Articoli / Blog | 30 Ottobre 2019

METRO – Noi e la memoria del passato

Ogni religione ha nella memoria dei propri morti uno dei suoi momenti più importanti tanto che gli antropologi, i paleontologi e gli archeologi deducono se certi reperti di ossa antiche sono di animali o di uomini, da come sono disposte: da quegli indizi infatti colgono se esiste o meno verso di loro un culto dei morti. L’Italia, paese ancora a tradizione cattolica, vede nel 2 novembre il giorno per eccellenza in cui ricordarsi dei propri cari defunti, e la cerimonia per antonomasia di tale liturgia è recarsi al cimitero. Non sempre però è possibile e a volte l’ostacolo non sono solo la distanza o il tempo, ma anche le proprie convinzioni. C’è chi ha preferito far cremare il corpo dei propri defunti magari in ossequio alla loro volontà o in coerenza al proprio non credere.
Trovare il modo di ricordare i propri morti è importante perché significa tornare alle proprie radici. Non solo come fatto del passato ma anche come “memoria”: ovvero come modo di rendere quel passato fecondo nel nostro presente. Il che non significa letteralmente ripetere i gesti o le scelte dei nostri antenati ma compiere il lavoro di “trattenere il bambino e gettare l’acqua sporca”. Che significa portare con noi quanto riteniamo giusto e rigettare ciò che pensiamo sbagliato o superato. Magari parlando nel nostro intimo con chi crediamo esserci ancora, o pensando di conservarne solo il ricordo.

Tratto da METRO