Articoli / Blog | 03 Novembre 2019

Agi – La verità sulla funzione delle catacombe cristiane è un’altra

La prima visita di Papa Francesco a una catacomba, concretamente a quella di santa Priscilla, avvenuta ieri, ci dà l’occasione per ricordare un aspetto importante della vita cristiana.
Una certa “mitologia” cattolica aveva diffuso tra i credenti l’idea che i cristiani amassero trovarsi di nascosto nelle catacombe per pregare in chiese sotterranee così da alimentare una specie di chiesa segreta al riparo degli sguardi pericolosi delle autorità romane. Pensiamo per esempio al romanzo “storico” Ben-Hur che diede vita al film con Charlton Heston, quello degli undici premi Oscar e della famosissima scena delle quadrighe. Lì si narra che nel decimo anno del regno dell’imperatore Nerone, Ben-Hur, venendo a conoscenza che i cristiani a Roma stavano soffrendo per mano dell’imperatore, salpano per la capitale, dove decidono di costruire una chiesa sotterranea che sopravviverà attraverso i secoli e verrà chiamata Catacombe di San Callisto: peccato che l’immagine che ci viene consegnata dal film è assolutamente distante dalla verità.
Le catacombe, come spiega per esempio il prof. Vincenzo Fiocchi Niccolai, sorsero, alla fine del II secolo, come cimiteri, secondo il principio della solidarietà tra cristiani. I cristiani ricchi infatti, avevano la possibilità di avere tombe loro ma gli altri, come per esempio gli schiavi, erano semplicemente destinati alle fosse comuni. Non per nulla Papa Francesco ha visitato le catacombe il giorno 2 novembre, ovvero il giorno per antonomasia in cui i cristiani visitano i propri morti nei cimiteri.
Insomma ieri il Papa, visitando Santa Priscilla, è andato in uno dei più antichi cimiteri cristiani perché erano cimiteri e non perché erano luoghi di martirio, diversamente dall’impressione che possano aver dato alcune sue parole iniziali pronunciate a braccio.
Perché i primi cristiani, nelle catacombe, né celebravano la Messa ne ci vivevano: essi solo ci seppellivano i morti. Ovviamente, era possibile celebrare lì la Messa, come anche oggi è possibile celebrarla in un cimitero, ma normalmente la Memoria dell’Ultima Cena avveniva nelle case private dei cristiani, non nelle catacombe.
E neppure è vero che si nascondessero lì. Forse qualche volta, raramente, come accadeva ai nostri nonni rifugiarsi in cantina quando c’erano i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
È vero invece che le catacombe erano state costruite per dare degna sepoltura ai più poveri tra i cristiani. La loro nascita dunque è dovuta a motivazioni a carattere solidaristico e caritativo: evitare le fosse comuni (e quindi le dispersioni) e dare un’unità al gruppo religioso anche dopo la morte così da poter attendere insieme “il risveglio” di Cristo (cf V. Fiocchi Nicolai, Le catacombe cristiane, Citta del Vaticano 2001). Oltretutto, l’identità cristiana era nota, non nascosta. E quando avvenivano le persecuzioni – che erano puntuali, non continuate per secoli – non avrebbe avuto alcun senso andarsi a nascondere nelle catacombe, che erano cimiteri noti a tutti. Andare a chiudersi lì dentro sarebbe stato un semplice invito rivolto al persecutore per farsi catturare tutti in maniera semplice, definitiva ed efficace.
Ma purtroppo, come insegnano gli studiosi dell’amore romantico contrastato, la narrazione esistenziale per cui per amare bisogna farlo di nascosto e andando contro dei nemici (tipo Giulietta e Romeo) pare più bello dell’amore solare e non clandestino. Ma non è così.

Tratto da Agi