Articoli / Blog | 19 Ottobre 2019

Blog – La mia solidarietà a Nello Scavo

Anche io, per poco quel posso e che conta, voglio dare la mia solidarietà a Nello Scavo, giornalista di Avvenire, quotidiano con cui ho la fortuna di collaborare con regolarità.
È molto frequente sentire il nome di Avvenire, per chi ascolta le rassegna stampa del mattino alla radio. Il 9 ottobre scorso stavo andando a celebrare la Messa e mi attendeva un’ora di macchina e sento citato in termini commossi e sdegnati l’editoriale di Marco Tarquinio: quello in cui il direttore parlava dell’inchiesta del suo giornalista Nello Scavo che denunciava, tra il resto, la partecipazione di Bija “a riunioni e incontri con funzionari e ufficiali italiani e di organizzazioni internazionali”.
“Bija – si scriveva nell’articolo – ha una faccia e diverse maschere, tutte terribili: è un trafficante di esseri umani, un miliziano, un carceriere, uno schiavista, un “ufficiale” di quella che viene chiamata Guardia costiera libica, un uomo d’affari…”.
E parlando di donne, bambini, uomini che noi abbiamo riconsegnato a Bija e a quelli come lui, raccontava “di un ragazzo eritreo di 17 anni che sembra oggi avere il triplo della sua età: era riuscito a pagare (grazie alla famiglia) per due volte il “passaggio” verso la libertà, ma per altrettante volte è stato rimesso nelle mani dei suoi torturatori a causa delle segnalazioni alla “Guardia costiera libica” da parte del dispositivo italiano ed europeo di controllo del Mediterraneo. La seconda e ultima volta né lui né i suoi, lontani, hanno più potuto comprare un terzo “passaggio” e lui ha “pagato” la sua miseria con un colpo di baionetta nell’occhio destro.”
Da ieri, per il suo sforzo di far luce su queste verità, il giornalista di Avvenire Nello Scavo è sotto tutela della Polizia.
A volte ci si chiede come mai il quotidiano diretto da Tarquinio sia stabilmente tra i primi 5/6 quotidiani italiani per tiratura (quotidiani sportivi inclusi nella conta: vivendo l’Italia di calcio a pranzo, cena e colazione è doveroso esplicitarlo). La risposta è semplice: perché fa giornalismo. Quel giornalismo che scava nella realtà per far conoscere la verità alla società civile. Insomma il Giornalismo con la G maiuscola.