Articoli / Blog | 18 Settembre 2019

METRO – Il dress code delle treccine blu

Tutti pensiamo che in una società civile esista un dress code, un vestirsi in modo appropriato secondo le circostanze, ma pare che quanto sta accadendo all’istituto comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi di Scampia, vada un po’ oltre. Costringere un ragazzino di 13 anni a farsi tagliare dalla mamma le treccine blu per entrare in classe mi sembra esagerato. Soprattutto se la preside Rosalba Rotondo, dopo questa “vittoria”, non si ferma e nega l’accesso alle lezioni ad altri due studenti che indossano, secondo le foto che circolano, dei normalissimi jeans “strappati”. Sono certo che nessun parroco negherebbe l’ingresso a Messa né al primo né ai secondi. Mi viene il sospetto che la signora, andando oltre i confini stabiliti dai regolamenti, desideri solo, distinguendosi dagli altri presidi italiani, un po’ di notorietà. Oltretutto dà mostra di non conoscere bene il mondo che dovrebbe concorrere ad educare assieme agli insegnanti. Perché il mondo dei capelli blu è un mondo interessante: è il mondo degli adolescenti. Sotto tutta quell’ammoniaca colorata un adulto rischia di non vedere chi c’è e invece il capelluto blu è un portatore sano di gioventù, non è una malattia. È vita. Parla poco. Parla male. Fa cose strane. Ma è vita e se non la fai entrare in classe ti perdi qualcosa. Ti perdi qualcuno. La domanda vera è se noi li amiamo davvero questi giovani. Anche quelli coi capelli blu.

Tratto da Metro