Articoli / Blog | 30 Settembre 2019

FarodiRoma – Lucio Battisti gettonatissimo sugli smartphone. Quel “29 settembre”, come oggi

Ad agosto è capitato a me, come immagino a tanti altri preti, di sentire cantare Lucio Battisti da dei quindicenni a un campo estivo. È questo, per me sessantenne, è sorprendente, dal momento che Battisti era al culmine della carriera quando ero ad avere la loro età: basti pensare che Il mio canto libero e Il nostro caro angelo erano al primo e al secondo posto della classifica italiana nel 1973.
Gli adolescenti di oggi però, che amano anche Battisti e non solo Sfera Ebbasta, non potevano ascoltarlo su Itunes o su Spotify, ovvero sulle piattaforme usate da tutti e, che oltre ad altre forme di riproduzione, hanno anche sconfitto la pirateria. Perché oggi con pochi euro può ascoltarti qualsiasi cantante, tutta la musica che vuoi: tutta ma non Lucio Battisti.
La ragione era che il figlio, e soprattutto la moglie, lo avevano sempre impedito perché, pare, in punto di morte Lucio aveva chiesto di evitare che le sue canzoni venissero usate per film e per pubblicità.
Chi non si dava per vinto spiegava agli eredi che le piattoforme ai tempi di Lucio non esistevano, ma questa argomentazione non era sufficiente. O, per lo meno, non lo è stato fino a ieri 29 settembre. Quando, in omaggio alla celeberrima 29 settembre («seduto in quel caffè, io non pensavo a te…»), è finalmente arrivato il disco verde.
Da ieri pertanto l’immortalità di Battisti può essere celebrata a pieno anche dagli adolescenti che possono ascoltarlo come ascoltano tutti gli altri.
Essera su una piattoforma musicale come Itunes è veder cadere un’autentica barriera “architettonica” che darà definitiva consacrazione di Battisti presso i giovanissimi. Perché al giorno d’oggi rendere perfettamente accessibile allo smartphone una canzone, così come una fiction, un film o un audio libro, è un requisito indispensabile. Lo sa chiunque post sui social qualcosa. La differenza, prima che dai contenuti, è fatta dallo strumento utilizzato e dai requisiti della collocazione. Un clic in più o in meno fanno la differenza. E l’immortalità di Battisti non meritava di essere compromessa da una questione di principio, in fin dei conti, artificiale.

Tratto da FaroDiRoma