Articoli / Blog | 13 Novembre 2019

METRO – Le parole dei padri e quelle dei figli

Il mostruoso «caso Ilva» ha tra i suoi corollari maligni anche quello di dividere genitori e figli. «Riaprite l’Ilva», «No, va chiusa» è quello che dicono un padre (Mauro) e la figlia Danila. Mauro vuole rimanere a lavorare per mantenere la famiglia, la figlia invece non ha dubbi: prima dell’occupazione c’è la salute. Meglio un padre vivo e disoccupato che uno morto col posto fisso garantito, pensa.
Il lavoro per Mauro non è solo fonte di reddito ma luogo in cui vivere legami che lo uniscono alle figlie Danila e Ilaria che, grate di questo sacrificio, dicono: sì, va bene, ma fino a un certo punto. Sembrerebbe una scelta ovvia: chi preferirebbe lavorare piuttosto che vivere? Ma non è così perché Mauro crede di poter scegliere tra due possibilità, meglio una disoccupazione certa o una malattia solo possibile? Ragiona così perché lui non lavorava nelle zone più pericolose ma in quelle un po’ meno esposte. Però Danila risponde che anche nonna (cioè la mamma di Mauro) non lavorava nell’area “calda” eppure è morta di tumore.
E queste parole rimangono nell’aria come la lama di una sentenza definitiva. Perché il padre parla abbarbicato ad un amore che non può lasciare, quello per i figli, mentre i figli hanno chiaro che il futuro loro e dei loro figli, cioè dei nipoti di Mauro, sarà lontano dall’Ilva. Perché anche se fosse bonificata sarebbe sempre una fabbrica di morti.

Tratto da Metro