità ecclesiastica, d’accordo con l’autorità sanitaria, decida di rendere doverosa la comunione in mano. In ogni caso rimane per tutti i fedeli la possibilità di scegliere personalmente di scambiarsi la pace con un cenno non fisico, di non mettere la mano nell’acquasantiera e, al momento della ricezione dell’Eucarestia, di chiedere che gli venga data in mano.